36. Broken heart ☆

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"Chiamami amico
anche se ti amo".

P.D

Una crepa gigantesca mi spaccò in due.

Ero un vetro rotto, uno specchio in frantumi, una pagina strappata, accartocciata e gettata nella spazzatura.

Non era vero.

Kevin non aveva una... ragazza?

Ero disgustata.

Non poteva essersi preso gioco di me in un modo tanto efferato.

Non era stato così crudele da illudermi, usarmi e buttarmi.

L'avrei capito.

Non ero tanto stupida.

Sentii le lacrime premere sulle ciglia, ma le frenai, non avrei dato a quella stronza la soddisfazione di vedermi piangere.

"Che c'è? Hai perso la lingua?" mi rimbeccò, acida.

La stritolai con un occhiata, poi mascherai quella stilettata nel fianco con un largo sorriso.

Lei mi fissò, sorpresa.

Cercai di dominare la delusione recuperando quel filo di lucidità che mi era rimasto.

Forse la ragazza stava mentendo.

Kevin era molto riservato, non si sarebbe esposto con me, davanti a tutta la scuola, se stava già con un'altra.

"Cos'hai da ridere?" starnazzò, antipatica.

"Ascoltami bene...".

Non sapevo neanche il suo nome.

"Erika!" mi interruppe lei, prontamente.

"Erika... perché non ne parli con il tuo ragazzo? Io ho da fare adesso!".

Le voltai le spalle per andarmene, ma lei mi afferrò per un braccio.

"Senti, stronza, sono due anni che gli corro dietro, ok? Kevin sarà mio o di nessun'altra!" ruggì, disperata.

Mi divincolai dalla sua presa con uno strattone.

"Per prima cosa...".

Uno spiffero di vento fischiò tra le imposte.

"Non mi toccare. Secondo, vaffanculo, ok?".

Me ne andai, lasciandola lì, ma lei mi seguì nel corridoio.

"Tanto sei soltanto l'ennesima scopata, si stancherà presto anche di te, vedrai!".

Continuai a camminare verso la mia classe, alzandole il dito medio in segno di saluto.

Ma guarda tu sta zoccola!

Per fortuna, quando entrai in classe, il professore non era ancora arrivato e neanche Nicolò.

UCCIDIMI DOLCEMENTEWhere stories live. Discover now