Capitolo 30

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Gli uomini della sicurezza si allontanano ad un suo ordine. Mio zio entra lasciando tutti, in primis Lucrezia e Christopher, senza parole.

«Qui siete di troppo.» enuncia con tono autorevole. «Uscite. Io e Cassidy dobbiamo parlare.»

Lo guardo sconcertata come gli altri. Lucrezia accetta controvoglia mentre vedo Christopher fare il segno della croce e augurarsi che funzioni. Nathan e Robin escono dopo di loro. Faccio per lasciare la stanza ma mio zio mi trattiene. Con un gesto mi fa capire che posso rimanere e mi rannicchio in un angolo dell'ufficio. Resto in silenzio mentre Dominic si accomoda su una delle sedie sotto gli occhi sgranati di Cassidy.

«Ciao, Cassy.» Dice cordialmente. «Non ci vediamo da.. Quando? Il giorno del funerale? Vedo che te la passi bene col tuo bel lavoro, la tua bella scrivania e questi bei fiori.»

Mio zio sfiora un mazzo di tulipani appoggiato sul lato del banco.

«Non credevo che ti avrei rivisto.» Lo interrompe lei. «Pensavo che non abitassi più da queste parti da molto tempo ormai.»

«In realtà siamo stati sempre qui ma questo già lo sai. La mia domanda, perciò, è un'altra. Come siamo arrivati a questo punto? Intendo, al dover rifiutare di prestare aiuto alla famiglia che ci siamo promessi di sostenere sedici anni fa o al parlarci come fossimo estranei, come se non fossimo mai stati..»

«Amici? Non lo siamo più da parecchio, ricordi? Abbiamo preso strade diverse, l'avevi detto tu, se non ricordo male.»

«Già, ma d'altra parte che scelta avevamo?»

«Non so di cosa stai parlando. Dovresti andartene così come dovrebbe fare tua nipote.»

«Non lo farò, perciò, sarà meglio che mi presti attenzione.»

Cassidy si risiede e incrocia le braccia. Dominic mi gesticola di avvicinarmi e mi posiziono accanto a lui.

«Ti prego di ascoltare Alexandra.» Continua mio zio. «Ti farebbe bene più di quanto immagini. Io personalmente ci ho messo una notte intera per farmene una ragione e ammetto, non è stato facile. Alla fine però ho aperto la mente e quei ricordi che credevo seppelliti dal 20 maggio di quell'anno, sono riaffiorati. Devo dire che non hanno fatto poi così male.»

«Per te, è diverso. Non ti hanno costretto o ingannato. Non sono irrotti nel tuo ufficio come se dalla tua decisione dipendesse il destino del mondo.»

«Concordo con te sul fatto che i loro modi possano esser stati poco adeguati ma credimi se ti dico, che lo hanno fatto con le migliori intenzioni.»

«Non accetto comunque che si dia a me il peso di questa faccenda.»

«Cassidy, nessuno vuole darlo soltanto a te.» La blocca e lei si trattiene. «Non si tratta di un semplice diverbio tra vecchi amici. C'è in ballo molto di più e ti prego di accettare l'invito. Non sarà semplice ma devi farlo per il tuo bene e quello delle tue ex compagne.»

«Non posso, Dominic.»

«So che non vuoi soffrire. Ci siamo passati tutti. Hai scelto di rimuovere quel ricordo ma eravamo solo ragazzini e quella promessa che abbiamo fatto a noi stessi era destinata a crollare in un modo o nell'altro. Io e Riley, non eravamo pronti infatti Lex ha scoperto la faccenda da coach Brovies puramente per caso altrimenti chissà se avrebbe mai saputo la verità. Per tale motivo, penso che questo invito sia la chiave di un epilogo che renda tutti i coinvolti diretti o no, liberi dal fardello con cui sono obbligati a convivere.»

Dom sospira avvicinando l'invito sulla scrivania a Cassidy.

«Io ho accettato di correre il rischio di soffrire per potermi mettere la coscienza in pace ed aiutare gli altri a fare lo stesso. Glielo devi anche tu.»

«Non devo niente a nessuno.» Ribadisce lei col trucco che si sfuma ai bordi degli occhi. "Terrò fede alla mia decisione. Per quanto riguarda il resto, non ho bisogno di venire alla partita per superare la cosa e non potrei aiutare gli altri a fare lo stesso. Ognuno deve farlo a modo suo.»

«Cassidy.»

Dominic si alza mettendole le mani sulle spalle.

«Se non vuoi va bene, non potremo fare altro che accettarlo. Prima però ti chiedo di pensare un attimo a mia nipote e ai suoi amici che stanno facendo l'impossibile per riparare alle ferite del nostro passato. Almeno concedigli la possibilità di sperare nella tua presenza.»

Gli porge l'invito e Cassidy sospira scostandosi da Dominic. Incrocia le braccia mettendosi a fissare il paesaggio fuori dalla gigantesca vetrata. I suoi occhi riflettono le nuvole grigie ma i suoi pensieri sono altrove. Si volta verso di noi che rassegnati, aspettiamo una sua risposta. Cassidy però non dice nulla e si limita a scuotere la testa. Mio zio acconsente col capo e ce ne andiamo lasciandole comunque l'invito. Torniamo nel parcheggio ma non ci concediamo un momento per ragionare sugli ultimi sviluppi. Lucrezia e Christopher si scusano con Dominic per aver agito alle sue spalle ma dopo aver chiarito, se ne vanno con Robin e Nathan lasciandoci soli.

«Come sapevi che eravamo da Cassidy?»

Domando mentre raggiungiamo la macchina.

«Ho fatto un paio di calcoli.» dice, aprendo la portiera. «Conoscevo la lista e sapendo che Riganti è morto, restava solo una persona difficile da rintracciare.»

«Mentre parlavate sembravate così naturali.. Non so come spiegarlo. Tra te e Cassidy c'è stato davvero qualcosa?»

«Ai tempi sì. Non siamo mai stati chiari su quanto provavamo l'uno per l'altra e dopo la morte di mia sorella, le cose si sono complicate. Le volevo bene e sono sempre stato informato sul suo conto.»

«Sapevi dov'era?»

«Sì e mi dispiace che l'abbiate cercata tanto. Sarebbe bastato chiedere.»

«Mi dispiace.»

«Capisco le tue ragioni, io avrei fatto lo stesso. Adesso però, permettimi di aiutarti e soprattutto, promettimi di non nascondermi nient'altro. Intesi?»

«Va bene ma toglimi una curiosità, come hai cambiato idea?»

«Ho capito che avrei fatto meglio a darti una mano piuttosto che ostacolarti.»

Sorride e lo abbraccio. Lui mi stringe a sé e sento il suo cuore vicinissimo al mio.

«Sono e sarò sempre dalla tua parte Lex. Non dubitarne mai.»

La Squadra Del 2000Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora