Capitolo 27

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EMPOLI, 08:01

Mi sveglio in un posto dall'odore famigliare, ma non ho ancora aperto gli occhi. Il materasso non è quello di casa mia, è più morbido, e nemmeno l'odore che avvolge il cuscino è il mio.
Apro gli occhi e mi accorgo di trovarmi in una camera che non è la mia. Inizio a sentire un po' di panico, ma poi mi ricordo un pezzo di quello che è successo la scorsa sera. Sono a casa di Fares. Questa è la camera di Pietro. Perché ho addosso soltanto la sua maglietta? Mille pensieri mi travolgono ma c'è solo un modo per avere delle risposte, parlarne con Pietro. Mi alzo dal letto e con addosso ancora la sua maglietta faccio per andare in soggiorno, ma non lo trovo. Inizio a girare un po' per la casa non conoscendola, alla ricerca della cucina. Quando la trovo, vedo Pietro che sta preparando del caffè. Entro silenziosamente in cucina.

"Buongiorno." dico timidamente, ma lo vedo sobbalzare. Non deve avermi notata.
"Ei, buongiorno. Come hai dormito?" accenna un sorriso.
"Molto bene." rispondo sbadigliando.
"Sono contento, ti fa male la testa dopo ieri immagino." dice lui e io annuisco.
"Allora tieni, prenditi un po' di acqua e l'aspirina, finché non è pronto il caffè."
"Grazie, non c'era bisogno. Ma da quanto sei sveglio?" domando prendendo l'aspirina che mi ha dato Pietro.
"Due orette forse?" risponde versando il caffè bollente in due tazzine, per poi sedersi a tavola.
"Non ti facevo un mattiniero." ridacchio un po'.
"Capita di sbagliarsi." risponde ridendo

"Senti, toglimi subito un dubbio, cosa è successo ieri sera quando siamo venuti qua?" domando a bassa voce, come se avessi paura che qualcuno possa sentirci.
"Assolutamente nulla, stai tranquilla." risponde semplicemente bevendo il caffè.
"Sei sicuro?"
"Si, ovvio che sono sicuro. Puoi fidarti di me. Non penserai mica che io possa approfittarmi di te, soprattutto in quello stato." risponde un po' infastidito e con un espressione dispiaciuta in viso. Mi sento un po' una merda ad averlo anche solo pensato sinceramente.
"Scusa." abbasso lo sguardo imbarazzata.
"Non importa. Vuoi dei biscotti? Purtroppo non siamo abituati a fare colazione, in casa non abbiamo altro." mi chiede Pietro.
"Sto bene così." sorrido debolmente.

Dopo aver fatto colazione, lo aiuto a pulire le tazzine e rimettere tutto al suo posto.
"Cosa ti andrebbe di fare oggi?" mi domanda Pietro come se nulla fosse.
"Dovrei tornarmene a casa oggi sai? Non vorrei dare nell'occhio. Quando Faster tornerà a casa e non mi troverà sappiamo benissimo come potrebbe reagire."
"Si ma sappiamo anche che Faster non si sveglierà prima di mezzogiorno, se non dopo." ribatte Pietro, sapendo benissimo di avere ragione sta volta.
"Hai ragione." sospiro sconfitta.
"Quindi? Che ti va di fare?" mi domanda guardandomi.

Improvvisamente sentiamo la porta di casa aprirsi, il panico assale entrambi. Ci lanciamo uno sguardo spaventato e confuso. In tutto ciò io ho ancora addosso soltanto la maglietta di Pietro.
"Cazzo non avevi detto che non doveva esserci nessuno?" sussurro nervosa.
"Infatti sarebbe dovuto essere così. I miei sono a Roma per lavoro, mentre mia sorella è uscita con le sue amiche di Firenze ieri sera. Aveva detto che non tornava prima di mezzogiorno." risponde a bassa voce e altrettanto nervoso.

Proprio in quel momento, una figura femminile dai capelli biondi si unisce a noi in cucina. Appena mi vede, mi guarda confusa. Poi rivolge uno sguardo a Pietro in cerca di spiegazioni.
"Buongiorno? Tu chi sei?" mi domanda cercando di sorridere ma si vede che non sta capendo.
"Asia, questa è Sole, la sorella di Faster. Sole, questa è Asia, mia sorella." interviene Pietro al posto mio. Dopo quella presentazione la sua faccia cambia completamente, un sorriso sincero si fa spazio sul suo volto.
"Adesso capisco! Pietro mi parla tanto di te. Piacere, Asia." mi stringe la mano sorridendo.
"Piacere mio, Sole." sorrido imbarazzata.
"Ieri sera ha bevuto un po' troppo, non aveva le chiavi di casa e quindi mi è sembrato giusto portarla qui, per non lasciarla da sola." spiega velocemente in preda all'ansia Pietro e Asia annuisce.
"Bravo, hai fatto bene." lo rassicura e lui le sorride un po' più tranquillo.
"Comunque mi dispiace per le circostanze in cui ci stiamo conoscendo." cerco di spiegare impacciata e imbarazzata.
"Oh no, ma stai tranquilla. Ma voi due...?" domanda curiosa indicandoci.
"No." diciamo in unisono, rispondendo un po' troppo velocemente.
"Ah ok, tranquilli, era solo curiosità. Comunque vado a dormire, sono esausta dalla serata di ieri. Spero di rivederti presto Sole." mi saluta sorridendo e io ricambio il saluto.

Quando siamo soli, mi rivolgo con uno sguardo disperato a Pietro.
"Non sapevo sarebbe tornata sta mattina!" alza le mani in alto in segno di difesa.
"Ti rendi conto di come mi ha conosciuta? Appena sveglia, a casa sua, con soltanto una maglietta addosso. La tua maglietta. E' terribile Pietro!" esclamo disperata e lui scoppia a ridere.
"Che hai da ridere ora?" domando leggermente nervosa.
"No nulla, non ti preoccupare. Per fortuna che era soltanto mia sorella. Non ti giudicherà, stai tranquilla." mi mette una mano sulla spalla per rassicurarmi.
"Mi fido."

Dopo quella breve conversazione ritorno in camera sua per rimettermi i miei vestiti. Dopodiché vado in bagno per darmi una sciacquata alla faccia. Quando torno in cucina, noto che anche Pietro si è cambiato.
"Quindi, che si fa?" mi domanda a braccia conserte, appoggiato al banco.
"Andiamo a fare una passeggiata per i campi. Ti va?"
"Certo, se vuoi portiamo anche Sangy."
"Chi?" lo guardo confusa.
"Sangy!" chiama qualcuno. Un cane bianco si avvicina a noi.
"Non l'avevo proprio vista ieri, dov'era? E' bellissima!" mi abbasso per accarezzarla. Amo i cani.
"Stava già dormendo in salotto nella sua cuccia. Ora che hai fatto conoscenza anche col cane direi che siamo pronti per andare." scherza lui.
"Andiamo dai." usciamo fuori di casa pronti per una lunga passeggiata mattutina.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now