12. Sexyback ☆

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"Chi di profumo ferisce
di profumo persisce".

P.D

Kevin stava impazzendo di gelosia.

La loro complicità, il modo in cui la guardava e la sfacciataggine con cui la stava corteggiando lo mandavano fuori di testa.

Era distrutto, disperato, perché Nicolò era libero di dimostrarle il suo amore.

Lui no.

Miki aveva ragione, doveva confessarle i suoi sentimenti o l'avrebbe persa per sempre.

Eppure non poteva farlo.

Selene non lo avrebbe mai accettato, lo considerava un fratello, e, dopotutto, lui stesso aveva sempre fatto il possibile per farsi odiare da lei.

L'odio era una barriera per tenerla lontana, una corazza per non cadere in tentazione.

Solo tenendola a debita distanza riusciva a resistere a quell'amore e a quella passione che, come due bestie, lo divoravano, ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno.

L'ombra di Selene lo schiacciava, opprimeva le sue difese, lo stritolava, risvegliando l'istinto animale che viveva in lui.

La sua aria innocente e il suo sguardo perso chissà dove lo eccitavano da morire.

Non ce l'avrebbe fatta a resistere due settimane a stretto contatto con lei, ogni volta che la vedeva immaginava di spogliarla e farla godere.

Voleva sentirla gemere sotto il suo tocco, voleva regalarle tutto quel piacere che non aveva mai provato.

Levò il giubbotto e la maglietta, bagnati dalla pioggia, poi aprì un'anta della finestra e accese una sigaretta.

Aveva ripreso a piovere e tutto taceva, immerso in un flusso stillante.
L'acqua s'infrangeva sui tetti in una moltitudine di schizzi scintillanti, fluiva veloce tra i rami degli alberi, in uno stigio scorrere, e fluttuva sull'erba e sull'asfalto in un unico grande grumo cristallino.

Kevin la osservava, era limpida, tersa e trasparente, esattamente come i suoi occhi di ghiaccio.

Occhi che lo guardavano con freddezza e distacco.

Un alito di vento smosse la tenda color ardesia, un libro aperto sullo scrittoio sventolò in un mormorio di carta e fogli fruscianti, poi la porta si aprì.

***

Kevin era di fronte alla finestra, una nube di fumo lo circondava, mentre la luce alle sue spalle ne sfocava i contorni.

Sembrava provenire da un sogno sommerso, da una dimensione subacquea.

Aveva i capelli bagnati dalla pioggia e piccole gocce d'acqua inumidivano la sua cute in un rorido solfeggio.

Quella visione mi lasciò impietrita, tutto il mio essere, anima, corpo, spirito, coscienza e incoscienza si fusero in una sola direzione.

Quella dannata finestra e la parvenza perfetta che ne oscurava la luce.

Kevin.

UCCIDIMI DOLCEMENTEWhere stories live. Discover now