Capitolo 19

908 45 0
                                    

EMPOLI, 17:03

Dall'ultima volta che sono stata al bunker, sono passati svariati giorni. Che strano, va sempre così. Passo una serata o una giornata con loro e poi finisco per non sentire più nessuno di loro per svariati giorni, escluso mio fratello ovviamente. Questa cosa succede soprattutto con Fares. Ogni volta che passiamo del tempo assieme, lasciamo che passino giorni prima di rivederci, per poi fare finta di niente.

Ora basta pensare sempre a loro però, oggi devo pensare a me stessa. Soltanto a me stessa. Finalmente è arrivato il giorno della mostra. Della mia mostra. Grazie alle parole di Piccolo, ho avuto il coraggio di contattare Alessandro, l'amico suo che organizza le mostre. Abbiamo parlato al telefono, gli ho mandato un po' di foto delle opere che vorrei esporre e lui ne è rimasto colpito positivamente. Così è riuscito ad aiutarmi a sponsorizzare e soprattutto organizzare questa mostra. Questa mattina, prima di venire qui ero terrorizzata. Ma una volta che ho visto questa sala, con tutte le mie opere originali in esposizione, ha suscitato in me un emozione mai provata prima d'ora. Non riuscirei proprio a spiegarla a parole.

Abbiamo iniziato 4 ore fa e già un po' di gente, decisamente più di quella che pensavo è passata a dare un'occhiata. L'ingresso è gratuito quindi può curiosare chiunque. Ho visto gente di tutte le età, dei signori anziani, delle famiglie con bambini piccoli e anche tanti ragazzi della mia età. La maggior parte di loro sono tutte persone di Empoli, che in una delle solite noiose domeniche non sanno cosa fare. Tante di queste persone si sono soffermate molto sui quadri qui esposti, alcuni mi hanno addirittura fatto personalmente i complimenti. Altre sono passate di fretta e hanno dato giusto un'occhiata veloce, senza soffermarsi troppo sui dettagli. La mostra sarà accessibile fino alle 18, dopo chiuderemo tutto.
Verso la fine, poco prima della chiusura i ragazzi del bunker, Huda e Silvia mi hanno promesso che sarebbero passati per vedere la mostra con più calma. Così abbiamo anche più tempo per chiacchierare.

Manca poco alla chiusura, ormai non sta entrando più nessuno. Finalmente intravedo un gruppo di persone entrare e dai capelli rossi di Piccolo che si vedono a chilometri di distanza, capisco che si tratta di loro. Appena mi vedono si avvicinano verso di me.
"Sole!" mi abbraccia Silvia e io ricambio il suo braccio.
"Che bel posto che hai trovato per la mostra." si complimenta Erin.
"Lo so, ho avuto una gran fortuna. Raga, date un'occhiata in giro dai, fatemi sapere." dico sorridente e loro iniziano a guardarsi intorno. Vedo Fares da lontano che con la testa mi fa segno di avvicinarmi a lui.

"Hai portato anche il quadro dedicato a tua mamma." dice riferendosi al quadro di cui stavamo parlando parecchi giorni fa.
"Eh già. E' uno dei miei preferiti, non potevo non portarlo."
"Hai fatto bene. Comunque sono davvero fiero di te Sole, stai finalmente sfruttando al meglio il tuo potenziale." mi sorride mettendomi un braccio attorno alle spalle, mentre continuiamo a guardare quel quadro.
"Ti ringrazio."
"Sorellina! Complimenti." arriva Faster alle nostre spalle. Subito ci stacchiamo da quella posizione e ci ricomponiamo entrambi. Nel suo tono c'è un po' di fastidio, sicuramente dovuto alla vista di me e Fares vicini.
"Grazie Andre." lo abbraccio e lui sembra calmarsi un po'. Nel frattempo anche gli altri ragazzi si riavvicinano a noi, dopo aver dato un'occhiata. Tutti si complimentano con me. Ormai si è anche fatto tardi e mi tocca risistemare tutto qui dentro.

"Raga, io direi di andare a bere qualcosa per festeggiare!" propone Huda entusiasta.
"Ci sta, andiamo?" domanda Jack intento a lasciare la mostra.
"No aspettate, io non posso. Devo risistemare tutto qui dentro. La sala dev'essere vuota entro domattina." sbuffo pensando a tutto il lavoro che c'è da fare.
"Dai, sti cazzi. Passi più tardi. Ora andiamo a bere qualcosa tutti insieme, dobbiamo brindare a questo tuo traguardo." mi dice Faster convincendomi.
Usciamo dalla sala dove si è tenuta la mostra e chiudo a chiave la porta dietro di me. Ci distribuiamo nelle varie macchina con cui gli altri sono venuti. In macchina con Piccolo vanno Jack, Erin, Caph e Faster. Jack e Ghera sono venuti in motorino. Così io, Silvia e Huda andiamo con Fares. Ormai Pietro è diventato il mio autista personale.
"Il nostro Fares sempre circondato da donne eh?" lo prende in giro Caph e Pietro come risposta scuote la testa divertito.
"Tanto potrebbe essere circondato anche da 100 donne ma avrebbe occhi solo per una." afferma Piccolo che ride guardandomi. Nessuno sembra aver capito a chi si riferisse, a parte Fares che fa finta di non capire.

Per fortuna tutti a parte Fares ignorano la battuta di Piccolo, che ai loro occhi era insensata e ci distribuiamo nelle corrispettive macchine. Io ho preso il posto del passeggero, Huda e Silvia sono sedute dietro. Anche Pietro entra in macchina e si avvia verso il bar scelto dai ragazzi.
Durante il viaggio Pietro continuava a lanciarmi delle occhiate, pensando che io non me ne accorgessi. Invece me ne sono accorta eccome. Addirittura le ragazze dietro non si sono fatte sfuggire questo dettaglio, infatti le sentivo sussurrare continuamente tra di loro qualcosa di incomprensibile.

Appena arriviamo al bar mi accorgo che più che bar è quasi una discoteca. Non sono molto entusiasta all'idea di andare in un posto così affollato e rumoroso, dopo una giornata così stancante. Scendiamo dalla macchina riunendoci con gli altri ragazzi. Insieme entriamo nel locale e una cameriera ci fa prendere posto su un divanetto in un'angolino. Non serve neanche sfogliare il menù, so già che prenderò il mio solito negroni. L'unica cosa che io e mio fratello abbiamo in comune è il negroni come drink preferito, per il resto siamo due persone completamente opposte. Sia come carattere, ma anche come aspetto.

Mentre aspettiamo i nostri drink, racconto quindi un po' ai ragazzi com'è andata la mostra, faccio vedere qualche foto che ho scattato e racconto qualche aneddoto. Nel giro di nemmeno 5 minuti arriva finalmente il mio negroni. Brindiamo tutti insieme e bevo subito un sorso. In realtà, da quanta sete ho mi scolo il drink in poco tempo. Sì forse il negroni avendo sete non era proprio la scelta migliore.
La stanchezza inizia a farsi sentire e anche vedere, tutto il casino di questo locale non sta aiutando, anzi. Mi sta solo provocando un gran mal di testa. Pietro sembra accorgersene subito.

"Ei, tutto bene?" mi domanda a bassa voce preoccupato, così da non farsi sentire da tutti.
"Non lo so. Questo posto mi sta dando alla testa, c'è troppo casino." ammetto.
"Vuoi uscire un po' fuori?"
"Vorrei proprio andarmene in realtà." dico sincera.
"Allora andiamocene." risponde diretto, alzandosi dal divanetto subito dopo. Io lo guardo confusa. Che ha intenzione di fare ora?

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now