31. Perdita

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Scusate se non ho aggiornato come ho detto, ma il fatto di avere così tanto tempo libero da farmi scrivere i capitoli a manetta, mi è sfuggito di mano!

Sto pubblicando troppo velocemente, non credete? Haha

Comunque, ecco a voi il capitolo... un po' triste.

Ma state tranquilli, la situazione si risolverà presto e ci saranno molto i nostri larry che si legheranno a dismisura!

A presto,
Charly

I diritti sono di
IreneToccaceli


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Louis continuò a fissare lo spazio vuoto nell'erba davanti a sé per un tempo indefinito. