Capitolo 2

1.1K 41 0
                                    

EMPOLI, 15:04

Scendo giù in cantina con Silvia che mi segue. Più scendo e più il suono di musica e risate si fa chiaro, oltre ad una forte puzza di fumo. Apro la porta che divide me e lo studio e trovo tutti lì. Chi con strumenti in mano e chi con una sigaretta o una birra. Appena la porta si apre la musica si ferma e lo sguardo di tutti i ragazzi si rivolge prima su di me e poi su Silvia.

"E voi che ci fate qui?" domando confusa e leggermente innervosita.
"Sorellina!" esclama Andrea lasciando la chitarra venendo verso di me mettendomi un braccio attorno alle spalle. Odio quel nomignolo, lo so che lo usa appositamente per infastidirmi.
"Non dovevate andare a Firenze?"
"Eh si, dovevamo. Poi ci hanno cancellato il treno per maltempo. Quindi rieccoci." continua Andrea. "Ma c'è anche Silvia, ciao! Ma allora siamo proprio al completo oggi." la saluta allegramente e lei ricambia il saluto.
"Ragazze, volete una birra?" domanda Caph.
"No, in realtà pensavamo di farci una tisana e guardarci un film."
"Festaiole le ragazze eh? Non starete mica esagerando con la tisana?" scherza Fares e io lo fulmino con lo sguardo.
"A proposito di feste, domani sera siamo invitati ad una festa. Vi volete unire?" ci chiede Erin.
"Veramente..." sto per rispondere ma vengo interrotta da Silvia che risponde al posto mio "Quella di Niccolò vero? Certo che veniamo."

Mi giro verso di lei e la guardo con uno sguardo misto tra furioso e confuso. Lei mi sorride divertita.
"Perfetto allora. Più siamo, meglio è. Domani passo a prendere voi due e Faster sotto casa." annuncia Caph.
A quel punto io ci rinuncio e insieme risaliamo su in cucina. Accendo il bollitore d'acqua, tiro fuori due bustine di tisana allo zenzero e prendo due tazze.
"Ma perché hai accettato?" le domando sbuffando. Anche se potrebbe sembrare, non ce l'ho con lei.
"Perché si Sole. Vedrai che ci divertiamo e poi ti farà bene uscire. Magari riesci anche a fare passi avanti con Fares."
"Ancora? No Silvia. Basta. Con l'amico di mio fratello, direi che non è il caso."
Finisco di preparare i thè e saliamo su in camera mia, dato che in salotto si sente troppo il casino dei ragazzi. Dopo venti minuti riusciamo a metterci d'accordo su quale film guardare.

-

Sono le 21:45. Stasera ci sarà la festa. Io mi sto già preparando. Ho optato per un vestito nero con degli anfibi altrettanto neri. Mi piastro i miei capelli rossi e mi trucco più del solito. Sono quasi pronta, giusto qualche spruzzata di profumo e... e mio fratello irrompe in camera mia.
"Ma quanto siamo belle!" mi fa fare un giro su me stessa "Non vorrai mica fare colpo su qualcuno, no?" scherza.
"Ma ti pare. Comunque anche tu non scherzi eh, con questa camicetta rosa." lo prendo per il culo.
"Guarda che è bellissima la mia camicia. Vedi di muoverti che Caph è giù, avvisa anche Silvia che stiamo per arrivare." dice uscendo dalla mia stanza.

Mi assicuro di aver messo tutto il necessario nella borsa ed esco da camera mia, uscendo poi di casa. La macchina bianca di Caph è parcheggiata davanti casa. Noto che il posto del passeggero è già stato occupato da mia fratello, quindi prendo posto dietro.
"Ei Marco!" saluto Caph.
"Ciao bella! Indicami la strada per la casa della tua amica, così facciamo prima."
E come lui mi ha chiesto, inizio a dargli le indicazioni. Appena arriviamo davanti casa sua, noto che sta già fuori al freddo ad aspettarci. Ci saluta calorosamente e Caph mette in moto la macchina guidando verso la location.

Appena parcheggia spegnendo la macchina, riesco subito a sentire la musica a palla. Insieme andiamo dentro la casa. I ragazzi vanno avanti e noi li seguiamo, finché non arriviamo da tutti gli altri. Appena ci vedono, si alzano dal divanetto su cui stavano seduti precedentemente per salutarci. Uno ad uno, li saluto con due baci all'italiana e prendo posto sul divanetto accanto a Fares. Posto peggiore non potevo trovare. Silvia sta seduto dal lato a me opposto, per parlare dovremmo urlare. Mi maledico per non aver cercato più attentamente un altro posto a sedere.

La serata procede bene, alla fine dopo il primo negroni preso assieme a mio fratello, le parole sembrano uscirmi da sole. Inizio a chiacchierare tranquillamente con tutti i ragazzi del più e del meno. In tutto ciò, l'organizzatore della festa il così detto "Niccolò" ancora non l'ho ne visto ne incontrato.

"Vieni fuori a fumare?" mi domanda dal nulla Fares.
"In realtà io non fumo." Bugia. Fumo, ma mio fratello non lo sa .
"Vabbè, vieni a tenermi un po' compagnia dai." insiste alzandosi dal divano aspettando che io lo segua. E così in fine faccio. Esco fuori in terrazza con lui, sotto lo sguardo attento e malizioso di Silvia che non si è lasciata sfuggire questo momento e quello di mio fratello confuso.
Fuori fa freddo, ma c'è molta meno gente. Molto meno casino. Finalmente un po' di tranquillità e pace. Si può parlare senza necessariamente urlare. Appena usciamo estrae la sigaretta dal pacchetto.

"Sai Pietro, ti ho mentito. Posso?" domando indicando il pacchetto di sigarette. Lui mi guarda confuso ma annuisce.
"Sai com'è fatto mio fratello... è protettivo. Ha paura di qualsiasi cosa mi possa ferire o nuocere. Anche il fumo. Quando qualche annetto fa mi vide fumare, andò fuori di testa." ridacchio.
"Seria? Non pensavo fosse così rompicoglioni. Eppure tu sei maggiorenne, capace di intendere e di volere. A 19 anni dovresti avercela un po' di libertà." mi guarda serio.
"Si, lo so. Ma che ci dobbiamo fare, lui è fatto così e io non sono una ribelle. Infondo lo so che lui si preoccupa troppo, solo per il mio bene." sbuffo.
"Ma certo." e da lì cala il silenzio.

Nessuno dei due apre più bocca. Fumiamo in silenzio, con la musica che proviene da dentro di sottofondo guardando il giardino del proprietario della casa. Sono a disagio e non poco. Perché ho accettato di venire fuori? Potevo evitare tutta questa situazione imbarazzante.
"A che pensi?" domanda lui buttando la sigaretta e interrompendo il silenzio che si era creato.
"Niente di che, penso che sia meglio rientrare. Qui fuori fa freddo." dico buttando anch'io la sigaretta.
"Dai, stiamo ancora un po'. Dentro non si riesce a parlare, c'è troppo casino."
"E di che vorresti parlare Pietro, mh?" domando incrociando le braccia.
"Di tutto quello che vuoi, ma non ho voglia di rientrare ora." va per sedersi sul divanetto accanto a noi e io lo seguo.
"Se è per questo, a dire il vero io nemmeno volevo venirci a questa festa. Se non fosse stato per Silvia non sarei proprio qui." ammetto.
"Si vede che lei è una casinista, tu invece per quanto poco ti abbia conosciuta in questi anni, so che sei una tipetta tranquilla."
"Siamo decisamente diverse io e lei." rido tra me e me.

Parli del diavolo e spuntano le corna. Dalla porta della terrazza vedo uscire Silvia che corre verso di me, decisamente un po' ubriaca.
"Sole, questa è la nostra canzone!" mi prende dal braccio trascinandomi dentro, poi si gira verso di Fares e gli dice "Scusa te la rubo un'attimo, te la riporto subito. Aspettaci"
Che pazza.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now