Epilogo

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Una donna elegante, vestita con un trench nero e tacchi lucidi, si aggirava nelle strette viuzze del cimitero di Roma.

Aveva il volto semicoperto da un capello a testa larga, da cui si intravedevano le labbra rosse e ben disegnate.

Lunghi capelli neri ondeggiavano sulla schiena sottile, il suo sguardo triste, invece, era celato nell'ombra.

Un cielo plumbeo la sovrastava mentre raggiungeva la tomba di sua sorella.

Elisabetta era fuggita da Roma subito dopo la morte di Claudia. Aveva usato parte del denaro, che aveva ricevuto da quella donna, per il suo funerale; ma gliene era rimasto abbastanza per ricominciare una nuova vita altrove.

Così era andata a vivere in quella città di periferia. Nessuno la conosceva, ma, per evitare che qualcuno la rintracciasse, aveva cambiato nome.

Quelle persone la spaventavano, quella donna, e la sua crudeltà, la spaventava.

Da quel momento Elisabetta era morta insieme a sua sorella.

Esisteva soltanto Lilith.

Una lacrima le rigò il viso, ripercorrendo con lo sguardo la foto di Claudia affissa alla lapide.

Avrebbe dovuto capire che la stavano ingannando, che quella donna voleva soltanto liberarsi di lei e della bambina.

Si mise in ginocchio e sfiorò quel ritratto con le dita, poi sorrise.

"L'ho trovata Claudia".

Sospirò, in bilico tra tristezza e commozione.

"Ho trovato tua figlia".

E il suo singulto tuonò nel silenzio.

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CONTINUA...

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