Capitolo 29

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EMPOLI, 11:35

Pietro mi ha appena riportata a casa. Suono il campanello di casa e mi ritrovo mia madre che sarà tornata a casa 4 ore fa da lavoro. Mi aveva avvisata che avrebbe fatto il turno notte. Ancora assonata mi saluta e sorride.

"Ciao bella." mi lascia un bacio sulla guancia, visibilmente stanca.
"Ciao mamma, come è andata a lavoro?"
"Bene. Senti, dove sei stata sta notte? Dove hai dormito? Perché eri con Pietro?" in un attimo sembra riprendersi dal sonno, tartassandomi con mille domande.
"Mamma, calma. Ti sei ripresa velocemente dal sonno." scherzo andando in cucina con lei che mi segue.
"Sono soltanto curiosa. Raccontami, dai. Non parliamo mai." si siede a tavola con me.
"Ieri sera hanno organizzato una cena al bunker, abbiamo mangiato e ho esagerato un po' col vino. Tutto qui. Per questo non sono rientrata ieri sera." mi limito a spiegare, tralasciando molti dettagli.
"Ho capito. Quindi hai dormito da Pietro." mi sorride maliziosa. Ma come ha fatto a capirlo?
"Ma ti pare? Come ti viene in mente?" rispondo nervosa e imbarazzata. Questa mia reazione credo le stia solo dando più conferme.

"Puoi mentire a chiunque Sole, ma non a me. Ti conosco troppo bene. Dai, dimmi tutto." dichiara mia mamma e io sospiro. Inutile anche solo tentare di nasconderglielo.
"Ma non è successo niente di che. Io ero ubriaca e non avevo le chiavi di casa, quindi lui ha ritenuto opportuno farmi dormire a casa sua. Ovviamente in due stanze diverse, lui ha dormito sul divano, io in camera sua." spiego velocemente.
"Ho capito. Si è comportato bene dunque, no?" mi domanda felice.
"Sì, si è comportato molto bene con me." sorrido automaticamente.
"E che avete fatto sta mattina?" continua a domandare.

"Abbiamo fatto colazione, ho conosciuto sua sorella e abbiamo fatto un giro per i campi con la sua cagnolina. Tutto qui."
"Tutto qui?" continua a domandare.
"In realtà no." sospiro. Ormai le sto raccontando tutto, tanto vale dirle anche quella cosa.
"Allora continua!" mi incita.
"Ci siamo baciati." dico tutta d'un fiato. Lei rimane a bocca aperta, ma sorride.
"E... e come è stato?" domanda, non sapendo esattamente cosa dire.
"Bello, molto." sorrido timidamente.
"Sono così felice per te. Pietro mi piace, sembra un bravo ragazzo." mi mette una mano sulla spalla e mi accarezza.
"Lo è. Soltanto una cosa mamma. Non dire niente ad Andrea." la prego.
"Ovviamente. Glielo dirai tu quando te la sentirai. Io non mi metto in mezzo." dice infine mamma.

Parli del diavolo e spuntano le corna. Sentiamo la porta d'ingresso aprirsi. Mia mamma si alza per andare a vedere e io la seguo. Andrea entra in casa assonnato e tutto sfatto.
"Bentornato." lo saluta mamma.
"Buongiorno." risponde lui.
"E tu dove hai dormito, sentiamo?" mia mamma incrocia le braccia. Mi fa ridere come con lui fa la finta severa.
"Al bunker, ieri sera abbiamo bevuto un po' troppo. E pure tu Sole, dove sei finita?" domanda confuso Andrea. Sto per rispondere ma mamma risponde al posto mio.
"Da Silvia, la madre di Silvia è passata a prenderla visto che lavoravo." dice mamma e io le rivolgo un sorriso per ringraziarla. Sinceramente in questo momento non avrei proprio saputo che scusa inventarmi.
"Ah ok, io vado a dormire." risponde disinteressato.
"Come se non avessi dormito fino a poco fa." lo prendo in giro io e lui mi fa il medio andandosene di sopra.

"Grazie per avermi coperta." ringrazio mamma.
"Figurati. Ora vai a riposarti un po' anche tu va', che hai delle occhiaie spaventose." ride lei.
"Molto gentile. Vado." rido a mio volta andandomene in camera.

Appena arrivata in camera, mi tolgo quei vestiti che ormai sono diventati scomodi. Mi metto una maglietta a maniche corte. Prima di mettermi a dormire scrivo un messaggio a Silvia. Devo assolutamente raccontarle quello che è successo, ma non per telefono. Le chiedo di vederci al bar stasera e la avviso che ci sono delle novità. Tempo di neanche due minuti mi risponde accettando l'invito ad uscire. Ci accordiamo per le 19.
Imposto una sveglia alle 18 e metto il telefono da parte, cadendo subito in un sonno profondo.

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Mi sono svegliata e mi sono immediatamente sistemata per la serata. Stasera mi sono truccata più del solito. Il motivo non lo so, ma sentivo di volermi fare davvero carina per una volta. Ho anche indossato un vestito corto, che tenevo nell'armadio da non so quanto. Raggiungo Silvia con l'autobus fino al bar dove ci eravamo accordate di vederci.

Una volta arrivata, la vedo già seduta ad un tavolino col telefono in mano. Noto che anche lei ha deciso di mettere un vestito sta sera, uno rosso, le sta davvero perfettamente. Appena mi avvicino di più a lei, mi nota. Mi sorride mettendo il telefono da parte. Ci salutiamo e mi siedo sulla sedia accanto a lei.
Entrambe abbiamo già ordinato, per me un negroni e per lei un mojito.

"Quindi, cosa dovevi raccontarmi?" domanda sorseggiando il suo mojito.
"Beh, riguarda Fares." sorrido e lei spalanca gli occhi, mettendo da parte il drink.
"Spara, veloce." esclama.
"Ci siamo baciati." dico semplicemente sorridendo.
"Non ci credo! Ma com'è successo? Voglio più dettagli possibili." insiste lei e le racconto tutta la storia, che ormai ho imparato a memoria.
"Non ci posso credere. Ma Faster lo sa?" domanda ingenuamente.
"Ma ti pare? Non può scoprirlo."
"Si ma se le cose tra te e Fares dovessero farsi serie? Prima o poi lo scoprirà, non puoi tenerglielo nascosto per sempre Sole." mi risponde. Avrà pure ragione, ma ora non è il momento.
"Dai, è successo oggi. Ho ancora tempo per dirglielo. Magari le cose si faranno serie o magari non succederà più niente tra di noi. Posso ancora pensare a come e se dirglielo." spiego.
"Come vuoi tu. Argomento Faster a parte, hai dormito a casa sua eh?" domanda maliziosamente, con un sorrisetto furbo.

"Smettila! Ti ho detto che abbiamo dormito in due camere separate." esclamo ridendo.
"Che noiosa che sei. Stavo scherzando. Qui mi sa che ci vuole un secondo giro. Prendi sempre negroni?" ride a sua volta.
"Ovviamente."
Ordiniamo il secondo giro, per poi passare a degli shottini. 3 a testa di vodka liscia. La testa mi gira un po', ma non così tanto come l'altra sera. Diciamo che sono ancora in grado di tenermi in piedi.

Dopo aver bevuto e pagato, usciamo da quel bar soddisfatte. La serata per noi però è appena cominciata. Decidiamo di andare a ballare in un locale non troppo lontano da quel bar.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now