Capitolo 11

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Il resto della settimana stranamente passa senza più smentirmi soffocare da Harry. Oggi è venerdì e finalmente riuscirò a rilassarmi nel weekend.
Che bello, questo pomeriggio arriverà Emily e resterà con me per tutto il fine settimana. Intanto inizio a studiare perché sono sicura che una volta che Emily sarà qui penso che non mi lascerà aprire i libri neanche per un secondo. Ha questa fissa che io sia ossessionata dallo studio e che non sia capace di divertirmi.

Ha ragione.

Beh, ma cosa pretende? Sono al college, qui è necessario studiare. Preferisco di gran lunga restare incollata ai miei appunti di studio e leggere piuttosto che ubriacarmi e assumere sostanze illegali come fanno la maggior parte degli studenti.
Non è colpa mia se sono una ragazza coscienziosa e responsabile.
Ci vuole maturità per rendersi conto che quello che fanno gli adolescenti a quest'età sia sbagliato. Alcune volta mi convinco dell'idea di essere paranoica pensando che gli altri mi giudichino per essere diversa in un certo senso. Non che sia speciale o cavolate varie, perché credo di essere la persona meno interessante del pianeta e non scherzo dicendo questo.

Confermo.

Comunque, è solo che i miei pensieri e desideri sono diversi da quelli della maggior parte dei miei coetanei.
Alcune volte mi sento come se fossi un'anziana signora oltre che zitella. Questo me lo ripete sempre Emily. Prendo i miei libri ed incomincio a studiare

..............

Lo squillo del telefono mi fa riprendere e mi accorgo che mi ero addormentata con la faccia spiaccicata sui libri.
É stata davvero una settimana faticosa considerando i guai che Harry mi ha fatto passare. Devo anche iscrivermi al corso di ginnastica che per mia sfortuna è obbligatorio. Prendo il cellulare in mano e, senza neanche guardare chi mi abbia chiamata, rispondo.

"Si, chi è?"

Rispondo con voce assonnata.
Per poco non ci aggiungo anche uno sbadiglio.

"Bella! Sono Emily, mi trovo all'aeroporto. Devi venirmi a prendere!".

"Come devo venirti a prendere? Chiama un taxi e fatti portare al campus" le istruisco.

"Secondo te non ci avevo pensato? Qui non ci sono più taxi disponibili e mi toccherebbe aspettare per un'ora, quindi alza il tuo bel culetto e vieni a prendermi".

Le buone maniere ce le siamo scordate a casa.

"Em io non ho la macchina" le ricordo.

"Non mi interessa. Sei o non sei la mia migliore amica?".

Esito per un istante nel risponderle.

"Ti prego Bell" mi supplica con la voce di una bambina di cinque anni.

"E va bene Emily, mi devi un favore caspita".

"Okay, mi farò perdonare. Grazie Bella" .

Dio quanto mi fa imbestialire certe volte. Lei è il mio contrario. È spensierata e immatura. Mi tocca sempre aiutarla, ma dopotutto le voglio un gran bene. Emily è stata l'unica ad essere gentile con me e per questo non la ringrazierò mai abbastanza.
Sono grata di aver trovato un'amica leale e sincera come lei. Almeno non è falsa come la maggior parte delle persone in questo mondo. È raro trovare una persona speciale come lei. Beh, adesso mi toccherà trovare un mezzo con cui andarla a prendere. Potrei chiedere a Jess se può portarmi lei fino all'aeroporto. Penso sia la cosa più sensata da fare, la chiamo.

"Ehi Bella!" Mi risponde dal telefono.

"Jess, una mia amica è appena arrivata a farmi visita e mi chiedevo se potessi accompagnarmi con la macchina per prenderla dall'aeroporto".

My First ||H.S||Where stories live. Discover now