Capitolo 28

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EMPOLI, 09:13

Amo l'aria fresca che si respira la mattina. Ancora di più, se sono circondata dalla natura. Io e Pietro, assieme a Sangy, la sua cagnolina, abbiamo deciso di fare una passeggiata per i campi questa mattina. Visto che casa di Fares si trova direttamente in campagna, basta fare quattro passi per ritrovarsi nei campi.
Io e Pietro stiamo parlando della serata precedente, mentre Sangy corre liberamente attorno a noi. Sembra che si stia divertendo davvero tanto.

"Cos'è che ho fatto io?" esclamo scioccata dalle mie stesse azioni.
"Sei salita in piedi sul divano e assieme a Caph ti sei messa a cantare 'Splendido splendente'." risponde Pietro, cercando di non ridere, ma fallisce.
"Non ci posso credere, non posso averlo fatto." mi lamento imbarazzata.
"Almeno ti abbiamo, anzi, vi abbiamo fermati subito. Stavate urlando!" dice Pietro continuando a ridere senza freni.
"Comunque, a parte la sbronza e tutte le mie figure di merda, è stata una bella serata." sorrido contenta.
"Anche per me. Sono contento che ti trovi bene con tutti noi, sai?" mi sorride a sua volta.
"Non me l'aspettavo. Mai avrei pensato di diventare così amica degli amici di mio fratello. Pensa che tempo fa non sopportavo nessuno di voi." spiego ridacchiando.
"Ma dai, siamo così simpatici. Uno in particolare." si pavoneggia.
"Ora non esagerare." lo prendo in giro.

Continuiamo a camminare per un po' finché non vediamo una piccola fermata dell'autobus, con una panchina sui bordi della via. Che strano trovare fermate dell'autobus in mezzo ai campi.
"Davvero qui passa l'autobus?" domando incredula a Pietro.
"No. Un tempo passava anche da qui, ti portava direttamente in centro. Ormai qui vivono così poche persone che nemmeno passa più." spiega lui, sedendosi accanto a me sulla panchina.
Appoggio la mia testa sulla sua spalla, mentre guardo Sangy correre con un bastone trovato chissà dove verso di noi. Pietro glielo toglie dalla bocca e lo lancia lontano, immediatamente corre a prenderlo. Sorrido a questa scena.
"Che carina Sangy. Anch'io ho sempre voluto un cane quand'ero piccola."
"E perché non ne avevi uno?" domanda curioso.
"Mamma è allergica. Però Faster ha detto che appena si trasferirà ne prenderà uno e io non vedo l'ora. Penso che gli ruberò il cane." scherzo.

Rimaniamo ancora un po' così. Io appoggiata con la testa sulla sua spalla, mentre lo osservo giocare col cane. Non penso di essere mai stata così bene in vita mia. E con bene non intendo solo essere felice, intendo essere così spensierata, così tranquilla. Pietro riesce a trasmettermi tanta serenità. Lui è quel tassello che mancava al interno della mia vita.
Sangy, stanca dal giocare, si sdraia per terra esausta. Ha corso davvero tanto. Dopo tutto il silenzio che si era creato, Fares parla.
"Stai bene?" domanda.
"Benissimo. Perché?"
"Sei silenziosa, mi sembri pensierosa." mi spiega lui. Mi prende la mano e fa incrociare le nostre dita. A quel gesto rabbrividisco. Devo ammettere, non me l'aspettavo.
"Stavo soltanto pensando a come la tua presenza influisca così positivamente sul mio umore. Sto davvero bene quando sono con te." ammetto sincera. Non so dove abbia trovato il coraggio di dirglielo.
"Vale lo stesso per me Sole." dice avvicinando la mia mano alle sue labbra, stampandoci un leggero bacio. Mi volto automaticamente verso di lui, ma lo trovo già intento a guardarmi.

