40. The shower ☆🔞

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"Prendimi l'anima
in una notte senza fine"

P.D

Le tenebre si irradiavano in uno spettro di raggi spenti, anneriti dal buio, svelati da un caliginoso battito corvino che si stagliava sulle sponde della barbarie.

Una cavità inconsistente, un sepolcro vuoto, impossibile da profanare, un teschio immacolato, simbolo di morte, un tetro e onirico vagare balzava fulmineo in quelle iridi sgranate, scivolando in un tremolio di ciglia e ansimi interrotti.

Non lo avevo mai visto così vulnerabile, uno strascico di terrore velava quel viola agitato, rendendolo inquieto e inquietante, come un ululato nella notte.

Kevin si accasciò su di me, ancorandosi saldamente al mio corpo, mentre cercava di recuperare il controllo del suo respiro.

Lo abbracciai stretto.

Restammo lì, immobili, inermi, fissi in un soffio eterno e fugace, intrecciati l'uno all'altro, fino a quando non si tranquillizzò.

Avvolti dall'oscurità, immersi nel silenzio, stretti in un'unica sostanza insolubile e indistruttibile.

Speravo che la mia vicinanza lo aiutasse a scacciare via quell'incubo e a recuperare la lucidità.

Quando il suo respiro tornò regolare allentai la stretta.

"Va meglio adesso?" domandai.

Ero preoccupata, non mi ero mai accorta di quanto Kevin soffrisse, mi ero sempre focalizzata su di me, sul mio dolore, sulla mia sofferenza, sulla mia mancanza, quando lui aveva una voragine incolmabile nell'anima, uno spettro che lo tormentava senza tregua.

Avrei voluto poter lenire, almeno in piccola parte, il suo tormento, desideravo essere la cura di quella malattia che lo dilaniava.

Solo in questi ultimi giorni mi ero resa conto della gravità del suo problema, era sempre stato abile a nasconderlo, lo aveva sempre celato nell'indifferenza, nel suo atteggiamento scostante, introverso e derisorio.

Eppure, pativamo la medesima sorte.

Eravamo due cuori dannati, sbeffeggiati dal destino, uccisi lentamente da un fato impietoso, disillusi dalla vita, avvinti da un martirio invisibile ma costante.

Quell'incidente era stato fatale, aveva cancellato la nostra infanzia con un colpo di pennello, catapultandoci in una disillusione silente, in una tribolazione amara, in un'angoscia pura.

Era stato il nostro battesimo del fuoco, uno schizzo di veleno sull'esistenza, una scivolata su un lago ghiacciato.

Kevin annuì debolmente.

"Stavi... sognando lui" sussurrai, con una carezza docile.

Sollevò lo sguardo su di me.

Quello sguardo.

Il suo sguardo.

Un chiodo conficcato nei palmi, una zampa pronta a graffiare, aggredire e mordere.

UCCIDIMI DOLCEMENTEWhere stories live. Discover now