Capitolo 34 (epilogo)

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Le luci, le grida e le persone all'esterno del palazzetto, ci accolgono con familiarità. Scorgo volti di squadre che conosco e altri nuovi, con le trombe a portata di mano. Finalmente ci siamo. Dominic e Cassidy tengono stretta mia madre. Ha paura, lo riesco a percepire ma è come se la stesse combattendo per una volta, con tutte le sue forze. Mio padre scende dall'auto e mi cinge le spalle col braccio.

«Dominic mi ha raccontato quello che hai fatto.» mormora osservando con me la gente che si prepara ad entrare nel palazzo. «Sono davvero fiero di te.»

«Ti ringrazio. È stata la corsa più lunga e difficile della mia vita.»

«In effetti da come parlava tuo zio, devo essermi perso un sacco di cose.»

«L'importante è che sei qui, che siamo tutti quanti qui. Ho aspettato per anni di poter avere la mia famiglia al completo al mio fianco e oggi, il mio sogno si è avverato.»

«Ora che ci penso, questa è la nostra prima partita assieme. Mi raccomando, fai in modo che sia memorabile.»

«Sarà fatto.»

Robin e Nathan appaiono da dietro la prima fila di macchine. Corrono ad abbracciarmi e mi accompagnano entrambi all'interno del palazzetto. Giungiamo nell'atrio, il campo si illumina davanti ai nostri occhi. È gigantesco ma allo stesso tempo composto nella sua forma circolare. Le pareti sono tappezzate da poster con la storia della società che ospita la finale. Mi soffermo a guardarli uno ad uno. Ognuno racconta una storia e la loro voce, colora quell'attimo prima della finale di cui non voglio perdere neanche un secondo. La mia squadra arriva poco dopo e insieme a Max, ci sono anche gli altri della società accollati vicino al piccolo bar sulla sinistra. Nathan mi picchietta con la mano sulla spalla e mi fa cenno di seguirlo. Lo raggiungo davanti alla scala che porta alla tribune e appare suo padre seguito da Coach Brovies. Alle loro spalle convergono tutte le persone della lista. Mia madre viene verso di noi e quasi si lascia scappare un grido.

«Sì,» dico guardandola. «Sono loro.»

La lista al completo: Andrea Brovies, Christopher Fossati, Loren Brambilla, Gemma Stucchi, Kayla Orlando, Sara Borsati, Iris Ifeachor, Giorgia Marinelli, Arianna Bellarmini, Sophia Majorana, Chiara Ghezzi, Dalia Locatelli e Lucrezia Bianchi. Ci sono tutti.

«Hanno ricevuto l'invito.»

Spiega Cassidy a mia madre tenendola per mano. Le sue ex compagne tirano fuori la busta con le decorazioni blu, il colore preferito di Ginevra. Mia madre trattiene le lacrime ma alla fine corre ad abbracciarli e la sua ex squadra si stringe attorno a lei. Le guardo commossa e Nathan si avvicina a me.

«Direi che ce l'abbiamo fatta.» dice soddisfatto. «O quasi, ti resta soltanto da vincere questa partita.»

«La vincerò. Lo farò per tutti loro.»

Stringo la sua mano sospirando.

«Ti volevo ringraziare ancora per il tuo aiuto. È anche merito tuo se ci siamo riusciti.»

«Grazie a te per avermi coinvolto in questa avventura. È stata pazzesca.»

Sorrido e lui mi prende tra le braccia. I nostri sguardi si sfiorano. Chiudo gli occhi e le sue labbra incontrano le mie. Lo bacio tenendo le braccia attorno al suo collo. I rumori si sfumano, non percepisco altro che noi due. Nathan mi sfiora la fronte e la bacia con tenerezza tenendo il mio volto tra le mani.

«Vai e vinci. Nessuno lo merita più di te.»

«Di noi.»

Lo ribacio e sento Max che mi chiama. Nathan ridacchia e si dirige verso gli spalti. Rimango lì con la mano che ancora cerca la sua.

«Grazie, angelo mio.»

Mia madre viene ad abbracciarmi e sprofondo tra le sue braccia.

«Te ne sarò eternamente grata.»

La tengo stretta cercando di non piangere. Vorrei dirle che le voglio bene ma a malapena respiro. Lei mi lascia appena nota che le squadre cominciano a dirigersi verso gli spogliatoi.

«In bocca al lupo, tesoro.»

Mi dà un bacio e si ricongiunge a Cassidy e agli altri mentre zio Dominic mi rivolge un'ultima parola:

«Fatti valere, Lex. Comunque andrà, tu hai già vinto.»

«Abbiamo vinto.»

Sorride e sale sulla tribuna assieme agli altri mentre io vado a cambiarmi. Lo spogliatoio è inondato dalle grida di Robin e delle mie compagne entusiaste. Per una volta quella gioia riesce a contagiare anche me. Indosso la maglia da riscaldamento e scendo in campo. Osservo le tribune ed individuo mia madre accanto a Coach Brovies e a tutte le sue ex compagne. Sorrido e mi avvicino alla panchina. Consegno il documento d'identità a Max e prendo il pallone tricolore. Lo sfioro con le dita e le parole di mia madre riecheggiano nella mia mente come una melodia meravigliosa:

«Siamo vicini alla fine o meglio, al tuo inizio amore mio. Mi auguro che tu abbia potuto leggere queste parole con allegria e vedere questo racconto più come una favola che per quello che è stato in realtà. Spero tu abbia sorriso, talvolta pianto ma soprattutto che tu l'abbia letta con tutta la gioia che hai nel cuore. Perché questa storia sì, è stata triste, ma prima di ogni cosa, è stata epica.

Ti voglio bene,

la tua mamma.»


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