Capitolo 1

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EMPOLI, 08:43

"Sole, dove sta la felpa viola che ti avevo prestato!" le urla di mio fratello davanti la porta di camera mia mi risvegliano dal sonno. L'unica mattina in cui potevo dormire fino a tardi, quel coglione doveva svegliarmi.

Mi alzo dal letto a dir poco scazzata e gli apro la porta.

"Andrea, ma ti rendi conto di che ore sono?" dico girando verso di lui lo schermo del mio telefono. "Le 8 e 45 Andrea."
"Dai che sono quasi le 9, poi sono di fretta e non ho più una cazzo di felpa nell'armadio. Sono tutte quante a lavare." risponde e io sbuffo andando a prendere quella famosa felpa viola, che sta sulla mia sedia.
"Tieni." gliela lancio
"Grazie sorellina, ora puoi tornare a dormire." dice dandomi un bacio sulla guancia.
"Ormai chi dorme più... vengo a fare colazione con te."

Indossa velocemente la felpa e insieme scendiamo giù in cucina. Appena arrivo in cucina però noto che non siamo soli, ci sono tutti gli amici di mio fratello. Cosa che mi fa innervosire ancora di più. Li conosco da tempo ormai, ma non abbiamo tutto sto rapporto. Anzi, non si potrebbe proprio dire che abbiamo un rapporto. Io non so quasi niente di loro e viceversa.

"Buongiorno Sole. Ti abbiamo svegliata? Scusa." mi domanda Erin, il più simpatico di tutti a mio parere.
"Giorno Dario. No tranquillo, è stato quel coglione di mio fratello a svegliarmi."
"Mi serviva quella felpa ok? Tra una mezz'oretta dobbiamo andare a Firenze." continua a ribadire Andrea facendo ridere gli altri ragazzi.

Preparo il caffè per me e per i ragazzi. Prendo i biscotti e li metto sul tavolo assieme alla caraffa di caffè. "Qualcuno vuole del latte?" domando, e tutti scuotono la testa. Mi siedo a tavola con i ragazzi a fare colazione con loro.

"Quindi Sole, come stai? Siamo sempre qui a casa di Faster ma mai ci incontriamo. Sei sempre fuori o chiusa in camera a studiare." mi dice Ghera, sempre uno degli amici di mio fratello.
"Sto bene. Mi sono iscritta all'università, in psicologia. E' un po' stressante ma va tutto bene." rispondo bevendo un sorso di caffè bollente.
"Hai visto Faster? Lei è intelligente, mica come te che sei un minchione." e qui a parlare è Fares. Quando ero più piccola, avevo una cotta per lui. Era solo una stupida cotta adolescenziale, ma non posso negare che tutt'oggi rimane un mio punto debole.

Finisco di fare colazione e nel giro di 15 minuti mi ritrovo di nuovo in camera mia, mentre gli altri sono scesi giù in cantina, o come lo chiamano loro nel "bunker" a suonare. Perché si, mio fratello e i suoi amici sono una band. E per quanto la cantina sia lontana da camera mia, più volte alla settimana mi tocca subirmi le loro prove.

Oggi sono abbastanza libera, ho deciso di andare a fare un giro con Silvia tra due orette. Sono passate quasi tre settimane dall'ultima volta che ci siamo viste, dato che entrambe siamo state parecchio impegnate, così abbiamo deciso di vederci per aggiornarci un po' sulle nostre vite e gossipare. Vado a farmi una doccia calda. Dopo la doccia mi vesto, mettendo una felpa grigia e dei jeans e mi ripasso il trucco. Perfetto, in anticipo e pronta per uscire.

Scendo nuovamente al piano di sotto, notando che i ragazzi in cucina non sono, quindi presuppongo che siano andati a prendere il treno per andare a Firenze, come mi avevano detto. Esco di casa, prendendo le chiavi e mi avvio verso il centro di Empoli.

-

"Quindi? Come sta andando con l'università?" mi domanda Silvia. Domanda che ormai sto ricevendo da parte di tutti. Abbiamo deciso di pranzare insieme in pizzeria, dopo una lunga passeggiata.
"Nel complesso tutto bene. Ma lo sai che Gianmarco si è trasferito a Firenze?" le racconto cercando di cambiare argomento per una volta e lei fa una faccia sbalordita.
"Ma dai! Non me l'aveva detto. Vero che è da un po' che non lo sento, ma non l'ha mai accennato."
"L'ho saputo poco fa anch'io. L'altro ieri è passato da casa per raccontarmi la notizia e salutarmi."
"Ah si per salutarti eh? Secondo me un bacetto lo voleva prima di partire." scherza Silvia.
"Che scema." rido e poi continuo "Comunque, questa mattinata non è iniziata nel migliore dei modi, infatti oggi sto un po' scazzata."
"Ho notato. Che è successo?"
"Mio fratello mi ha svegliata urlando perché non trovava la sua felpa. E per di più quando sono scesa giù a fare colazione ho trovato tutto il suo gruppetto in cucina."
"Hai capito! C'era anche Fares?" mi guarda maliziosamente sorridendo.
"Oddio con questa storia di Fares, avevo 15 anni, mi piaceva 4 anni fa Silvia. Sono andata avanti ormai." rispondo e lei sta per ribattere ma veniamo interrotte dal cameriere pronto a servirci le nostre pizze.

"Una capricciosa e una quattro formaggi." dice il cameriere ponendo le corrispettive pizze davanti a noi. Lo ringraziamo e non aspettiamo un secondo in più prima di tagliare e divorare le nostre pizze. Per fortuna una volta arrivato il cibo, la questione Fares si è conclusa.

Finiamo di mangiare e paghiamo. Una volta uscite dal locale notiamo che fuori non sta piovendo, sta letteralmente diluviando.
"Cazzo e ora cosa facciamo?" mi chiede Silvia.
"Andiamo un po' a casa mia, tisanina e film? Tanto mio fratello e mia mamma non ci sono." le propongo.
"Tisana e film, manco le vecchie Sole! Comunque va bene, tanto con questo brutto tempo non abbiamo molte cose da fare qui in giro." mi prende in giro lei facendo ridere entrambe.

Prendiamo il primo autobus che passa che ci porti a casa. Per fortuna arriva subito e nel giro di dieci minuti siamo davanti al portone di casa. Appena apro la porta, sento provenire dalla cantina della musica.
"No, non può essere."
"Non doveva andare a Firenze tuo fratello oggi?" domanda Silvia confusa.
"Si doveva, non so perché sia qui. Spero solo che ci sia lui e non tutta la sua band." rispondo un po' innervosita.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now