Mi sistemo meglio, senza però mai staccare i miei occhi dai suoi. Sembra una sfida a chi distoglie per primo lo sguardo, soltanto che nessuno dei due ha intenzione di farlo. A perdere questa "sfida" però è lui, che distoglie lo sguardo dai miei occhi per concentrarsi sulle mie labbra. Improvvisamente mi sembra di essere tornata a qualche sera fa in spiaggia.
"Posso fare una cosa?" domanda a bassa voce, accarezzandomi il viso con l'altra mano libera. Ho capito il suo intento, non posso negarlo.
"Puoi." rispondo semplicemente. Mi sento pronta, non voglio pensare alle conseguenze di questa azione. Voglio soltanto che succeda.

Pian piano il suo volto si avvicina sempre di più al mio. A neanche due centimetri di distanza si ferma un'attimo. Non ci starà mica ripensando?
Come non detto. Il mio corpo viene travolto da una scossa appena le sue labbra morbide sfiorano le mie, per poi unirle completamente. E' un bacio lento, tenero, ma intenso. L'ho desiderato per così tanto tempo, che ora che lo sto vivendo non mi sembra vero. Lui non sembra avere nessuna intenzione di interromperlo e nemmeno io, ma ad un certo punto ci ritroviamo costretti a prendere fiato. Appoggia la sua fronte sulla mia, chiudendo gli occhi col fiatone. Faccio la stessa cosa. Mi da un ultimo bacio veloce sulla guancia per poi riprendere a parlare.

"Tu non sai da quanto aspettavo questo momento." mi dice col fiatone, ma con un grandissimo sorriso stampato in volto.
"Anche io Pietro." rispondo timidamente sorridendo.
La magia del momento per me però svanisce, quando l'ansia riesce a prende il controllo della mia mente. Ho soltanto una grande preoccupazione ora e si chiama 'Faster'. Pietro sembra accorgersi del mio cambio di espressione e di umore.
"Tutto bene? Ho sbagliato qualcosa?" inizia a domandare preoccupato.
"No, non hai sbagliato nulla. Anzi, è stato bellissimo." cerco di rassicurarlo, accarezzando la sua mano. Lo vedo calmarsi un poco.
"Allora che succede?" domanda dolcemente.
"Stavo pensando a Faster. Pietro, lo sai che non dovremmo, vero?" rispondo dispiaciuta.
"Lo so Sole, lo so che non dovremmo. Però lo vogliamo, giusto? Ho desiderato questo bacio per anni, per anni ho cercato di trovare il modo per avvicinarmi a te. Ora che è successo, voglio godermi questo momento. Faster ha la sua vita, tu la tua. Basta dipendere da lui, basta dipendere da qualcuno Sole. Tu sei libera di fare quel che ti rende felice."
"Tu mi rendi felice Pietro." sorrido alle sue parole. Il mio sorriso sembra contagiarlo.
"Allora basta pensare a Faster ora."

Mi lascia un ultimo bacio sulle labbra, che dura più di qualche secondo, e poi decidiamo di tornare a casa sua. Le emozioni che ho provato oggi sono indescrivibili a parole. Soltanto a ripensarci il mio cuore va a mille. Quel bacio che entrambi desideravamo da così tanto tempo, è finalmente accaduto. Senza nessuna interruzione, senza nessuno che si intromette.
Mentre ritorniamo indietro, Pietro prende la mia mano. Mano nella mano, con Sangy che corre scodinzolante davanti a noi, torniamo verso casa. Una volta arrivati, lasciamo le nostre mani, per paura che qualcuno possa vederci.

Sangy ritorna in casa e io e Pietro entriamo in macchina avviandoci verso casa mia. Durante tutto il viaggio non ho potuto far altro che sorridere e guardarlo. Più lo guardo, più mi sembra irreale ciò che è successo tra di noi.
Una volta arrivati a casa mia, quando faccio per uscire dalla macchina, lui mi prende dal braccio ritirandomi indietro.
"Ci sentiamo allora?" domanda imbarazzato.
"Certo, ci sentiamo." sorrido altrettanto imbarazzata.
"Bene. Allora ciao." fa per baciarmi ma io mi scanso. Vedo che mi guarda perplesso.
"Meglio non qui davanti casa, scusami." cerco di spiegarmi.
"Hai ragione, tranquilla. Ciao Sole." mi sorride un po' dispiaciuto.
"Ciao Fares." sorrido a mia volta scendendo dalla macchina.

Disordine - Fares / bnkr44Where stories live. Discover now