Capitolo 32

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FIRENZE, 00:36

Finalmente siamo arrivati a Firenze. Dopo un viaggio intero in cui ho costretto Pietro a farmi ascoltare le sue stesse canzoni, non conoscendole tutte. In questi 45 minuti di viaggio mi sono ascoltata mezza discografia dei bnk44 e nonostante io conviva con uno di loro, conoscevo soltanto metà delle canzoni ascoltate. Però devo ammettere che sono una più bella dell'altra. Hanno davvero un talento.

"Che viaggio estenuante. Menomale che siamo arrivati." ironizza, parcheggiando la macchina in un parcheggio vuoto.
"Dai, è stato divertente. Ora che siamo arrivati, mi dici dove siamo?" domando scendendo dalla macchina.
"Ti piace il kebab, vero?" domanda semplicemente.
"Sì. Mi piace. Ma era necessario venire fino a Firenze per mangiare un kebab?" domando confusa.
"Per mangiare uno dei migliori kebab di Firenze, con una bella vista su tutta Firenze sì, era necessario." mi dice.

Mi guardo bene attorno, siamo in un posto di campagna abbastanza isolato ma noto che in lontananza c'è un piccolo furgoncino, pieno di luci colorate. Presumo sia quello il kebabbaro. Davanti al furgoncino ci sono un paio di tavolini, dove sono seduti un gruppo di ragazzi giovani, della mia età più o meno. Oltre a loro non sembra esserci nessuno. Più ci avviciniamo al furgoncino, più mi accorgo di tutte le luci di Firenze.
Da qui su si riesce a vedere tutta Firenze illuminata, la vista è a dir poco mozzafiato. Mi volto verso Pietro con occhi sognanti.

"Ma dove mi hai portata? Qui è bellissimo." sorrido a 32 denti.
"Hai visto che ne è valsa la pena trattenere la fame?" domanda lui sorridendo fiero.
"Avevi ragione, lo ammetto."
Ci avviciniamo al furgoncino e l'odore di kebab si fa sentire. Il tipo sembra conoscere molto bene Pietro infatti appena lo vede lo saluta calorosamente.
"Piè, da quanto tempo! Come stai? Ne è passato di tempo dall'ultima volta che ti ho visto." gli da una pacca sulla spalla.
"Tutto bene. Diciamo che non vengo qui a Firenze tutti i giorni, per questo." ridacchia e il tipo lo segue.
"Vedo che ti sei portato anche la fidanzata eh? Te lo sei scelta bene." si rivolge a me sta volta. Le mie guance vanno a fuoco, non faccio nemmeno in tempo a pensare ad una risposta che Pietro risponde al posto mio.
"Eh già, hai ragione. Quindi? Ce li fai due kebab?" domanda Pietro.
"Certamente. Come li volete?"

Fermi un attimo. La sua fidanzata? Pietro non ha negato? Non siamo fidanzati, è troppo presto. Sono certa che ha risposto così solo per dare corda la tipo. Però come mai essere chiamata la sua fidanzata mi ha fatto questo effetto?
Ma soprattutto, io e Pietro cosa siamo?

"Invece per te bellissima, come lo vuoi?" mi domanda il signore facendomi tornare alla realtà.
"Piadina, senza cipolla. Grazie." mi affretto a rispondere.
"Ve li preparo subito." risponde il kebabbaro, mettendosi a prepararli.
Io e Pietro ci allontaniamo un pochino e lui mi mette un braccio attorno alle spalle.
"Tutto bene? Ti vedo un po' scossa." mi domanda dolcemente.
"Si, tranquillo. Tutto bene." gli rivolgo un sorriso rassicurante.
Poco dopo i nostri kebab sono pronti. Abbiamo preso anche due birre e dopo aver discusso su chi avrebbe pagato l'ho data vinta a Pietro.
Ci avviciniamo al muretto che si affaccia su Firenze, sedendoci proprio su esso. Pietro mi passa il mio kebab e la birra già aperta. Brindiamo e prendiamo un sorso.

"Non potevi portarmi in un posto più bello. Poi il kebab è davvero buonissimo, non penso di averne mai mangiato uno così buono ad Empoli." sorrido guardando la vista di fronte a noi.
"Tempo fa venivamo spesso qui con gli altri ragazzi. Solo che non essendo proprio dietro l'angolo abbiamo smesso di venire qui così frequentemente." mi spiega lui.
"Ecco perché ti conosceva così bene quel signore."
"Già, lui si chiama Simone. E' davvero un buon uomo."
"Si vede." rispondo.

Pietro finisce il suo kebab prima di me e una volta finito mi avvicina a lui, stringendomi in un abbraccio. Mi da un piccolo bacio sul naso e fa per darmelo anche sulle labbra ma io lo fermo. Lui mi guarda confuso.
"No fermo! Hai mangiato la cipolla." scherzo e lo vedo girare gli occhi scherzosamente.
"Non fare storie. Voglio baciarti ora che posso." risponde prendendomi il viso con la mano e stampandomi un bacio veloce sulle labbra.

"Comunque Sole, devo parlarti di una cosa. Non so se Faster te ne ha già parlato." dichiara lui dopo che siamo rimasti per un po' in silenzio a guardare la vista. Ormai saremo qui da un'ora.
"Una cosa bella o brutta?" domando leggermente in ansia.
"Bella credo."
"Spara."
"Siamo stati invitati a suonare ad una specie di festival a Roma. Ben due serate."
"Stai scherzando? Ma è fantastico." esclamo voltandomi verso di lui. Sono davvero felice per loro, se lo meritano.

"Lo so, ancora non ci credo. Non abbiamo mai cantato davanti ad un pubblico così grande." mi racconta con occhi sognanti, ma percepisco un po' di preoccupazione nel suo tono di voce.
"Sono sicura che spaccherete. E quando andrete e per quanto tempo?" ho così tante domande che non so da quale iniziare.
"Tra un mese, staremo via 2 settimane penso." racconta Fares.
"Capisco. Beh, sono davvero contenta per voi." gli sorrido e lui ricambia.

"Grazie. A proposito di questo, so che è presto, ma volevo chiederti se insomma ti andasse di venire con noi?" mi chiede e a questa domanda il mio cuore perde un battito.
"Oddio, non lo so. Se non ho esami da portare in quelle due settimane e soprattutto se è Faster a invitarmi certo, altrimenti è un po' rischioso venire." rispondo riferendomi alla nostra situazione.
"Certo, lo capisco. Ma troverò un modo per farti venire. Sempre se vuoi ovviamente." dice un po' imbarazzato.
"Ovviamente voglio."

Rimaniamo a chiacchierare di cose più leggere per almeno un ulteriore ora ancora. Il tempo sembra volare. Dopo un po' che siamo lì, decidiamo di scendere giù in centro a fare un giretto per le strade di Firenze. A quest'ora non ci sarà nessuno e forse è proprio questo il bello.

Disordine - Fares / bnkr44Место, где живут истории. Откройте их для себя