9. Non chiudere gli occhi

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Quando Louis si risvegliò nel suo letto, qualcosa dentro di lui era cambiato. Il suo corpo era ricoperto di ferite e il freddo sembrava essergli entrato nelle ossa, tanto che gli facevano male tutti i muscoli.

Non poteva più fare finta che fosse solo un brutto sogno.

Quando i genitori lo videro, gli corsero incontro preoccupati.

«Cosa sono tutte queste ferite, tesoro?» gli chiese la madre.

Louis le fece un sorriso rassicurante. «Stamattina sono andato a correre. Ero così distratto che sono finito in mezzo a un cespuglio di rovi!»

Suo padre lo guardò confuso, e forse un po' diffidente. «Non ti abbiamo sentito uscire...»

«Ho fatto in silenzio.» lo liquidò Louis con un gesto della mano.

Il padre prese un bel respiro. «Tesoro, io e tua madre non possiamo trattenerci di più. Domani mattina dobbiamo tornare entrambi al lavoro. Starai bene?»

I suoi genitori gestivano un famoso bar in un città poco lontana, e tenere chiuso il fine settimana equivaleva a perdere grossi guadagni.

«Starò benissimo!» li rassicurò Louis. «Ora scusatemi ma devo correre all'università.»

«Non fai colazione?» gli urlò dietro sua madre.

«Passerò da Starbucks!»

A dire la verità, non aveva molta fame e aveva intenzione di passare per il supermercato. Avrebbe preso così tanto caffè da stare sveglio una settimana.

Dopo aver pagato, lo infilò nello zaino e si avviò verso l'università.

Quel pomeriggio, dopo gli allenamenti con le cheerleader, si sarebbe comprato qualche costume: non aveva intenzione di usare i bei costumi che aveva già, altrimenti sarebbero presto finiti in pezzi.

All'università, il suo gruppetto di amiche lo accolsero con una serie di sorrisi.

«Ehi, stavo pensando di dormire tutti a casa mia, domani sera.» gli comunicò Christine. «I miei torneranno tardi, quindi avremo la casa tutta per noi. Le feste sono fuori discussione, ma possiamo sempre tirare fuori qualche bottiglia di tequila e mettere su un po' di musica!»

Louis sorrise. «Ci sto. I mei partiranno domattina, quindi posso venire giù fin dal pomeriggio.»

Tutte le ragazze annuirono contente, prima di fissare lo sguardo dietro di lui.

«Oh, oh! Kevin Russell si sta avvicinando!» gli disse Martha, facendogli l'occhiolino.

Louis lo vide venie verso di lui, con quell'aria spavalda che gli si addiceva.

«Ehi.» lo salutò con un sorriso. «Come va?»

Louis vide le sue amiche dileguarsi e sorrise a sua volta. «Non male.» Certo, per aver avuto un trauma cranico ed essere costretto a rischiare la vita ogni notte. «Volevi parlarmi?»

Kevin si avvicinò a lui con espressione maliziosa. «Che ne diresti di uscire, stasera?»

Louis scosse la testa. Quella sera avrebbe fatto un esperimento. «Ho da fare. Ma domenica sono libero...»

«Domenica, allora.» il sorriso sul volto del ragazzo si allargò. «Ci vediamo, Louis.»

Quando Kevin si spostò, Louis notò Harry che lo guardava da lontano. Nadia e Joe non si vedevano da nessun'altra parte. Lui continuò a guardarlo finché il ragazzo non fu distratto da Jennifer.

«È ora di entrare!» gli disse.

Quando Louis si voltò di nuovo, Harry non c'era più.

***

L'Altra Metà del Mondo / L.S.Where stories live. Discover now