2. Incubo (Parte 1)

10.3K 622 1K
                                    

Louis Tomlinson si guardò un'ultima volta allo specchio prima di afferrare l'iPod e uscire di casa. Nonostante vivesse in una bellissima villetta con spiaggia privata, gentilmente donatagli dai suoi genitori per il suo diciottesimo compleanno, il ragazzo odiava correre in riva al mare. Detestava la sabbia che gli sporcava le scarpe da ginnastica e gli spruzzi d'acqua che a volte lo raggiungevano quando si alzava il vento. Odiava il fatto che non ci fosse nessuno ad ammirarlo mentre correva nella sua tuta aderente, con le cuffiette dell'iPod nelle orecchie e i capelli perfetti.

Il parco distante era di gran lunga migliore: le persone si giravano sempre a guardarlo, e correre sul terreno non era faticoso come correre sulla spiaggia.

Alle sei, ogni mattina, si manteneva tonico e in forma andando a correre per un'ora, poi tornava a casa a farsi la doccia e raggiungeva le amiche all'università. La sua vita era estremamente piena e interessante: amici, feste, cheerleading, lezioni, ragazzi e qualche hobby.

Era praticamente bello e popolare, coi corti capelli marrone chiaro e due grandi occhi azzurri. Era bassino, snello e faceva la cheerleader da quando era alle superiori. Inoltre, aveva ottimi voti in tutte le materie e viveva da solo per gentile concessione dei suoi ricchi genitori.

Era perfetto e lo sapeva, così come lo sapevano tutti quelli che conosceva. E a lui piaceva.

Tutte volevano essere come lui, tutti desideravano essergli amico. Tutti tranne Harry Styles e il suo gruppetto di sfigati, ma a lui non poteva importare di meno.

La musica gli rimbombava in testa mentre entrava nel parco, con andatura regolare. Anche se era molto preso, il posto era piano di gente.

Perso nei suoi pensieri, non si accorse del ragazzino in bici che lo investì, facendolo cadere rovinosamente a terra.

Batté la testa contro il muro di roccia lì accanto e perse i sensi all'istante.

* * *

Si risvegliò dopo quello che parve appena qualche secondo, ma si accorse subito che c'era qualcosa che non andava. Sentiva di essere ricoperto di una sostanza appiccicosa e viscida. Le gambe vi erano completamente sommerse, ma la parte superiore del corpo restava relativamente libera. La testa gli doleva come non mai prima d'ora e si sentiva lento e pesante.

Si tolse qualcosa che gli strisciava sulla guancia e cacciò un urlo quando vide che si trattava di un millepiedi gigante. Lo lanciò lontano e si guardò intorno, tirandosi su.

Era immerso in quello che somigliava a un lago di melma marrone scuro, denso e maleodorante. Attorno a lui, fiochi raggi di sole illuminavano una foresta buia, con alberi giganteschi che oscuravano il cielo e altri piccolissimi, molto simili a bonsai, sparsi su tutto il terreno circostante. A essere giganteschi non erano solo alberi dalle forme più strane: c'erano anche quelli che sembravano in tutti e per tutto fiori. Louis spalancò la bocca nel guardare un grande fiore, retto da un groviglio di steli che lo collegavano a fiori più piccoli, verdi e gialli.

Non sapeva dove fosse finito, ma il cuore cominciò a battergli forsennatamente quando un suono molto simile a piccoli tintinnii si diffuse nell'aria. Non era un rumore costante: sembrava quasi una melodia che continuava a interrompersi e ripartire in modo irregolare, senza un senso. Qualcosa scosse la terra e piccoli rametti che ricoprivano il terreno si alzarono di scatto in aria, per poi bloccarsi lì, a metà strada verso il cielo, galleggiando lentamente e abbassandosi fino a posarsi di nuovo a terra.

Era decisamente un sogno.

Louis si decise ad alzarsi in piedi per uscire dal lago di melma, ma scivolò giù e finì per affondare ancor più verso il centro. Si bloccò, cercando attorno a lui qualcosa a cui aggrapparsi per uscire.

