Capitolo 20

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Mi alzo appena la sveglia delle 8.00 in punto suona e prima che mia madre e zio Dominic si sveglino, raggiungo Robin che mi aspetta in macchina. Suo fratello ancora una volta ci fa da autista e raggiungiamo il luogo dell'incontro. La Pres assieme a sua nipote Lucrezia, ci aspetta davanti alla nostra palestra. Scendo dall'auto e Robin mi passa la cartellina dove abbiamo messo la lista per evitare che si rovini stando nella mia tasca. Le raggiungiamo e ci sediamo sul marciapiede aspettando che arrivino tutti. Qualche minuto più tardi, sopraggiungono anche Christopher e Nathan con gli inviti alla mano.

«Facciamo il punto della situazione.» dice Lucrezia una volta che siamo tutti presenti. «Da quanto ho potuto capire da mia zia e al telefono da Nathan, voi ragazzi siete intenzionati a rintracciare tutti i nomi della lista che la madre di Lex ha compilato. È corretto?»

«Sì.»

Sospiro. Non trattengo l'agitazione. La Press mi rivolge un'occhiata rassicurante e per un attimo riesco a smettere di tremare. Robin mi prende la mano e respiro.

«Prima di cominciare però, vorrei sapere se avete chiaro che questa vostra "missione" potrebbe svilupparsi ben oltre le vostre aspettative. Non coinvolge solo noi, qui presenti, ma anche una squadra che negli anni duemila, era tutto per questa città.»

«Sì, ne siamo consapevoli.»

Mento sperando di risultare convincente. In realtà i vari modi in cui mi si potrebbe ritorcere contro questa cosa, mi terrorizzano.

«Da parte mia vi garantisco che faremo il possibile.»

«Per questo ci suddivideremo i compiti.»

Christopher prende il telefono e si mette a leggere gli appunti sulle note.

«Lucrezia si è offerta di accompagnarvi perciò sarà lei, assieme a mio figlio, ad intercedere per voi con le persone della lista. Io, nel frattempo, mi occuperò di chiamare Cassidy. È la più difficile da rintracciare e ci vorrà tempo e pazienza per contattarla.»

«In ogni caso,» continua Lucrezia. «Ieri sera io e Chris abbiamo elaborato un piano su come suddividere le varie persone nei rispettivi giorni. Secondo i nostri calcoli, dovremmo starci con un giorno d'anticipo nell'eventualità di aver bisogno di un secondo tentativo con qualcuno.»

«Ma vedrete che non ce ne sarà bisogno.»

Lucrezia e Christopher si scambiano uno sguardo d'intesa.

«Partiamo tra pochi minuti. Spero abbiate avvisato le vostre famiglie.»

«Sanno quanto basta.» dico e Rossella sorride.

Lucrezia si fa passare gli inviti da Christopher e la Pres, prima che partiamo, viene ad abbracciarmi.

«Ce la faremo.» mormoro più per convincere me stessa.

«Non ho dubbi, Lex.»

La Press saluta anche Robin e Nathan e saliamo in macchina. Lucrezia ha dei gusti particolari di musica. Sono cose vecchie, gruppi di cui non conosco nemmeno l'esistenza. Uno di loro però mi colpisce e guardo il titolo della canzone sul piccolo schermo dell'auto mettendomi ad ascoltarla: Before it's too late.

***

Il viaggio è breve e non parliamo per tutto il tragitto. Ognuno se ne sta tra i propri pensieri cercando di trovare un senso a questa sensazione che gironzola da una parte all'altra delle nostre teste. Per quanto mi riguarda, sono piuttosto emozionata e allo stesso tempo ansiosa di vedere se riusciremo nell'impresa. Vorrei già sapere come andrà a finire, giusto per non restare delusa nel caso dovesse finire male. La prima tappa segnata nel programma di Christopher e Lucrezia, ci porta ad uscire dalla città e ad addentrarci in campagna. La nipote della Pres ci spiega che stiamo cercando Loren Brambilla e Gemma Stucchi, rispettivamente i numeri cinque e sei della lista. Ambedue insegnano ad un liceo scientifico di un piccolo comune fuori dalla zona di mia conoscenza geografica. Arriviamo dinanzi all'edificio rumoroso e posteggiamo vicino ad un ponte poco lontano. La freschezza delle vicine montagne riempie completamente i miei polmoni e riesco ad assaporare la libertà che trasporta. Lucrezia ci fa strada insieme a Nathan mentre io e Robin ci guardiamo intorno meravigliate. Non sono mai stata lontano dalla città nemmeno per le vacanze. La realtà al di fuori del mio paese è davvero una piacevole sorpresa. Nathan suona il campanello della scuola e una signora all'ingresso ci fa entrare. L'atrio è spazioso e ci sono molti ragazzi che ci studiano curiosi.

«Avete un appuntamento?» Domanda la donna controllando i registri.

«Più o meno, a dire il vero.» risponde Lucrezia appoggiandosi al banco. «Dobbiamo parlare con le professoresse Brambilla e Stucchi.»

«Lei si chiama?»

«Lucrezia Bianchi.»

«Io non leggo il suo nome sull'elenco. Mi dispiace ma se non avete un appuntamento devo farvi uscire.»

«Non sarà necessario.»

Una voce squillante si sovrappone ai dubbi della signora. Una figura snella e serena si avvicina a noi con delle cartelle in mano piene di documenti e verifiche dalle correzioni rosse.

«Non si preoccupi Celeste, li stavo aspettando.»

La donna dell'ingresso acconsente col capo e si defila tornando in centralino. La professoressa dall'aspetto giovanile, ci sorride.

«Perdonatela, è fin troppo efficiente nel suo lavoro e non è abituata a non avere tutto sotto controllo.»

«Gemma, quanto tempo.»

Lucrezia e la donna si scambiano un abbraccio mentre noi tre restiamo in disparte. Gemma Stucchi ha l'aspetto di un'insegnante seria ma da quel velo di esuberanza nei suoi atteggiamenti, traspare un animo ribelle. Ha i capelli scuri e gli occhi vispi contornati da occhiali neri dai bordi spessi. Non riesco ad associarla ad uno dei volti che ho visto nelle foto della squadra ma se Lucrezia l'ha riconosciuta, non ho dubbi che sia una di loro.

«Sono passati anni Lucrezia.» mormora Gemma sistemandosi i capelli dietro le orecchie. «Cosa ti porta qui e chi sono questi bei giovani?»

«Lui è Nathan, non so se lo ricordi ma abbiamo partecipato al battesimo. È il figlio di Christopher.»

«Oh, sì certo. Come dimenticarlo.» Stringe la mano a Nathan che sorride. "Accidenti, sei bello proprio come tuo padre.»

«Non posso lamentarmi.» commenta Nathan e trattengo una smorfia. «Ovviamente bisogna dare qualche merito anche a mia madre.»

«Certo, ricordo che la signora Fossati fosse davvero graziosa.»

«Lei invece è Robin, un'amica di Nathan." Prosegue Lucrezia. «Lei invece è..»

«La figlia di Riley.» La interrompe Gemma come se mi conoscesse. "Oddio, tale e quale a tua madre.»

Mi fissa stupita analizzando ogni singolo dettaglio. Mi sforzo di sorridere nonostante sia convinta di non assomigliare così tanto a mia madre.

«Una piccola Voelking dai capelli neri. È sorprendente quanto assomigli a lei e a Ginevra.»

La donna sospira lasciando andare i miei capelli.

«Gemma,» la richiama Lucrezia. Una volta fuori dallo sguardo analitico della donna, torno a respirare. «Dobbiamo parlare con te e Loren, ricordi?»

«Oh, sì. Certo. Aspetta, la faccio chiamare.»

Gemma si allontana e dopo aver parlato con la signora dell'ingresso, (Celeste, vero?) veniamo raggiunti da un'altra professoressa decisamente più composta. I capelli castani le scendono lungo le spalle e gli occhi quasi neri sono impenetrabili. La donna abbraccia anche lei Lucrezia e dopo essersi presentata, si rivolge a noi.

«Diteci.» Chiede con compostezza. «Come possiamo esservi d'aiuto?»

Lucrezia lascia che sia io ad informarle e dopo avermi rivolto lo stesso sguardo dell'amica una volta realizzato che sono la figlia di Riley, Lauren esordisce:

«Qualsiasi cosa per il capitano e la squadra. Contate su di noi.»

Robin consegna loro l'invito scritto da Christopher e le due lo stringono con gioia.

La Squadra Del 2000Where stories live. Discover now