Capitolo 27

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Arrivo a casa sul tardi dopo aver passato il resto del pomeriggio fuori. Sono sovrappensiero e ho avuto bisogno di fare una passeggiata per smaltire il carico di emozioni che gravava sulla mia testa. Praticamente ho setacciato in tre ore ogni via dalla biblioteca a casa mia e non è bastato. Vado in cucina per mangiare qualcosa. Rovisto nella dispensa e noto le stoviglie nel lavandino. Mia madre e mio zio hanno già cenato. Mi siedo al tavolo con un panino e preparo del prosciutto. Sento dei ticchetti provenire dalla finestra. Mi avvicino e trovo dei sassolini sul davanzale. Mi affaccio e vedo Nathan salutarmi.

«Nathan? Che ci fai qui?»

«Volevo parlarti. Posso entrare?»

Non rispondo cercando di mantenere la calma. Mi sistemo i capelli ed esco da lui. Fa freddo e mi stringo nella felpa.

«Deduco che non mi fai entrare.»

«Scusa, ma è meglio di no. Mio zio e mia Madre dormono.» dico. "Come mai qui?»

«Ti ho vista nervosa oggi e volevo controllare se stavi bene.»

«Potevi chiamare.»

«Un'improvvisata suonava decisamente più divertente.»

Sorrido e lo invito a sedersi sul muretto che circonda casa mia. La notte è silenziosa e pacata. Non ci sono persone o auto e la via è completamente libera. Fisso le stelle nel cielo. Sono oscurate dalle nuvole e non riesco a visualizzarle. Ascolto il fruscio delle foglie che stuzzica il mio udito. È l'unica cosa ad avere senso. Nathan si avvicina e mi poggia la mano sulla spalla. D'istinto la sfioro con le dita.

«È una bella corsa la nostra non trovi?» mormora osservando anche lui il firmamento. «Cercare tutte queste persone che nemmeno conosciamo e riuscire a convincerle.. Se non l'avessi visto coi miei occhi, non ci avrei creduto.»

«Già. Probabilmente nemmeno io.»

«Vedrai che domani sarà finita. Cassidy accetterà l'invito e potrai dire la verità alla tua famiglia.»

«Anche se fosse non saprei da dove cominciare. Non ho mai mentito e non so bene come giustificare quello che ho fatto. Mi sento un'imbrogliona oltre che una bugiarda.»

«Non lo sei.» Allunga la sua mano sfiorando la mia. «In ogni caso vedrai che riuscirai a trovare le parole giuste. Ne sono sicuro.»

Sorrido e mi appoggio alla sua spalla. Per un attimo riesco ad ascoltare il suo respiro. È calmo, controllato. Il mio invece trema come una foglia. Nathan mi sfiora il viso. I nostri occhi si incrociano. Sta per avvicinarsi di più ma d'un tratto la via si illumina. I fari di un'auto. Ci alziamo di scatto.

«Non erano tutti a dormire?» Domanda Nathan confuso nel riconoscere Dominic.

«A quanto pare no.» Trattengo il fiato e mi volto verso Nathan. «Devi andare. Ci sentiamo domani.»

Lui mi bacia sulla guancia e sfugge sul retro. Lo seguo con lo sguardo mentre si allontana toccandomi la guancia. Mi ha davvero baciata? Ritorno in me e rientro prima di mio zio. Salgo le scale ma sentendomi chiamare, mi fermo.

«Ciao, vagabonda.» dice Dominic togliendosi la giacca. «Ancora in giro a quest'ora?»

«A dire il vero mi stavo preparando la cena ma poi mi ha chiamata un amico per gli striscioni della finale e ho perso la cognizione del tempo.»

«Ah, dunque era Nathan Fossati.»

Non capisco come conosca il suo nome completo e un brivido mi attraversa la schiena.

«Se non sbaglio è il figlio di Christopher Fossati.»

«Zio Dom..»

«Dovevo immaginarlo.» lascia cadere la giacca e la sue espressione si incupisce. «Il numero del Coach, l'invito e il tuo continuo saltare la scuola. Dovevo capire che avevi in mente qualcosa.»

Mi fissa arrabbiato con uno sguardo colmo di delusione che non ho mai visto.

«Ho parlato con Rossella.» Continua. «Hai idea di quello che hai combinato? Rintracciare tutti quelli legati alle vicende del 2000? Non ti rendi conto di quanto tu sia stata folle?»

«Ho fatto solo quello che nessuno di voi ha mai avuto il coraggio di fare.»

Lui a quest'affermazione mi afferra per le braccia.

«Non erano affari tuoi dal principio. Finiscila prima che sia..»

«Tardi?»

Dominic capendo cosa intendo, si prepara a sfuriare con tutta la rabbia che ha in corpo. Socchiudo gli occhi ma sento dei passi provenire dal piano superiore. Mi volto e vedo mia madre comparire dal corridoio.

«Che succede?»

Mio zio mi lascia andare riprendendo fiato.

«Niente, Riley.» dice. «Torna a dormire. Stiamo solo conversando.»

«Sicuri?»

«Sì, vai pure.»

Mia madre ci lascia e nonostante non abbia cercato di fermarci, le sono grata per essersi defilata altrimenti avrebbe scoperto tutto. Dominic ritorna a rivolgersi a me. Questa volta la sua espressione è dispiaciuta.

«Dimmi cosa hai fatto.» sussurra. «Dimmelo.»

«Li ho trovati tutti.» balbetto. «I nomi della lista.»

«La lista? Quella insieme alla lettera?»

«Sì. Io, Robin e Nathan li abbiamo rintracciati e verranno alla finale.»

«Tua madre ed io non te lo abbiamo chiesto.»

«Lo so, ma era quello che andava fatto.»

Dominic si tiene il capo con le mani e respira profondamente. Il suo silenzio è insostenibile. Mi rivolge un ultimo sguardo e si avvia verso le scale.

«Zio.» Lo chiamo trattenendomi dal piangere. «Ti prego, non dirle niente.»

Lui non risponde e scompare nell'ombra.

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