Disordine - Fares / bnkr44

Capitolo 18

EMPOLI, 16:58

Sono quasi le cinque. Dopo aver dormito ancora qualche ora finalmente nel mio letto, mi sono messa subito a studiare. Per fortuna che ho dormito ulteriori ore, ero davvero sfinita dalla festa di ieri. Ormai ho appena finito di studiare e per staccare un po' la testa mi sono decisa di andare dagli altri al bunker. Faster è già andato al bunker subito dopo che si è svegliato. Io lo raggiungerò ora, prima però devo darmi una sistemata. Mi faccio una doccia, mi vesto ed esco di casa. Come sempre, prendo l'autobus per andare in centro.

Arrivo davanti al bunker, suono il campanello aspettando che qualcuno mi apra.
"Eccoti finalmente." mi apre Ginevra.
"Ei, come stai? Tutto bene?" la saluto.
"Non ce la facevo più da sola con questi, avevo bisogno della tua presenza." mi risponde facendomi ridere.
"Dove sono gli altri?" chiedo entrando, notando che non c'è nessuno nello studio di registrazione.
"In sala comune. E' in corso un torneo di scacchi, se così possiamo chiamarlo."

Entriamo nella sala comune, dove troviamo Caph che gioca contro Fares. Tutti gli altri sono accerchiati attorno al tavolo, tutti in silenzio. Effettivamente avevo notato un silenzio insolito per questo posto. Appena metto piede nella stanza, gli altri nemmeno sembrano accorgersi della mia presenza.
"Ei." saluto.
"Shhh. Li fai deconcentrare." mi zittisce Faster, beccandosi un dito medio. Prendo posto sul divano e mi unisco ad osservare la partita di quei due. Non me ne intendo di scacchi, ma non sembra mancare molto alla fine.

"Scacco matto!" urla Caph all'improvviso, facendomi prendere un colpo. Non mi stavo nemmeno più concentrando sulla partita.
"Vaffanculo Marco. Nei prossimi giorni voglio la rivincita." dice Fares tutto serio e i due si stringono la mano.
"Oh comunque ciao Sole!" mi salutano finalmente Erin e Jack.
"Ciao eh." rido alzando gli occhi al cielo.
"Com'è andato lo studio?" mi domanda Caph prendendo posto accanto a me e Fares fa lo stesso ma dall'altro lato.
"Bene, mi sono portata molto avanti."
"E brava la nostra psicologa." mi scompiglia i capelli Fares.
"Vado a prendere qualcosa da bere in cucina, qualcuno vuole qualcosa?" domando alzandomi dal divano.
"Una birra per il vincitore, grazie." si pavoneggia Caph.
"Subito." rispondo.

Vado in cucina, prendendo una birra per Caph e una bottiglietta d'acqua naturale per me. Quando sto per ritornare in cucina, vedo Gin che mi ha raggiunta in cucina. Ancora non abbiamo avuto tempo per chiacchierare tra di noi.

"Quindi, che mi racconti?" viene vicino a me.
"Mah, niente."
"Lo sai che Piccolo mi ha fatto vedere la foto?" domanda sorridendo.
"Stai scherzando? A quanta gente ha intenzione di farla vedere ancora?" rispondo un po' incazzata.
"Stai tranquilla, solo a me perché io e lui abbiamo la stessa opinione su te e Fares."
"Che opinione?" la guardo scettica.
"Che vi piacete, che stareste bene insieme." dice lei a voce un po' troppo alta.
"Abbassa la voce. Ci sta mio fratello di là di ricordo."
"Vabbè, fatto sta che in quella foto siete molto carini." afferma a voce bassa sta volta.
"Grazie credo? Dai ritorniamo di là che Marco starà aspettando la sua birra." non so bene come reagire e rispondere. La cosa più facile è cambiare discorso.

Ritorniamo in salotto, ma notiamo che non c'è più nessuno. Così andiamo a vedere nello studio, dove troviamo tutti raggruppati davanti al computer che se la ridono.
"Ecco la birra." dico passandola a Caph che mi ringrazia.
"Che state facendo?" domando io.
"Sole, tu per caso hai mai sentito le vecchie canzoni di Fares?" mi domanda Jack trattenendo una risata.
"No, vecchie no." rispondo onesta.
"Vieni senti." Erin fa per passarmi le cuffie ma Fares le strappa dalle sue mani.
"No, non senti." dice Pietro.
"Ma perché?" sono confusa.
"Perché no." risponde nuovamente lui ma Erin si intromette passandomi delle altre cuffie. Io sorrido a Fares vittoriosa e lui sbuffa.
"Questa si chiama 'Computer vecchio'." mi spiega Jack facendo partire la canzone.
"Ma dai, non è così male tutto sommato. Anzi, mi piace." dico a metà ascolto.
"Non esageriamo ora, basta così direi." dice Fares togliendomi le cuffie. Lo guardo e vedo che è diventato tutto rosso.

"Ma dai, sei imbarazzato delle tue stesse canzoni!" lo prendo in giro e lui evita di guardarmi.
"Come se non fossero tutte online poi." ride Erin.
"Siete proprio stronzi comunque eh." risponde Pietro in modo scherzoso, anche se un po' infastidito.
"Daiii non te la prendere Faresito." continuo a prenderlo in giro mettendogli un braccio attorno le spalle. Lui come risposta sbuffa.
"Tutte queste vicinanze? Stacchiamoci un po' va." dice Faster in modo scherzoso dividendoci.
"Tu sei sempre poco geloso eh?" lo guardo con uno sguardo sfidante.
"Io non sono per niente geloso." cerca di guardarmi serio negli occhi, ma dopo poco scoppia a ridere facendo ridere tutti noi.
"Non ci credi manco tu." scherza Piccolo.

Continuiamo la serata in studio, remixando un po' di roba vecchia, giusto per divertimento. I ragazzi si sono messi anche un po' a suonare qualcosa. Devo dire che passare le serate così è molto piacevole. L'ambiente che i ragazzi sono riusciti a creare nel bunker è davvero bello. Sono tutti così uniti, si scherza, trasmette proprio spensieratezza.
E pensare che tempo fa non l'avrei mai pensata così, anzi. Sono sempre stata un pochino infastidita da tutto il casino che facevano, non sono mai stata troppo interessata al loro progetto. Soltanto ora, che mi sto avvicinando e legando così tanto col gruppo di mio fratello, mi rendo conto di quanto in realtà la loro compagnia sia piacevole. Ormai non li reputo nemmeno più soltanto amici di mio fratello, ma anche amici miei.

Si è fatta quasi mezzanotte e ormai avvertiamo tutti un po' di fame. In cucina non c'è niente, se non bibite, birre e acqua. Così abbiamo deciso di ordinare dei kebab su Glovo. Il mio ovviamente senza cipolla. Passiamo ancora un'oretta e mezza a chiacchierare, mangiare e guardare qualche programma insensato in TV. Devo proprio ammetterlo, è stata una delle serate più piacevoli degli ultimi tempi. Mi sto iniziando a trovare davvero bene con queste persone.