Capitolo 24

872 50 0
                                    

EMPOLI, 17:43

Dopo neanche 5 minuti di camminata arriviamo finalmente al nostro tanto amato parchetto. Qui io, Veronica e Gianmarco, ma a volte anche con Silvia, abbiamo trascorso la maggior parte dei nostri pomeriggi in età adolescente. Questo parchetto ci ha accompagnati e fatto compagnia durante tanti momenti della nostra vita. Momenti felici e momenti tristi. Ne abbiamo passate tante in questo luogo.
Io e Gian prendiamo posto sulla nostra solita vecchia panchina. L'atmosfera di questo posto mi rende malinconica. Mi sembra di essere tornata la quindicenne di qualche anno fa.

"Che ricordi." Gian sorride malinconico.
"Vero, quante ne abbiamo passate qui eh? Mi ricordo ancora la prima canna fumata qui, o la mia prima delusione d'amore. Io, te e Veronica ci siamo riuniti tutti qui, quante lacrime ho versato quel giorno." ormai ci rido su.
"Oddio, hai ragione. Si chiamava Lorenzo, giusto?" domanda incerto.
"Giusto. Quello che mi aveva rifiutato per Silvia. E pensare che Silvia lo odiava."
"Che ridere, guarda! C'è ancora la scritta incisa." indica una piccola scritta che dice 'S+V+G'.
"Che cosa infantile. Però è bello pensare che il nostro rapporto sia rimasto sempre così solido negli anni. Non è mai cambiato nulla tra di noi." ammetto sincera.
"Già, a proposito Sole... ti devo parlare." torna serio.
"Dimmi." rispondo un po' preoccupata, perché ha cambiato espressione dal nulla?

"Ecco, insomma, non trovo le parole giuste per dirtelo." dice di fretta. Improvvisamente si avvicina bruscamente, mi prende con entrambe le mani il viso e mi stampa un bacio sulle labbra. Immediatamente mi stacco da quel bacio.
"Ma che cazzo fai!" esclamo innervosita.
"Quello che volevo fare da anni." risponde semplicemente e poi continua "Sole, lo so che lo volevi anche tu. Siamo soltanto stati sempre troppo timidi per farlo."
"No Gian, tu pensi che sia così. Ma non è mai stato così. Tu non mi sei mai piaciuto Gianmarco, sei sempre stato soltanto un amico per me." affermo un po' troppo diretta. Vedo i suoi occhi incupirsi. Non c'è soltanto tristezza nei suoi occhi, ma anche rabbia e rancore.

"Sei una stronza Sole. Ho passato tutta la mia adolescenza, anni e anni della mia vita ad andarti dietro, convinto che il mio sentimento fosse ricambiato. Mi hai sempre trattato in un modo che me l'ha fatto pensare cazzo!" ormai sta urlando, per fortuna che non c'è nessuno nel parco.
"No Gian, hai frainteso tutto. Io ti ho trattato con affetto, non amore. Io ti ho sempre voluto bene, non ti ho mai amato." rispondo un po' intimorita dalla persona di fronte a me. Non mi sembra di riconoscerlo, non mi sembra Gianmarco. Uno dei miei migliori amici, una persona gentile, educata, che non ferirebbe mai nessuno, nemmeno con le parole.
"Ho buttato anni e anni dietro una come te. Io stavo già pensando di tornare ad Empoli per te. Pensavo che una volta finite le superiori ci sarebbe finalmente stato un futuro per noi!" continua ad urlare. Non sembra proprio avere la minima intenzione di calmarsi.
"Non c'è nessun noi Gian. Basta, ti prego." sto iniziando ad avere seriamente paura di lui.
"Vattene a fanculo Sole, non ti voglio più vedere. Sparisci dalla mia cazzo di vita." continua ad urlare ed io mi alzo da quella panchina e mi allontano il più velocemente possibile da quel.

Nuovamente sento delle lacrime colare giù, infrenabili. Non penso di aver mai pianto così tante volte nel giro di nemmeno un mese in vita mia. Da quando sono diventata così fragile?
E' solo che, è scioccante come una persona che ti è stata accanto per anni, con cui hai condiviso così tanti ricordi, possa rivelarsi una persona completamente diversa. La persona che aveva davanti poco fa, non può essere Gianmarco.
E' proprio vero che le persone le conosci davvero nel tempo, ma non pensavo che dopo così tanto tempo possano comunque sorprenderti.

Decido di scrivere un messaggio a Pietro, mandandogli la posizione e pregandolo di passarmi a prendere. Dopo neanche un minuto visualizza i miei messaggi e mi avvisa che sarà qui il prima possibile. Questa cosa un po' mi rassicura, però inutile dirvi che sono ancora molto scossa da ciò che è successo. Ancora non riesco a mettere insieme i pezzi al 100%.
Nel giro di 10 minuti la macchina di Fares mi si accosta davanti. Subito vado verso di essa, apro lo sportello e mi siedo in macchina.

"Ei." mi sorride ma quel sorriso svanisce immediatamente "Ma hai pianto?"
"Può darsi." ridacchio un po' per alleggerire la tensione ma noto che lui rimane serio.
"Che cosa è successo?" domanda preoccupato.
"Ma nulla, una cazzata. Dai andiamo al bunker." dico allacciandomi la cintura per evitare di scontrare il suo sguardo.
"Sole, che cazzo è successo?" oltre alla preoccupazione percepisco anche un po' di nervosismo.
"Sono uscita con Gianmarco." inizio a spiegare, ma poi mi fermo. Ancora non riesco a credere a quel che ha fatto e detto.
"E?" mi incita a continuare.
"E mi ha baciata. Solo che io non volevo. Gliel'ho detto e lui si è arrabbiato, tanto." mi mordo le unghie dall'ansia.
"Quel coglione. Non ti ha messo le mani addosso mi auguro." continua a chiedere.
"No, quello no. Mi ha solo presa a parole, soltanto che, non lo riconoscevo più. Non era più in se. Io non so perché mi abbia trattata così." spiego velocemente cercando di risolvere il caos che ho nella mia testa in questo momento.

Pietro notando che sono ancora molto scossa respira e mi prende la mano, iniziando a carezzarmi dolcemente con il pollice. Questo suo gesto riesce a tranquillizzarmi un po'.
"Vuoi che ci vada a parlare?" mi domanda.
"No, assolutamente. Non farlo. Non voglio più saperne nulla."
"Come vuoi tu, però se ti fa ancora del male devi dirmelo Sole, intesi?" mi guarda ma io evito il suo sguardo.
"Si, ok." dico timidamente.
"Sono serio Sole, guardami. Me lo devi dire." a questo punto lo guardo dritto negli occhi.
"Va bene." affermo più sicura.
Lui sospira e mette in moto la macchina.
"Dove ti andrebbe di andare?" mi domanda più tranquillo.
"Andiamo al bunker."
"Sei sicura? Guarda che si vede che hai pianto, hai ancora gli occhi gonfi." mi sorride leggermente.
"Sicura. Si sgonfieranno. Dai, stasera cucinate voi. Voglio proprio vedere cosa mi preparate di buono." dico ironica.
"Di buono nulla." ribatte lui ridacchiando e finalmente ci avviamo verso il bunker.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now