Capitolo 25

96 76 2
                                    

La mattina seguente io e Nathan ci incontriamo un quarto d'ora in anticipo per discutere del possibile coinvolgimento di mio zio. Appena lo vedo, lo saluto e mi siedo sui gradoni della palestra. Il sole è caldo e tolgo la giacca appoggiandola sulle ginocchia. Nathan si siede accanto a me e incrocia le gambe. Indossa la tuta della squadra che ci hanno dato ad inizio anno che porta il pallone d'argento sulla manica.

«Forse ho trovato una possibile alternativa.»

«In che senso possibile?»

«Ieri mio padre ha chiamato la Press che ci ha informati di aver in mente una via alternativa per arrivare a Cassidy che non implichi il coinvolgimento di tuo zio. Mio padre e Lucrezia ci stanno lavorando.»

«Speriamo bene.»

«Ragazzi!»

Una macchina sfreccia dinanzi a noi con Robin che grida affacciata al finestrino dell'auto del fratello.

«Arrivo!»

Spalanca la portiera della macchina ancora in movimento e scende rischiando di scivolare. Suo fratello si ferma per aiutarla ma Robin lo manda via non essendosi fatta neanche un graffio.

«Chi c'è oggi all'ordine del giorno?» Domanda ignorando i nostri sguardi increduli per ciò che ha appena fatto.

«La numero dieci Giorgia Marinelli e la numero undici Arianna Bellarmini.» Dico rileggendo il messaggio inviato ieri da Lucrezia. "Secondo Lucrezia dovremmo trovarle all'Accademia di danza.»

«Non è poi così lontana da qui.»

«Se ci sbrighiamo forse riusciremo a parlare anche con le ultime due oggi.»

«Poi resta solo la numero quattro?»

«Cassidy Bonardi. Sì, resta solo lei.»

***

Trovo che l'Accademia di danza sia un posto magico. Da bambina prima di iniziare a giocare a pallavolo, mia madre ha tentato di indirizzarmi verso il ballo. Non ero per niente portata o forse la mia testardaggine di voler fare tutto a modo mio mi ha resa insopportabile alle mie insegnanti che mi hanno consigliato di lasciar perdere. Poco importa, quella piccola delusione non ha mai inciso sulla mia opinione riguardante questa disciplina. Nathan posteggia la macchina dinanzi all'edificio dalle dimensioni magnifiche, monumentali. L'ingresso è illuminato da vecchie lanterne e Robin si diverte a contarle mentre entriamo. L'atrio è vuoto essendo prima mattina. Avrei voluto vedere qualche ballerina ma purtroppo non ve n'è traccia. Sulla destra, accanto ad una grossa vetrata che immette al corridoio oscurato per arrivare alle sale da ballo, c'è un uomo intento a sistemare dei documenti sul bancone. Ci avviciniamo e appena ci scorge, alza lo sguardo dalle scartoffie.

«Buongiorno.» dice. «Posso aiutarvi?»

"Cerchiamo Giorgia Marinelli e Arianna Bellarmini.» Lo informo il più cortesemente possibile. «Abbiamo richiesto un incontro.»

«Per provare uno dei nostri corsi?»

«In verità solo per fare due chiacchiere.»

«Sapete che disturbare le signore richiede una spiegazione migliore, vero?»

Tento la carta degli occhi supplichevoli e lui fa la decenza di alzare controvoglia la cornetta del telefono. Sento una vocina metallica risuonare all'orecchio del tizio ma si spegne in fretta. L'uomo sbuffa stizzito e ci fa cenno di seguirlo. Senza ulteriori indugi, attraversiamo il corridoio oscurato. Le pareti sono rivestite da specchi che appaiono come pareti nere non essendoci illuminazione. Scendiamo dei gradini affidandoci a dei faretti azzurri al limite di ogni pedana. Ritorniamo alla luce e davanti a noi si apre un'aula con l'enorme vetrata specchio, il parquet chiaro e la sbarra di legno. Per un attimo mi sembra di esser tornata alla mia prima lezione di danza quand'ero caduta soltanto per voler tentare un esercizio per "i grandi". L'uomo dell'ingresso ci affida a due signore in tuta e con le ballerine rosa. Hanno entrambe i capelli raccolti in uno chignon ma quella dai riccioli neri, è parecchio più alta dell'altra.

«Salve.» balbetta Nathan immolandosi al posto mio. Le due lo fissano seriamente per poi sciogliersi in un sorriso.

«Buongiorno a voi.» mormora la mora deliziandoci con un classico inchino. «Perdonate, cercavamo di capire di quale dei nostri vecchi amici, siete i figli.»

«Io di Christopher, lei di Riley e lei..»

«Nessuno." Lo interrompe Robin. «Grazie mille, Nathan.»

«Che piacere conoscervi.»

Entrambe rivolgono un ulteriore riverenza e si ricompongono con grazia. Chi l'avrebbe mai detto che delle ex giocatrici di pallavolo potessero diventare tanto delicate e leggiadre.

«Ci presentiamo.» Continua. «Io sono Giorgia Marinelli e lei è Arianna Bellarmini. Lucrezia ci ha detto che ci cercavate.»

«Esattamente ma prima posso chiedervi come..»

«Siamo finite ad insegnare danza?»

Nathan acconsente col capo.

«Dopo la finale del 2000 avevamo bisogno di un nuovo stimolo e di abbracciare un futuro più florido. Dopo numerose ricerche siamo finite all'Accademia di ballo. Io e Arianna già danzavamo da piccolissime e dopo sette anni di pallavolo, siamo tornate qui prima come ballerine, poi come insegnanti. È stato un percorso assurdo e me ne rendo conto solo ora a parlarne ma siamo andate dove ha tirato il vento. Tutti quelli della squadra hanno dovuto farlo.»

Arianna al suo fianco abbassa lo sguardo scostando alcuni ciuffi biondi dalla fronte.

«Vi ascoltiamo anche se questo per noi significa riaprire una vecchia ferita.»

Nathan si volge verso di me lasciandomi la parola.

«Vogliamo riunire la squadra del 2000 per aiutare sia mia madre che tutti voi.» Le informo prendendo gli inviti dalle mani di Robin. «Vogliamo solo che veniate alla partita.»

Le due lo osservano pensierose e poi Arianna viene verso di me.

«Sei molto coraggiosa.» sussurra con un filo di voce. «Cercare di riunirci tutti.. Ahimè, credo però che non funzionerà. Molti di noi hanno voltato pagina.»

«In realtà molte di loro, no.»

Nathan tira fuori il telefono e gli mostra i messaggi scambiati col padre.

«Tutte quelle alle quali abbiamo fatto visita hanno accettato. Persino Sara e Chiara.»

«Davvero?»

«Sì, mancano solo tre persone all'appello e poi saremo al completo se ovviamente, accetterete anche voi. Che dite, siete dei nostri?»

La Squadra Del 2000Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora