Capitolo 7

1K 49 1
                                    

FIRENZE, 12:01

Esco fuori dall'università tirando un respiro di sollievo. Mi sono tolta un grande peso e a dire il vero sento anche che è andata molto bene. Ma il risultato finale lo scopriremo più avanti. Fuori mi giro intorno alla ricerca della macchina di Fares. Appena la individuo, vado a passo svelto verso di essa. Lui è seduto in macchina, che sta parlando al telefono con qualcuno. Busso al finestrino, dato che la macchina è chiusa da fuori e lui si affretta a chiudere la telefonata e ad aprirmi.

"Ciao!" esclamo felice sedendomi in macchina.
"Ei, quindi? Com'è andato l'esame?"
"Bene, forse benissimo. Vedremo." dico e lo vedo sorridere.
"Brava, sapevo che sarebbe andata bene. Hai studiato tanto mi pare di aver capito."
"Già. Comunque, ora basta parlare di questo maledetto esame. Ho sentito Gianmarco poco fa, l'ho avvisato della tua presenza e mi ha mandato la posizione del ristorante. Sarebbe a due passi da qui, se ti va possiamo anche andare a piedi." annuncio.
"Va benissimo. Aspetta che trovo un altro posto per parcheggiare e andiamo."

Come lui ha detto, parcheggia e andiamo a piedi verso il ristorante. Non ci abbiamo messo neanche 5 minuti per arrivare. Da fuori il posto sembra molto carino ed accogliente. Vedo Gianmarco fuori all'entrata del ristorante che ci aspetta. Appena mi vede da lontano, un sorriso si fa spazio sul suo volto.

"Gian! Come stai?" lo saluto contenta stringendolo in un abbraccio.
"Tutto bene. Sono felice di vederti." continuiamo ad abbracciarci per ulteriori secondi, scordandomi quasi della presenza di Fares.
"Comunque lui è Pietro. Un'amico di mio fratello." lo presento a Gianmarco.
"Piacere di conoscerti, mi chiamo Gianmarco." lo saluta molto educatamente. Gianmarco è sempre stato un ragazzo molto composto ed educato.
"Piacere, Pietro." lo saluta un po' più distaccato.
"E come mai siete qui insieme?" domanda Gianmarco ad entrambi.
"Pietro si è offerto di darmi un passaggio fino all'università sta mattina. Ora, entriamo che ho fame." mi affretto a dire.

Entriamo nel locale, che dentro si presenta anche meglio di fuori. Non è molto grande, è pieno di piante e candele ovunque. Gianmarco ha prenotato un tavolo in anticipo, quindi seguiamo il cameriere che ci accompagna al nostro tavolo. Prendiamo posto, ordiniamo da bere e successivamente anche da mangiare. Tutti abbiamo optato per un piatto di pasta. Mentre aspettiamo che arrivi da mangiare, continuiamo a chiacchierare un po'.

"Ma quindi Pietro, fai parte anche tu dei bnkr44? Fares giusto?" domanda incuriosito Gian.
"Proprio così. Come fai a saperlo?"
"In precedenza, sia Andrea che Sole ti hanno nominato un po' di volte. Avevi un nome famigliare, poi quando Sole mi ha detto che sei amico di Andrea ho collegato tutto."
"Ha senso." risponde Pietro rivolgendomi uno sguardo.
"Come procede con la musica?" continua a chiedere Gian.
"Alla grande. Tra poco ci trasferiremo in un vero e proprio studio, non più nella cantina di casa di Faster." afferma Fares.
"Come cambiate studio? Andrea non mi ha detto niente. Dove andate?" rispondo sorpresa. Non ne avevo assolutamente idea.
"Abbiamo trovato un vero e proprio piccolo bunker a Empoli sempre. Nei prossimi giorni ci spostiamo. Immagino che ti dispiacerà non sentire più tutto il nostro casino."
"Un po' si sai? Mi ci ero quasi affezionata." scherzo facendo ridere tutti.

