9. Hot dreams ☆ 🔞

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"Amami in un sogno,
lì, dove il cuore trema".

P.D

Era quasi sera, ma Kevin dormiva ancora.

Dopo aver ritrovato un po' di lucidità ero riuscita, con molta fatica, a trascinarlo sul letto, poi mi ero sdraiata al suo fianco.

I folti capelli neri gli cadevano a ciocche sulla fronte, adagiandosi sulle sue ciglia lunghe, gli zigomi levigati erano punteggiati da un accenno di barba scura e la sua bocca schiusa soffiava un respiro delicato.

Sembrava un angelo.

Kevin era bellissimo, aveva lo sguardo magnetico di nostro padre e i lineamenti delicati di sua madre.

Non resistetti alla tentazione di accarezzarlo.

Con l'indice sfiorai flebile i contorni del suo viso, il mio dito scese fino alla mascella poi, ardito, raggiunse la sua bocca.

Con il sangue agitato e il cuore impazzito ne abozzai il contorno con gli occhi e con le mani.

Mi sentivo sospesa in un tumulto di emozioni, quel respiro sulla bocca mi ubriacava.

Non ero in me.

Lui era mio... fratello?

No, Kevin non era mio fratello, non si prova desiderio per un fratello, e io, adesso, avevo una disperata voglia di sentire quelle labbra sulle mie.

Non mi era mai capitato niente di simile prima d'ora.

Il mio cuore balzò nel petto.

Stavo impazzendo.

Sobbalzai quando, ad un tratto, la sua mano ambrata coprì la mia.

Sollevai lo sguardo e i suoi occhi imprigionarono i miei nelle tinte calde di un tramonto estivo.

Nel vespro tacito di quella sera di primavera, Kevin smise, finalmente, di odiarmi, anche se soltanto il tempo di un fruscìo smosso dal vento.

Mi guardava assorto, sperduto, perso in un pianeta lontano.
Poi mi abbracciò forte, mentre piegava il viso nell'incavo del mio collo.

"Selene..." echeggiò sommesso.

Depositò un bacio, e poi un altro, sulla linea della gola.

Deglutii, mentre il tempo e lo spazio si coagulavano in un respiro.

Percorse con le labbra la curva dietro l'orecchio, stuzziccandolo con piccoli morsi accennati, inumidendolo con la punta della lingua.
La mia pelle scottava sotto quella bocca rovente che scatenava nel mio ventre un turbine di sensazioni nuove, pulsioni mai provate prima.

Mi strinse, le sue braccia forti mi avevano intrappolato in una rete di emozioni sconvolgenti.

Ero paralizzata, senza fiato e con il cuore sull'orlo di un infarto.

Forse sarei morta lì, tra quelle braccia brune e prepotenti.

Poi, improvvisamente, allentò la presa, il suo corpo si rilassò, inerme, di fianco al mio, le sue palpebre erano di nuovo abbassate e il suo respiro era tornato regolare.

UCCIDIMI DOLCEMENTEWhere stories live. Discover now