24. Decisioni

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Capirete leggendo il motivo per cui non ho voluto scrivere il capitolo tanto presto... preparate i fazzoletti.
Buon 2017,
Charly




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Era mercoledì, un giorno come gli altri nell'Altra Metà del Mondo.

Louis si svegliò e trovò Harry intento a scarabocchiare qualcosa sul suo quaderno di foglie. Domenica se n'era andato presto da casa del ragazzo, dopo essersi assicurato che lui stesse bene. La triste storia di Natalie era rimasta lì, sospesa fra loro come un fantasma, mentre si sforzavano di fare conversazione.

Ora che sapeva com'era andata, Louis poteva capire perché Harry fosse così fissato con tante cose: spostare le trappole ogni giorno, evitare di uscire di notte, assicurarsi di ripulire le ferite prima di applicare il succo giallo. Quelle precauzioni non erano sempre necessarie, ma gli davano l'impressione di fare qualcosa, di poter aumentare le possibilità di sopravvivenza per tutti loro. Lo facevano sentire bene con sé stesso.

E Louis sapeva che si sentiva in colpa. Per la morte di Natalie e per quella di Melinda.

La verità era che si sentiva in dovere di proteggere tutti, forse perché era il più esperto. Ma nessuno aveva salvato lui, quando aveva quattordici anni, e Louis ammirava il suo coraggio, la sua capacità di cavarsela nelle situazioni più disperate.

E ripensava spesso a quel bacio sulle rive del Lago Freddo. Ripensava alle sue mano sui fianchi, alle sue labbra contro le proprie, al calore del suo corpo. E sapeva di tremare, ogni volta che il ricordo si faceva strada nella sua mente.

Harry gli lanciò un'occhiata distratta e si accorse che era sveglio. Chiuse con uno scatto il quaderno di foglie e gli sorrise. «Dormito bene, principessa?»

Louis si alzò controvoglia, stiracchiandosi. «Come faccio a saperlo? Da quando ho avuto l'incidente mi basta chiudere gli occhi per riaprirli in un'altra dimensione.» Guardò il ragazzo con la fronte aggrottata. «Tu pensi che dormiamo? O siamo perennemente svegli? Dove finiscono le nostre ore di sonno?»

Harry rise e fece spallucce. «Non credo ci sia modo di scoprirlo, purtroppo.»

L'atmosfera tra loro era ancora tesa.

Quando Nadia e Joe si svegliarono, Harry fece capire a Louis che voleva parlargli. Chiese ai due ragazzi di andare a controllare le trappole vicino alla radura, mentre loro avrebbero raccolto acqua e calendule. Quando rimasero soli, si avviarono verso la Valle dei Due Laghi.

«Volevo chiederti un favore.» gli disse Harry non appena furono lì. «Non dire a Nadia e Joe ciò che ti ho raccontato l'altro giorno. Preferirei non vedere le loro occhiate impietosite.»

Louis ebbe il coraggio di chiedere. «Perché lo hai raccontato a me e non a loro?»

Harry sorrise fra sé mentre riempiva una noce di cocco con dell'acqua. «Perché sapevo che non mi avresti compatito. E avevo bisogno di dirlo a qualcuno.» mormorò. «L'ho tenuto nascosto per troppo tempo.»

Louis annuì. Il solo fatto di rischiare la vita in quel posto tutti i giorni e non poterlo dire a nessuno lo faceva impazzire. Non riusciva a immaginare come dovesse sentirsi Harry, che aveva portato quel fardello per ben cinque anni.

«Harry!»

La voce di Joe li fece sobbalzare entrambi. Il suo era stato un grido d'aiuto e bastò per far scattare Harry. Il ragazzo lasciò andare la noce di cocco che aveva in mano e si mise a correre forte, con Louis che correva dietro di lui. Il ragazzo lo vide sfilare il coltello dalla cintura mentre il grido di Joe riverberava nell'aria, facendogli gelare il sangue.

L'Altra Metà del Mondo / L.S.Where stories live. Discover now