Capitolo 25

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EMPOLI, 18:46

Abbiamo chiacchierato del più e del meno durante il breve viaggio verso il bunker. Se devo essere onesta, parlare con Fares mi ha fatto distrarre molto, facendomi quasi scordare il motivo per cui ero in macchina con lui in quel istante.
Ormai siamo arrivati al bunker. Fares tira fuori le chiavi dalla sua tasca della giacca e apre la porta, lasciandomi entrare per prima. Una volta entrata sento della musica provenire dalla sala registrazioni.

"State registrando?" mi volto verso Fares che stava ancora cercando di chiudere a chiave la porta.
"Già, stiamo ancora lavorando al nuovo disco. Ti devo ricordare che siamo cantanti, oltre che chef." scherza lui, facendomi scoppiare in una risata.
"Che scemo." scuoto la testa ridendo e continuo "Dov'è Huda? Vado un po' da lei."
"Credo nella sala comune." mi risponde lui e io vado in quella direzione.

Una volta entrata nella stanza trovo Huda, Caph e Erin buttati sul divano che giocano alla Play.
"Sole! Non sapevo che ci fossi pure tu stasera." appena mi vede Huda, lascia il controller e si alza per venire ad abbracciarmi.
"Faster mi ha chiesto se mi andava di passare per cena." le spiego.
"Ciao Sole." mi salutano gli altri due concentrati a giocare a non so cosa.
"Ciao eh." li saluto scuotendo la testa e ridendo.
"Sono concentrati, lasciamoli stare." Huda mi prende per il braccio trascinandomi da un'altra parte. Andiamo fuori a prendere un po' di aria.
Ci sediamo sulla panchina e Huda tira fuori un pacchetto di sigarette, dandomene una. Mentre fumiamo continuiamo a chiacchierare.

"Ascolta, non volevo chiedertelo lì dentro davanti a tutti, ma non ce la faccio a trattenermi. Stai bene? E' successo qualcosa?" mi domanda lei improvvisamente.
"Una cosa in realtà è successa. Con Gianmarco." sospiro, costretta a parlarne di nuovo. Lei mi fa segno con la testa di continuare.
"Siamo usciti, stava andando tutto bene, finché non mi ha baciata. Ma io quel bacio non lo volevo." dico tutto d'un fiato. La sua espressione è indescrivibile.
"E quindi avete litigato immagino." continua lei per me.
"Esatto. Però non riuscivo a riconoscerlo. Mi ha parlato in un modo che non so. Non l'ho mai sentito pronunciare certe parole e parlare con quel tono di voce." rispondo notando che le mie mani hanno anche iniziato a tremare. Non sono l'unica ad essermene accorta, infatti Huda mi prende entrambe le mani.
"Mi dispiace che tu abbia passato questo, però ora non ci pensare più, ok? Stasera ci divertiamo, beviamo e ce ne scordiamo." mi fa un sorriso rassicurante e insieme rientriamo dentro.

Huda ritorna a giocare coi ragazzi mentre io vado a sbriciare nella sala registrazioni. Apro la porta e entro dentro. Faster e Fares stanno cantando qualcosa insieme, infatti appena mi vedono Fares mi sorride mentre Faster sbarra gli occhi. Come se non fosse stato lui ad invitarmi. Nonostante questo, finiscono di cantare quel pezzo della canzone e si fermano.

"Ciao Sole!" mi saluta calorosamente Jackson che stava al PC.
"Sorellina. Già qui?" mi guarda curioso Andrea.
"Così sembra."
"Come e quando sei arrivata?" mi domanda ancora. Fares non deve avergli detto nulla del passaggio, presumo.
"Poco fa, sono venuta a piedi." mi limito a dire o meglio, mentire.
"Capisco. Beh, siediti." mi dice indicando la poltrona nell'angolo della stanza. Loro ritornano a suonare e cantare. Dopo prove su prove, dopo aver sentito e risentito lo stesso verso una decina di volte, finiscono.

"Che ne pensi?" mi domanda Pietro togliendosi le cuffie.
"Spacca. Come si chiama la canzone?"
"Giorni vuoti. Ma la stiamo ancora finendo di scrivere. Non è ancora per niente completa." mi spiega Faster.
"Vabbè, per ora spacca e sono sicura che quando sarà finita e completa, spaccherà ancora di più." mi complimento con loro.
"Grazie sorellina." dice Andrea mettendomi un braccio attorno al collo.
"Iniziamo ad avere fame qui." dice Huda entrando nella stanza.
"Già, concordo. Cosa prevede il menù stasera?" mi aggiungo io.
"Pasta al pesto." risponde Jack.
"Che lusso! Beh, veloci. In cucina." li caccio facendo ridere Huda.

Siamo rimaste solo io e lei in quella stanza. Lei mi si avvicina sorridente.
"Che mi dici di Fares?" mi domanda dal nulla.
"Che dovrei dirti?" rispondo sorridente. Incredibile come soltanto sentire il suo nome mi strappi immediatamente un sorriso.
"Beh, dopo che siete fuggiti via dal bar la sera della mostra, che avete fatto? Non dirmi che ti ha soltanto accompagnata alla sala perché non ci credo." ci ha azzeccato.
"Ok, non devi dirlo a nessuno però. In particolar modo a Faster." le dico a bassa voce.
"A Piccolo posso dirlo? Dai, lui vi sostiene tanto quanto me, non sai quanto fantastichiamo su voi due quando non ci siete." inizia a ridere.
"Huda!" esclamo ridendo.
"Posso dirglielo si o no?"

"Va bene. Comunque, stavamo dicendo. Dopo la nostra fuga, se così vogliamo chiamarla, mi ha portata al mare. Aveva già pianificato tutto." dico onesta con un gran sorriso in volto.
"Che carino!" urla lei e subito la zittisco.
"Scusami, scusa... e che è successo al mare?" mi incita a continuare.
"Ci siamo quasi baciati." dico soltanto e lei mi guarda a bocca aperta.
"Aspetta, perché quasi?" domanda confusa.
"Mi ha chiamata Gianmarco in quel esatto istante, rovinando un po' il momento. Ho risposto al telefono e dopo la chiamata eravamo entrambi così imbarazzati da aver preferito lasciar perdere." le spiego.
"Non conosco Gianmarco, ma sto iniziando ad odiarlo sempre di più." dice seria facendomi scoppiare a ridere.

Dopo questa breve chiacchierata vado in cucina a vedere come sono messi i ragazzi con la pasta.
"A che punto siamo? Qui abbiamo fame." esclamo entrando in cucina.
"Ci siamo quasi, voi ragazze iniziate ad apparecchiare." mi dice Piccolo, che fino ad ora ancora non avevo visto, chissà dov'era.
Come richiesto da Piccolo, io e Huda apparecchiamo la grande tavola nella sala comune. Ci mettiamo poco e finalmente i ragazzi escono fuori con la grande pentola piena di pasta al pesto. Riempiamo tutti quanti i piatti e iniziamo a mangiare, il tutto accompagnato da un vino bianco.
"Quindi Sole, è di tuo gradimento?" domanda Jack ironicamente.
"Insomma, la pasta è un po' scotta." li prendo in giro e tutti mi rivolgono un occhiataccia in contemporanea.
Finiamo di mangiare ma rimaniamo a tavola a chiacchierare, giocare a carte e bere vino. Tanto vino.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now