Poco dopo arriva la nostra pasta, continuiamo a scherzare mangiando. Devo dire che è stato tutto ottimo. A pancia piena usciamo dal locale, è arrivato il momento di salutare Gianmarco. Ci siamo però messi d'accordo per vederci prossimo fine settimana. Verrà lui da me.
"Ciao Gian! Sono contenta che siamo riusciti a beccarci." lo abbraccio e lui mi stampa un bacio sulla guancia.
"Sono contento anch'io. Salutami Andrea, Silvia e Veronica. Mi farò sentire nei prossimi giorni, per metterci d'accordo su quando vederci. Ciao Sole." mi ribacia un'altra volta la guancia.
"Ti saluto Pietro, è stato un piacere conoscerti. Fate buon viaggio." stringe la mano a Pietro.
"Ciao bello." si limita a salutarlo.

Insieme ci allontaniamo dal ristorante e da Gianmarco andando verso la macchina. Una volta lontani abbastanza, Fares scoppia in una fragorosa risata.
"Perché stai ridendo?" domando confusa.
"Che tipo! Tutto formale e perfettino." continua a ridere facendo ridacchiare anche me. Non ha tutti i torti infondo.
"Si, lo so. Gianmarco è un po' un principino. Ma è un bravo ragazzo."
"Comunque ho visto come ti guardava eh..." dice lui smettendo di ridere.
"Come mi guardava?" ridomando sempre più confusa.
"Cazzo, ti guardava sbavando. Secondo me quello è cotto di te."
"Ironia della sorte, lo era tempo fa. Ma credevo gli fosse passata in realtà. Non ci ho proprio fatto caso."
"Ricordati, noi ragazzi se siamo davvero innamorati non ci passa mai del tutto."
"Ricorderò."

Arriviamo alla macchina che lui apre. Prendo posto e lui fa la stessa cosa. Chiude lo sportello, ma non mette in moto la macchina. Noto che è girato verso di me, però preferisco ignorarlo facendo finta di niente.
"E a te? Lui piace?" domanda improvvisamente. La domanda mi prende alla sprovvista.
"Cosa? Ma chi?"
"Chi secondo te? Gianmarco."
"Ma ti pare? No, non mi è mai piaciuto Gianmarco. L'ho sempre visto solamente come un'amico e non penso riuscirei mai a vederlo in nessun'altro modo." rispondo sincera, voltandomi ora anch'io nella sua direzione. Lo trovo ancora intento a guardarmi.
"Va bene" sospira.
"Perché me lo chiedi Fares?"
"Curiosità." si limita a dire. Finalmente accende la macchina e partiamo. "Al ritorno la musica, mettila tu" dice passandomi il cavo aux.

Decido di mettere un po' di musica vecchio stampo. Opto per Vasco, mettendo 'Come nelle favole'. Vasco mi ricorda l'infanzia, mi ricorda quei lunghi viaggi in macchina, con mamma che metteva i suoi dischi a ripetizione. Mi ricorda le notti passate in cucina, io mamma e Andrea insieme a preparare dolci, che avremmo mangiato la mattina dopo, con sempre quest'ultimo a farci da sottofondo. Mi ricorda tanti bei momenti della mia infanzia. Per quanto io sia amante del rap, un po' di musica che mi ricorda i vecchi tempi ci sta ogni tanto.

"Siamo nostalgici oggi?" mi prende in giro Fares.
"Eh, un po' si." sorrido.
"Mi piace Vasco. Mio padre da piccolo costringeva me, mia sorella e mia mamma a sentire tutte le sue canzoni durante i viaggi in macchina. Mi ha fatto imparare a memoria tutta la sua discografia d'allora."
"Anche mia mamma, faceva la stessa cosa quando io e Andrea eravamo piccoli. Diciamo che è riuscita a farmelo piacere alla fine, ad Andrea un po' meno." dico facendolo ridere.
"Così però stai facendo diventare nostalgico anche me. Ti va di andare in un posto?"
"Che posto?" gli chiedo.
"Un posto in cui andavo sempre da bambino. Ci sono tanto affezionato e sai, è da tempo che non ci vado ormai."
"Non lo so Pietro..."
"Dai, non farti pregare. Tanto è presto." insiste Pietro.
"Va bene, portami in questo posto allora." mi convinco. Lo vedo sorridere soddisfatto.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now