Capitolo 1

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Un rumore fastidioso proveniente dalla porta della mia camera mi fa aprire gli occhi. Le mie palpebre sono stanche e penso di avere anche le occhiaie.

"Isabella svegliati, è tardi ed arriverai in ritardo il primo giorno di college".

La voce stridula di mia madre risuona nei miei timpani rendendomi un mal di testa insopportabile.

La scorsa notte non solo riuscita a chiudere occhio per quanto fossi impaziente di andare al campus. Tutto quel che vorrei fare ora, durante questo freddo autunno,sarebbe restare sotto queste calde e pesanti coperte che ricoprono il mio corpo in questo momento. Sarei tentata di rimanere a letto ancora per un po' in modo da risposarmi, ma siccome sono molto lenta nel prepararmi, penso proprio che dovrei muovermi adesso.

Sospiro e mi alzo dal comodo materasso nel quale vorrei sprofondare. Per darmi una svegliata vado a farmi una doccia rinfrescante.
Appena mi immergo sotto il getto d'acqua, un brivido percorre tutto il mio corpo. Sono elettrizzata per il college e allo stesso tempo ho paura.

Si può essere così sciocchi da aver paura di andare al college? Il fatto è che penso che mi potrei sentire a disagio in quell'ambiente. Il classico posto dove gli adolescenti passano i migliori anni della loro vita facendo baldoria alle varie feste organizzate dalle confraternite e dove fraternizzi di più con le persone dell'altro sesso.

Comunque sono fiduciosa nel credere che riuscirò ad interagire con altri studenti. Una sensazione di ansia mi pervade e sento lo stomaco attorcigliarsi mentre chiudo la valvola dell'acqua per uscire dalla doccia.

Avvolgo intorno a me un soffice asciugamano tornando nella mia stanza. Apro le ante del mio armadio per prendere gli unici abiti che mi sono rimasti ancora, il resto dei vestiti è già nella mia valigia. Indosso un paio di jeans insieme ad una larga felpa grigia con la scritta New York in rosso.

L'avevo presa quando andai a visitare il college la scorsa estate. Ho sempre e solo vissuto a Philadelphia, ma il mio grande sogno da quando frequentavo le superiori era quello di andare a vivere nella "Grande Mela".

Mi lego i capelli in una crocchia ed infilo le mie converse bianche. Immediatamente, senza perdere altro tempo, prendo la valigia e percorro le scale. Di sotto trovo mia madre impalata davanti alla porta, vestita con accuratezza e con le chiavi in mano, pronta per partire.

"Sbrigati, siamo in ritardo".

"Arrivo". Cammino con passo svelto lungo il corridoio trascinandomi la pesante valigia. Figuriamoci se mi da una mano, devo far sempre tutto io.
E dovrei essere io la pigra.

Mia madre è sempre stata una di quelle persone che assillano gli altri  per essere puntuali, ma loro stesse sono delle ritardatarie.
Quanto mi irrita...
Io, al contrario, sono sempre stata una "pigrona" diciamo.  Sono contenta in fondo di non somigliarle in questo,
mi mette in agitazione. Onestamente sono contenta di andare a vivere lontano da lei. Può sembrare brutto da dire, ma la verità é che sento il bisogno di staccare da lei.

"Mamma, dov'è Liam?".

"È già in macchina che ci aspetta, muoviti adesso".

Esco fuori di casa chiudendomi la porta alle spalle, lasciando dietro di me i ricordi della mia infanzia.

Io, mia madre e mio fratello Liam abbiamo passato momenti difficili dalla morte di mio padre. Non ho ricordi di lui,  ricordo solamente alcune cose che però rimangono offuscate nella mia mente. Mia madre mi raccontò che lui morì quando avevo tre anni e quindi non ho avuto molto tempo per stringere un rapporto affettivo con lui.
Invece mio fratello Liam era molto legato a nostro padre, siccome quando morì Liam aveva già nove anni.

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