Epilogo

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"New York, New York, è una scommessa d'amore."

Ginevra

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Ginevra

Quattro mesi e due settimane dopo, io e Kumo partimmo per New York con l'intenzione di starci circa un mese.
Le prime due settimane le passammo in sala tutto il tempo, usufruendo delle borse di studio che ci furono offerte.
Eravamo stanchissimi ma felicissimi e, anche se il tempo che passavamo insieme era poco, lo sfruttavamo bene.
Avevamo affittato un piccolo appartamento, un loft molto rustico e pieno di piante, ma a noi sembrava già qualcosa di splendido.

In compenso le due settimane successive furono magiche.
Passeggiammo per Time Square guardandoci attorno come se tutto si potesse dissolvere in un momento.
Mentre camminavamo, incontrammo sulla strada un musicista italiano che cantava "La nuova stella di Broadway" di Cesare Cremonini.

Tiziano mi afferrò la mano e senza dire una parola mi fece fare qualche giravolta.
In breve tempo improvvisammo una coreografia e le persone si fermarono a guardarci e ad applaudirci.

Quella penso che fu una delle giornate più belle della mia vita.
Quei giorni scuri che avevo trascorso in casetta senza di lui e tutti i miei timori si erano dissolti.
Era un periodo della mia vita in cui tutto si stava aggiustando, piano piano: il piede era guarito del tutto, stavo usufruendo delle borse di studio, stavano iniziando ad arrivare le prime offerte di lavoro e con Tiziano andava tutto a gonfie vele.

-"Ora cosa vorresti fare?" Gli domandai con un sorriso da orecchio a orecchio.

-"Un tatuaggio." Esordí e io scoppiai a ridere, convinta che si trattasse di uno scherzo, ma capì successivamente che era serio.

-"Tu sei pazzo."

-"Forse un po'." Mi prese per mano e mi trascinò verso un negozio di tatuaggi poco distante.

-"E cosa vorresti tatuarti?" Continuai a ridere come una scema.

-"E tu cosa vorresti tatuarti?" Mi ripose la stessa domanda con una semplicità che mi spiazzò.

-"Io non..."

-"Non ti preoccupare. Io lo voglio fare e tu non devi sentirti obbligata in alcun modo."

Gli sorrisi e gli riposi la stessa domanda di prima. "Cosa ti tatui?"

-"Qualche tampo fa mi sono imbattuto in una poesia di un poeta inglese e delle strofe mi avevano colpito molto, a tal punto che ci pensai per giorni."

-"Non ti facevo amante della poesia." Lo guardai estasiata chiedendomi dove fosse stato per vent'anni della mia vita.

-"E infatti non lo sono, ma quella poesia mi è rimasta dentro." Afferrò il cellulare e digitò qualcosa. "Tieni, leggi da qui."

Passo dopo passo|| Kumo Amici 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora