Capitolo 3

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EMPOLI, 03:15

Silvia mi trascina sulla pista da ballo, spintonando un po' di gente. Arriviamo nel centro della pista e la vedo che inizia a ballare come una pazza sulle note della nostra canzone. Mi fa ridere, costringendomi a ballare assieme a lei. Come non sono amante delle feste, non amo ballare. Ma l'alcool nel mio corpo mi fa fare cose immaginabili oggi. Ballando però, mi scontro con un ragazzo a cui cascano gli occhiali da sole che portava. Glieli raccolgo da per terra e glieli porgo.
"Oddio scusami, non ti ho visto. Spero non si siano rotti."
"Tranquilla, tutto apposto. Ti stai divertendo?" mi domanda a voce alta e io sono confusa.
"Si... perché?"
"Perché sono colui che ha organizzato questa festa, ma non so chi sia tu. Non mi pare di conoscerti."
"Sono Sole. E quindi tu sei Niccolò."
"In persona." mi sorride "Vieni ti offro un drink." mi dice e io lo seguo.

Andiamo al bar e ordiniamo due gin lemon. Uno per me e uno per lui. Appena ce li danno, bevo un sorso del mio drink.
"E tu con chi saresti venuta per ritrovarti alla mia festa?" mi domanda il ragazzo.
"Con Andrea, Faster. Lui è mio fratello."
"Ahhh quindi sei tu la sorellina di Faster." mi parla come se già mi conoscesse.
"Già. Lui e i suoi amici mi hanno invitata e la mia amica che è qui con noi mi ha obbligata ad accettare l'invito." spiego.
"La tua amica è quella stava ballando assieme a te poco fa?"
"Proprio lei, si. Quella pazza." rido facendo ridere anche lui.

Veniamo interrotti dalla figura di Fares che ci viene incontro. Mi guarda stranito, vedendomi in compagnia del ragazzo. Il drink ormai l'ho anche quasi finito e inizia già a girarmi leggermente la testa.
"Ecco dov'eri finita. E io che ti stavo aspettando fuori." sembra quasi innervosito.
"Scusami, mi sono ritrovata qui per caso. A breve sarei comunque tornata da te."
"Certo... comunque tuo fratello ti stava cercando. Gli altri ragazzi se ne stanno andando in macchina, Silvia è già con loro. Dato che i posti non bastano, ti accompagno io a casa."
"Dai Pietro, ma voglio rimanere ancora un po'." piagnucolo. Ok adesso sta decisamente parlando l'alcool per me.
"Tuo fratello mi ha detto di farti tornare con noi, e non mi sembri nemmeno nelle migliori condizioni. Saluta il tuo amichetto e andiamo." mi risponde serio e scazzato.

Saluto Niccolò e vado con Fares verso la sua macchina. Lui prima è venuto da solo con Piccolo, ora io e lui ci siamo scambiati i posti. Mi apre la portiera della macchina facendomi entrare e poi la chiude dietro di me appena prendo posto. Sale in macchina anche lui, ma non la mette in moto. Si gira verso di me e mi guarda furioso.
"Che ci facevi con quello?"
"Chi? Niccolò?"
"Si, Niccolò. Il tipo con cui stavi bevendo."
"Niente. Ci siamo beccati per caso e mi ha offerto da bere." non vi nego che il suo sguardo e il suo tono di voce mi intimoriscono un po'.
"Non è un bravo ragazzo Sole, stagli alla larga, fidati."
"Scusami chi sei tu per dirmi con chi devo stare?" l'alcool sta parlando al posto mio, ma lo penso davvero. Chi è lui per dirmi cosa devo fare?
"Fidati Sole, mi stai facendo perdere la calma. Fidati di me se ti dico che non è un tipo con cui stare, organizzerà belle feste ma è un coglione che si scopa tre diverse ogni sera. Ed è sicuramente quella la fine che avresti fatto tu." sta alzando il tono della voce e io mi sto incazzando.
"Ma che cazzo vuoi Pietro? Mi avete rotto il cazzo tutti quanti. Tutti che decidete al posto mio, sembra che io non abbia una testa per pensare in modo indipendente. Dovete prendere sempre le decisioni al posto mio, sembra che io abbia 9 anni, non 19." e dopo questa, fatico a trattenere le lacrime.

Mi giro verso il finestrino, dando le spalle a Fares.
"Sole..." il suo tono di voce ora è calmo, sembra essersi pentito. Mi mette una mano sulla spalla.
"Portami a casa Pietro." dico con la voce spezzata spostandomi dalla sua mano.
Non risponde più, mettendo in moto la macchina.

Fares potrà avere anche ragione sul tipo. Infondo lui lo conosce meglio di me sicuro. Ma il modo in cui mi ha parlata, mi ha fatta uscire fuori di testa. A malapena ci parliamo e stasera decide di comandare anche lui sulla mia vita? Mi basta e avanza mio fratello, che si sente in dovere a farmi a da padre oltreché da fratello. Sono stufa di essere trattata come una bambina, di sentire tutti dirmi cosa e cosa non devo fare. Non ne posso più.

Per fortuna casa è vicina, quindi ci abbiamo messo poco per arrivare. Appena parcheggia davanti alla porta di casa mia, scendo dalla macchina sbattendo la portiera dietro di me. Prima che si chiuda sento solo lui che mi urla "Aspetta." ma lo ignoro. Mi affretto ad entrare silenziosamente in casa, visto che mamma dorme. Appena metto piedi in vedo mio fratello sul divano che mi aspetta.

"Sole ma dove eri?" mi chiede lui preoccupato.
"Andrea, non mi devi proprio rompere il cazzo." gli dico seria, ma a bassa voce per non fare rumore. Salgo su le scale velocemente seguita da mio fratello, entrando poi in camera mia e chiudendo a chiave la porta dietro di me. Mio fratello dev'essersi accorto del trucco colato per via delle lacrime. "Ma che è successo?" lo sento chiedere cautamente bussando alla mia porta.
Lo ignoro, mi spoglio, mi metto il pigiama e se c'è qualcosa da discutere, ne parleremo domani. La giornata di oggi, per me deve finire qui.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now