Capitolo 4

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EMPOLI, 10:12

La mattina dopo al mio risveglio mi ritrovo 5 chiamate perse da parte di Silvia e 8 da parte di mio fratello. Devono essere tutte della serata precedente, infondo una volta arrivata alla festa il telefono non l'avevo più toccato. Immediatamente avverto un gran mal di testa. Mi alzo dal letto e faccio per uscire da camera mia per andare a fare colazione, finché non mi ricordo della discussione della serata precedente. Soprattutto di quella con Fares, non so come farò a guardarlo in faccia ora senza imbarazzarmi. Più di prima, per motivi decisamente più seri ora.

Nonostante tutto scendo giù in cucina, dove trovo solamente Andrea che beve una tazza di latte freddo.
"Buongiorno." lo saluto accennando un sorriso.
"Giorno Sole." risponde lui facendo lo stesso. Prendo il succo d'arancia dal frigo e un bicchiere e mi siedo di fronte a lui.
"Come hai dormito?" mi domanda visibilmente in difficoltà.
"Potevo dormire meglio." rispondo onesta.
"Senti, scusami per come ho agito ieri sera. Ma sono preoccupato per te. Perché sei uscita piangendo dalla macchina di Fares? Se ti ha fatto qualcosa quello stronzo ti giuro..." inizia a dire lui ma lo interrompo.
"Ei, no. Stai calmo. Non è successo un granché, ho solo bevuto un po' troppo." gli dico una mezza bugia.
"Mi auguro che sia così. Se ti ha fatto qualcosa dimmelo."
"Stai tranquillo sul serio, non mi ha fatto proprio un bel niente lui." cerco di rassicurarlo e lui sembra convincersi.

Raccontargli della litigata in macchina con Fares, non sarebbe stata una delle migliori idee. Pietro per lui è pur sempre come un fratello e non voglio rovinare il loro rapporto per una stronzata del genere. In più, se le cose che Fares ha detto su Niccolò fossero vere e mio fratello scopre che mi stavo bevendo un drink con quel tipo, andrebbe su tutte le furie. Meglio chiuderla qui. Oggi ho altre cose importanti a cui pensare, tipo lo studio. Cosa che ho trascurato negli ultimi giorni. A fine mese devo portare un'esame e io ancora non ho iniziato a studiare. Più rimando questo impegno, più sarò nella merda.

Finisco di fare colazione con mio fratello, cambiando totalmente discorso. Mi racconta qualche aneddoto buffo di ieri sera, facendomi ridere. Un po' di spensieratezza mi ci voleva, e mio fratello è la persona migliore a far ridere e far tornare il sorriso alle persone. Dopo aver finito di parlare con lui, metto un po' apposto il tutto e torno in camera mia. Mi cambio mettendomi una canottiera e dei pantaloni della tuta, per stare comoda. Mi lego i capelli e metto gli occhiali. Così sono più che pronta per studiare. Prendo il computer e i libri e inizio la mia sessione di studio.

-

Sono passate ormai 4 o 5 ore da quando sto chiusa in camera mia a studiare. Mia mamma è tornata da lavoro, ma è uscita subito dopo perché aveva un'appuntamento dalla parrucchiera. Mio fratello pure è uscito poco fa per andare in palestra. Sono rimasta a casa da sola. Dato che non sono scesa giù manco per pranzare e la fame inizia a farsi sentire, decido di andare giù in cucina a prepararmi un panino. Vado ed inizio a tirare fuori tutti gli ingredienti necessari per preparare il panino. Intenta ad addentarlo, sento il campanello di casa suonare. Poso il panino e sbuffando vado verso la porta di casa. 'Questo ora è sicuramente Andrea che si è scordato il borsone.' penso, ma questo pensiero svanisce quando aprendo la porta mi ritrovo davanti l'ultima persona che avrei voluto vedere. Pietro.

"Ciao." mi saluta grattandosi la nuca imbarazzato.
"Ciao. Faster è uscito poco fa, mi dispiace." dico diretta.
"Veramente sono qui per te." ammette lui.
"Ah... entra." dico aprendo di più la porta per farlo entrare in casa. Ci sediamo entrambi in salotto sul divano, uno di fronte all'altro.
"Credo che tu possa immaginare di cosa voglio parlare Sole."
"Già, dimmi quello che devi dirmi."
"Sono dispiaciuto, sul serio mi dispiace. Mi sono comportato da stronzo ieri, trascinandoti via dalla festa e imponendoti di non parlare più con quel tipo. Il fatto è che le cose che ho detto su di lui sono vere, non ha una buona reputazione e io non voglio accada qualcosa alla sorellina di un mio 'fratello'." si spiega lui gesticolando nervosamente.
"Pietro, va bene. Scuse accettate. Anche io devo scusarmi con te, in anzitutto per il modo in cui ti ho parlato in macchina, è vero che vorrei sentirmi più libera, ma non era quello il modo in cui dovevo dirtelo. E poi devo anche scusarmi per averti lasciato lì fuori al freddo su quel divanetto." dico infine per alleggerire un po' la tensione che si era creata. Lui si lascia scappare una piccola risata.
"Ecco, lasciarmi là fuori da solo è stato da vera stronza. E pensare che io aspettavo un tuo ritorno." ride di gusto trascinando anche me a ridere.
"Comunque sono felice che ci siamo chiariti Pietro. Avevo un peso nel petto che non puoi immaginare." ammetto onesta sorridendogli.
"Sono contento anch'io." mi sorride a sua volta.

Rimaniamo a guardarci sorridendo per ulteriori secondi, finché non mi tocca interrompere il momento che si era creato.
"Comunque Pietro, mi sa che ti conviene tornare a casa. A breve la Boss tornerà a casa e se ci vede qui da soli ti fa fuori." scherzo, riferendomi a mia mamma.
"Hai ragione. Comunque se ti va lasciami il tuo numero, mi andrebbe di conoscerti meglio, non solo come la sorella di un mio amico. Se ti va un giorno di questi organizziamo qualcosa, magari anche con gli altri ragazzi."
"Certo, volentieri." continuo a sorridere come un ebete dandogli il telefono, così che può memorizzare il suo numero. Lo accompagno alla porta e lo saluto.
"Ci vediamo Sole." mi sorride allontanandosi.
"Ciao ciao Fares." dico prendendolo per il culo chiamandolo col suo nome d'arte.

Chiudo la porta di casa e mi reco in cucina a mangiare finalmente quel maledetto panino.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now