Capitolo 74

2.3K 131 21
                                    


Venti giorni dopo...

POV DI HARRY

Sono venti giorni che Isabella è in coma , venti giorni che non apre occhi, venti giorni che non mi parla, che non mi guarda. Venti giorni di assoluta solitudine, venti giorni infernali.
Venti, venti dannatissimi e lunghi giorni.

Sia la madre di Isabella che Liam sono venuti qui, ma purtroppo lui è dovuto ripartire per andare a San Francisco. Mi sto subendo i rimproveri e le critiche di Lauren da ben due settimane. Mi odia proprio quella donna. Infondo come darle torto, sono un coglione. Non mi meritavo una ragazza tanto splendida come lei. Sarei dovuto rimanere da solo, così almeno non si sarebbe fatto male nessuno a causa mia. Sono un disastro, ho rovinato la vita di questa ragazza e non credo che riuscirò mai a perdonarmelo.

"Harry, perché non vai a casa? Ci penso io a stare con Isabella" dice mi dice Carol.

"No Carol, stai tranquilla. Voglio passare ancora questa notte qui".

"Harry, sono venti giorni che dormi qui, non ti fa bene. Vai a casa e riposati un po', ne hai bisogno".

"Io ho solo bisogno che lei si svegli, che torni da me".

"Lo so Harry, lo vorremmo tutti quanti, ma hai sentito quello che hanno detto i medici. Non possiamo sapere quando si potrebbe svegliare".

"Non m'interessa, è il mio unico desiderio. Se davvero là sù esiste un Dio, allora mi auguro che ascolti le mie preghiere e che esaudisca il mio desiderio".

"Lo so, ma devi anche essere consapevole del fatto che ci possa essere il rischio che lei non si svegli più" dice Carol.

"Non ti azzardare nemmeno a pensarlo, lei ce la farà. Sì, si sveglierà e supereremo anche questo. Ne abbiamo superati tanti di brutti momenti, di certo non ci arrenderemo così facilmente".

"Sei così carino ad essere tanto ottimista. La amo proprio, vero?" Mi chiede commossa.

"Sì, la amo. E allora? Non mi guardare in quel modo come se fossi un alieno".

"Va bene, ma io sono sempre dell'idea che dovresti andare a casa, hai bisogno di dormire in un letto e non su uno scomodo sgabello".

"No, voglio essere la prima persona che vedrà quando si risveglierà, voglio esserci per lei. Spero che mi perdoni dopo la nostra litigata".

"Tranquillo, vedrai che si sistemerà tutto".

"Me lo auguro, io comunque non mi muovo da qui. Tu però puoi andare a casa, ci penso io a lei".

"Va bene, se hai bisogno di qualcosa puoi sempre chiamarmi".

"Sì, certo. A domani" la saluto.

"A domani".

.....................


"Mi scusi infermiera, mi porterebbe un cuscino per favore? Mi è venuto il torcicollo a stare su questa sedia" chiedo.

"Ma sì, certo. Mi dia un minuto e glielo porto immediatamente".

"Sì, grazie".

Intanto prendo la mano di Isabella.

"Mi scusi, lei è il signor Styles? Parente di Isabella White?" Si rivolge a me un medico.

"Sì, sono io".

"C'è una cosa che devo dirle. Durante una tac alla paziente abbiamo riscontrato un problema allo stomaco. Sulla cartella della paziente c'era scritto che si fece una cicatrice per ferita di un taglio causato da un incidente stradale".

"Sì, è così" dico.

"Quel che ci confonde è il fatto che la ferita da taglio è profonda, noi pensiamo possa essere stata causata da un oggetto tagliente".

"Io non ne ho idea, dovrebbe chiedere a sua madre o suo fratello, erano con lei nel momento dell'incidente".

"Va bene, chiederò qualche informazione al riguardo".

Non so perché ma credo che ci sia qualcosa sotto questa storia, forse Isabella aveva ragione quando ha sospettato della morte accidentale di suo padre.

Se non fosse stato un incidente?
Se fosse successo qualcos'altro? Se il padre di Isabella fosse stato assassinato? Non so perché ma credo Lauren ne sappia qualcosa, solo che credo abbia nascosto la verità ad Isabella. Mi sembra tutta una menzogna. Spiegherebbe il perché del comportamento strano di sua madre.

"Signore?! Signore?!" Mi chiama il medico.

"Cosa c'è?".

"La paziente, si è svegliata!".

"Che?! Mi prende per il cazzo?!".

"Signore non usi questo linguaggio scurrile con me. Non le sto dicendo fandonie".

Oddio, ma questo come diamine parla?!

Mi alzo in piedi avvicinandomi al lettino.

I suoi occhi sono socchiusi, il suo respiro è affannato.

Le prendo la mano stringendola tra le mie.

"Isabella? Mi senti?" Le parlo.

"D-dove mi trovo?".

"Piccola, sei all'ospedale. Hai avuto un incidente, sei rimasta in coma per 2 settimane ma per fortuna ora ti sei svegliata. Sono così felice" le dico.

"Signorina White, come si sente?" Le chiede il medico.

"Bene ma...chi è quel ragazzo?".

My First ||H.S||Where stories live. Discover now