Capitolo 6

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EMPOLI, 05:00

Sta mattina mi sono svegliata e alzata puntale come un orologio svizzero. Oggi è il giorno del mio primo esame. Inutile dirvi che l'ansia mi sta divorando. La mia sarà una prova orale, cosa che mi spaventa ancora di più. Non sono brava a parole e ad esprimermi. Soprattutto se sono in ansia e nervosa.
Scaccio i brutti pensieri e scendo giù a fare colazione. La cucina è vuota e buia. Il sole ancora non è spuntato, addirittura riesco ancora a vedere la luna. Mangio e bevo velocemente qualcosa e salgo su in bagno a farmi una doccia veloce. Mi vesto velocemente indosso qualcosa di adeguato. Mi piastro i capelli e mi trucco un minimo. Per le 6 meno un quarto sono già pronta. Ho anche il tempo di ripassare ancora un po'. Preparo la borsa con tutte le cose che mi serviranno e scendo giù in salotto per ripassare. Appena prendo posto sul divano, sento aprirsi dietro di me la porta d'ingresso. Mi volto e vedo mia mamma sfinita entrare.

"Buongiorno mamma." mi alzo per salutarla e la stringo in un abbraccio.
"Buongiorno tesoro. Oggi hai l'esame?" mi domanda.
"Già." sorrido nervosa.
"Allora mi sa che ti tocca correre. Il treno per Firenze arriva tra 10 minuti."
"Ah si, ieri ho parlato con Pietro, l'amico di Andrea. Mi accompagna lui, dato che anche lui deve andare a Firenze, per questioni sue." la informo.
"Ah, Pietro eh? Ricordati di ringraziarlo allora. Io vado a dormire, sono stanca morta. Buona fortuna per oggi. Mandami un messaggio appena hai fatto e fammi sapere."
"Va bene, grazie mamma." la riabbraccio e mi siedo nuovamente sul divano, pronta a ripassare.

Non passano neanche dieci minuti che sento il mio telefono vibrare. Un messaggio da parte di Fares appare sul mio schermo.

Fares
Sono qui fuori, ti aspetto.

Salto letteralmente su, prendo la mia borsa, metto le scarpe ed esco fuori di casa. La macchina nera di Fares è parcheggiata nello stesso posto in cui si era fermata la sera in cui mi ha riaccompagnato a casa. Lo vedo al telefono appoggiato sulla sua auto. Appena mi sente arrivare alza la testa e mi sorride, sorriso che io ricambio.
"Buongiorno." lo saluto.
"Buongiorno, sali. Ho una sorpresa per te." mi annuncia.
Salgo in macchina. L'odore è un mix tra fumo e un profumatore per auto alla vaniglia. Appena prendo posto noto che sul cruscotto c'è una busta del fornaio.
"Non ci posso credere." dico prendendo in mano la busta e aprendola. Davanti ai miei occhi un cornetto alla crema.
"Ho pensato di portarti la colazione, un po' ancora per farmi perdonare, un po' perché non sapevo se hai avuto tempo di fare colazione. Comunque è alla crema, spero ti piaccia."
"Alla crema sono i miei preferiti." annuncio felice. "Tu hai già fatto colazione spero?" domando e lui annuisce.
"Lì c'è anche un cappuccino. Si è un po' raffreddato purtroppo."
"Grazie, grazie davvero." istintivamente lo abbraccio. Lo vedo titubante, ma poi si scoglie e ricambia l'abbraccio.
"Ora partiamo, non voglio farti arrivare in ritardo."

Il viaggio inizia con me che mi gusto il mio croissant alla crema e bevo il mio cappuccino, con il sottofondo di Fares che canticchia qualche canzone della sua playlist. Non mi sento di voler ripassare, perché ormai manca poco e mi creerebbe solo più ansia. Voglio godermi il viaggio con calma e arrivare serena.
"Tu non mi hai detto il motivo per cui devi andare a Firenze." dico improvvisamente voltandomi verso di lui.
"Devo vedermi con un paio di conoscenti per questioni di 'lavoro'." mi spiega lui, riferendosi alla musica e alla band.
"Mh, ma così presto?"
"No, ma come già detto, ancora dovevo farmi perdonare in qualche modo." sorride senza però distogliere gli occhi dalla strada. Io alzo gli occhi al cielo sorridendo a mia volta, anche se lui non può vederlo.

Improvvisamente mi accorgo che sta sorgendo il sole. Amo l'alba, è il momento più bello della giornata per me assieme al tramonto. Adoro vedere il cielo colorarsi di quei colori. Mi trasmette tranquillità.
"Che bella l'alba." dichiara Fares, come se mi avesse letto nel pensiero.
"Già, la amo. Peccato che dura così poco." dico con occhi sognanti.
Dopodiché cala nuovamente il silenzio. Di sottofondo le sue canzoni, che sono quasi tutte di genere rap. Genere che non mi dispiace però. Anch'io ascolto principalmente rap.

"Comunque siamo quasi arrivati. Dimmi dove vuoi che ti lasci." dice distraendomi dai miei pensieri. Il fatto che manchi sempre meno, mi sta mettendo pressione.
"Lì va benissimo, ci metto solo 5 minuti a piedi, tanto sono in anticipo." gli spiego indicando un piccolo parchetto.
"Ok, se vuoi dopo mandami la posizione dell'università che passo a prenderti direttamente lì. Se vuoi possiamo fermarci a pranzare da qualche parte."
"In realtà, penso che prenderò un treno per tornare. Tu occupati con calma dei tuoi impegni, ritorna quando vuoi. Mi sono messa d'accordo con un mio amico per pranzare insieme. In realtà, se ti va, potresti unirti a noi."
"Va bene, se vengo però, accetti il mio passaggio per tornare."
"Perfetto." dico io stringendogli la mano e ridacchiando, poi continuo "Tra 4 orette, dovrei aver finito. Quindi fai conto per mezzogiorno."
"Cercherò di essere puntuale. In bocca al lupo allora." mi sorride rassicurandomi e mi mette una mano sulla spalla.
"Crepi il lupo."

Scendo dalla macchina ed inizio ad incamminarmi verso l'università. Sono scesa qui a posta per fare due passi all'aria aperta. Avevo bisogno di camminare e schiarirmi un po' la mente prima di fare l'esame.
Appena arrivo davanti all'università, vedo vari ragazzi e ragazzi che frequentano la mia stessa facoltà incamminarsi verso l'aula dove si terrà l'esame. Speriamo vada tutto bene.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now