53. Madness ☆

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"Siamo tutti figli della follia"

P.D

Mia madre ci osservò dalla soglia.

Aveva gli occhi sgranati dallo stupore e le labbra allargate in una smorfia sorpresa.

Restò lì, immobile, per lunghi, interminabili, minuti.

Kevin si era allontanato da me frettolosamente e la fissava.

Lo vidi assottigliare lo sguardo e poi ingrandirlo, imbarazzato.

Abbassò la testa mortificato.

Si sentiva... in colpa?

"Mamma..." sussurrai, mentre lei sbatteva le palpebre ripetutamente, confusa.

"Ragazzi..." balbetto.

Era... a disagio?

"Io... ho sentito delle voci" disse, soffermando le iridi nocciola su Kevin.

Lui strinse la mascella, sembrava nervoso, forse non voleva che mia madre ci scoprisse così, all'improvviso.

Non lo volevo neanch'io.

Non ne avevamo ancora parlato, ma, credo, che avremmo trovato un modo più delicato per raccontarle di noi.

Kevin sollevò gli occhi su di lei.

Sì, era mortificato.

Era rammarico quello che leggevo sul suo viso.

"Sofia..." disse, ma si ammutolì subito dopo, quando la mamma, accennò un sorriso bonario.

"Venite dentro" ci invitò, in tono pacato, prima di voltarci le spalle e raggiungere la cucina.

Ci guardammo l'un l'altro, stupiti dal suo atteggiamento, poi mi prese per mano e la seguimmo in silenzio.

Conoscevo mia madre, sapevo che lei avrebbe accettato la nostra unione quando le avremmo parlato; tuttavia, sentivo il rimorso per averle nascosto i miei sentimenti per Kevin.
Il fatto che ci avesse colti in flagrante, come due ladri, acuiva i miei sensi di colpa per aver taciuto una cosa tanto importante.

Lei non lo meritava, ma ancora non avevamo trovato il coraggio di parlarle di noi. Ci aveva sempre visto come fratelli, amava Kevin come un figlio suo, ed era difficile spiegarle che, in realtà, noi, non ci eravamo mai considerati tali.

Sospirai tristemente.

Era arrivato il momento di svelarle i nostri sentimenti, ma avevo paura.

Avevo paura di deluderla.

Avevo paura di ferirla.

Ci fermammo sulla porta intimoriti.

Kevin dietro di me lasciò la mia mano, cingendomi i fianchi.

La mamma ci lanciò un'occhiata di disappunto.

"Cosa fate lì impalati, entrate!" ci spronò, appoggiando due tazze di caffè fumante sul tavolo.

UCCIDIMI DOLCEMENTEWhere stories live. Discover now