32. Buonumore

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Finalmente un capitolo più spensierato degli altri, mettiamola sul ridere haha

i nostri Larry si stanno adattando a vivere in questa parte della radura, e a quanto pare cercano di non pensare a ciò che è successo a Nadia e Joe.
Cosa vi aspettate che succederà?

A presto,
Charly

I crediti sono di
IreneToccaceli



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Nell'Altra Metà, Louis e Harry si adattarono in fretta alla nuova sistemazione. 

A detta del ragazzo, in quella parte della foresta era difficile catturare prede con le trappole, quindi non avrebbero perso tempo a costruirle.

Ogni giorno, per una settimana, cercò di istruire Louis nel lancio del coltello e iniziò a dargli consigli su come muoversi senza fare rumore e su come catturare particolari animali. Lo portò a caccia con sé, mostrandogli come tenere il pugnale, come muovere il polso, come mirare. Nonostante il ragazzo imparasse in fretta, riuscì a colpire un solo animale: un cervo. La creatura aveva una carne tenerissima ed era più delicata di un cervo normale, oltre che più piccola e con corna più grandi e fini. 

Un vantaggio di quel posto era la possibilità di mantenere al fresco il cibo: dai rami più alti degli alberi pendevano tante gocce verdi, dure come vetro e grandi quanto l'unghia di un pollice. Ma soprattutto, fredde. Una volta staccate dai rami e raccolte in un contenitore, potevano mantenere il cibo fresco per una settimana, come minuscoli cubetti di ghiaccio. Il problema era che le gigantesche noci di cocco a cui erano abituati erano ora a grandezza naturale. Quando Louis gli chiese dove avrebbero trovato un contenitore, la bocca del ragazzo si aprì in un ghigno e i suoi occhi brillarono. 

«Lo ruberemo.» rispose semplicemente. 

Louis non capì cosa volesse dire finché non lo portò in una radura a qualche ora di cammino dalla casetta dove abitavano. Lì, sparsi per terra in mezzo agli alberi, c'erano giganteschi nidi d'uccello, fatti con rami secchi e liane. I due ragazzi si accucciarono dietro un cespuglio e rimasero per un po' a guardare gli uccellini, grandi quanto una gamba di Louis, dimenarsi nei nidi, chiedendo a gran voce del cibo. Alcuni dormivano appollaiati gli uni contro gli altri. 

«Dove sono i genitori?» chiese Louis, preoccupato. Con cuccioli grandi così, un uccello adulto avrebbe dovuto essere almeno il doppio di una persona. 

«Durante il giorno sono quasi sempre in giro. Tornano solo al tramonto.» gli rispose Harry, con gli occhi che brillavano. «Il nostro scopo è rubare uno dei nidi prima che arrivi un adulto, e senza farci beccare dai cuccioli. Possono staccarti un braccio, sai.»

Louis lo guardò come se avesse parlato di ballare nudi sotto la neve. «Hai così tanta voglia di morire?»

Il ragazzo sfoderò un ghigno ed esclamò: «Andiamo!» prima di correre fuori dal cespuglio. Louis esitò un momento, senza sapere cosa fare. Poi prese un bel respiro, maledì mentalmente Harry e gli andò dietro cercando di non fare rumore. 

Gli uccellini li videro subito e cominciarono a fare fin troppo rumore. Uno cercò di beccare Louis, ma Harry lo tirò verso di sé ridendo. 

Non poteva credere che il ragazzo si stesse veramente divertendo! Louis scosse la testa contrariato e lo seguì verso uno dei pochi nidi vuoti, ancora in fase di costruzione. Era abbastanza formato da fare da contenitore, ma non aveva uova né uccellini al suo interno.

Harry gli indicò un lato del nido e si spostò verso la parte opposta. 

«Dobbiamo tirarlo su insieme» disse, «altrimenti si spacca in due.»

Louis sospirò e contò fino a tre assieme al ragazzo, poi tirò su il nido.

Harry gli sorrise. «Ora dobbiamo solo....»

Un uccellino zampettò verso di loro. Li guardò un po', cinguettando, poi aprì il becco e cercò di beccare Harry, che per poco non lasciò andare il nido. 

«Louis» gli disse, a voce bassa e incredibilmente prudente. «Non ti muovere in fretta. Niente scatti. Ora, lentamente, vieni verso di me e spostiamoci sull'altro...» Altri quattro uccellini si avvicinarono incuriositi.  «Merda.» commentò Harry, per poi urlare: «Corri!»

La cosa strana e imbarazzante fu che nessuno dei due pensò neanche per un attimo di lasciare andare il nido e si misero a correre goffamente portandoselo dietro, come un mobile ingombrante. Anche se non pesava molto, la difficoltà di correre senza spaccarlo in due era notevole, e l'impiccio li rallentava parecchio. Dietro di loro, gli uccellini tentavano di raggiungerli zampettando verso di loro e cinguettando a più non posso. Harry e Louis corsero veloci, per quanto fosse loro possibile, e li seminarono appena in tempo per vedere la sagoma di un gigantesco uccello volare sopra le loro teste e dirigersi verso i cinguettii. 

Continuarono a correre per dieci minuti buoni, finché Louis gridò: «Non ce la faccio più!» ed entrambi posarono il nido a terra e si stesero sul terriccio per riprendere fiato. 

Dopo qualche minuto di silenzio e respiri affannosi, si girarono a guardarsi... e scoppiarono a ridere a crepapelle. 

«Eravamo così ridicoli!»commentò Louis mentre si asciugava le lacrime agli occhi dal gran ridere. 

«Avevi una faccia così sconvolta!» aggiunse Harry, tenendosi la pancia con le braccia. 

Se ne stettero lì per un po', ridendo fino a che non ebbero più fiato. Quando si furono ripresi, ricominciarono a camminare, portandosi dietro il nido. Arrivarono alla casa di legno poco prima del tramonto e mangiarono un po' del cervo catturato da Louis. Il nido servì da contenitore per i cristalli verdi e il cibo. 

Quella sera, il buonumore aleggiava tra loro come fumo invisibile, rendendoli più sorridenti e inclini alla conversazione. Louis finì di cucire la nuova coperta a cui lavorava da più di una settimana e sbuffò soddisfatto.

Quando vide Harry disegnare sul suo quaderno di foglie, allungò il collo per guardare meglio e notò le facce di Joe e Nadia. 

Un nodo gli si formò in gola, minacciando di farlo scoppiare in lacrime. 

«Sono bellissimi.» sussurrò, con la voce rotta dall'emozione. 

E lo erano. Harry era riuscito a cogliere nei due ragazzi i piccoli dettagli delle loro espressioni più comuni: Nadia aveva il naso arricciato in una piccola smorfia, come quando stava per scoppiare a ridere. Joe si sistemava gli occhiali con un'espressione seria, un sopracciglio leggermente sollevato e l'accenno di un sorriso sulle labbra sottili. 

Harry smise di disegnare, ma non lo guardò. «Ho il vizio di disegnare ciò che voglio imprimermi nella mente. Scusa se ti ho turbato.»

Louis scosse la testa. «Affatto. Anzi, credo che tu sia davvero bravo. Sembra che siano ancora qui, con noi.»

Harry alzò finalmente gli occhi verso di lui e gli sorrise con dolcezza. «Sono sempre con noi.»

L'Altra Metà del Mondo / L.S.Where stories live. Discover now