Aveva appena individuato una radice poco lontana quando qualcosa si mosse poco distante da lui, sotto la superficie del lago melmoso.

Il ragazzo si bloccò, spalancando gli occhi. Vide quella che aveva tutta l'aria di essere una cresta emergere per qualche secondo, per affondare nel lago subito dopo.

Iniziò a tremare mentre cercava disperatamente di raggiungere la radice, con quel fastidioso tintinnio a confondergli le idee. La cresta riemerse, stavolta più vicino, e Louis sentì che gli occhi gli si riempivano di lacrime mentre con una mano agganciava nervosamente la radice e cercava di tirarsi su. Quando questa si spezzò, lui ricadde spaventato verso la cosa che si dirigeva verso di lui e cercò di indietreggiare, senza successo.

La cresta emerse nuovamente, a un metro da lui. Stava per urlare ancora quando qualcosa lo prese da dietro, afferrandolo per le braccia e trascinandolo velocemente fuori dalla palude. La cosa che nuotava nel lago riaffondò al di sotto della superficie.

Quando il ragazzo trovò la forza di staccare gli occhi dalla creatura, si rese conto che una voce maschile gli stava dicendo: «Tutto bene?» e si girò per guardarsi alle spalle.

Harry Styles lo teneva per le braccia e lo guardava con la fronte corrugata. Aveva gli occhi più verdi che avesse mai visto, e lui arrossì leggermente quando si accorse che stava ancora aspettando una risposta, a giudicare dal sopracciglio alzato.

Trovò la forza di annuire e, quando Harry lo lascio andare, si alzò e si guardò i vestiti sporchi. Indossava la tuta che aveva quando era uscito per andare a correre, ma ora era zuppo di quella strana melma marrone. Harry, invece, indossava dei pantaloni militari, una maglietta nera a maniche corte e un paio di scarponi neri. Le braccia erano piene di tagli e lividi. Legata alla vita, potava una cintura piena di coltelli di tutte le forme e dimensioni, dall'aspetto grezzo e rudimentale.

«Ehi! Ecco dov'eri.» Joe Dixon spuntò fuori da dietro un enorme fiore e spalancò la bocca quando lo vide. «Louis Tomlinson? Oh, merda. Questa proprio non me l'aspettavo.» Anche lui indossava dei pantaloni militari, con una maglietta verde e un paio di scarponcini marroni.

«Cosa succede?» Chiese Louis a Harry, ignorando del tutto Joe. «Dove siamo?» Sapeva di avere un tono aggressivo, ma sentiva il proprio corpo tremare per la paura.

«Abbassa il tono, principessa. E ringrazia Harry che ti ha salvato il culo.» Nadia Ericson si affiancò a Joe. «Io ti avrei volentieri lasciato lì.» Louis quasi non si meravigliò di notare che era vestita esattamente come gli altri due.

«Non dirlo neanche per scherzo, Nadia.» l'ammonì Harry con tono duro.

La ragazza sembro sentirsi davvero in colpa e gli occhi se le riempirono di lacrime. «Hai ragione. Scusa.»

Louis cercò di mantenere la calma. «Questo è solo un brutto sogno.»

Harry scoppiò inaspettatamente a ridere. «Non posso darti torto.»

Iniziò ad allontanarsi, seguito a ruota da Joe e Nadia.

«Ehi!» urlò Louis, «Dove state andando?»

Harry gli lanciò un'occhiata oltre la spalla. «Se vuoi venire, vieni con noi.» E riprese a camminare.

Louis si morse forte il labbro, poi li seguì senza fiatare.

Sogno o no, non ne se sarebbe rimasto da solo in quel posto.

----
Una piccola nota: il soprannome "principessa" di Lou, l'ho volto lasciare così perché mi sembrava più carino per una sassy come lui.

Ricordo che la storia non é mia ma di IreneToccaceli , tutti i diritti vanno a lei.

L'Altra Metà del Mondo / L.S.Where stories live. Discover now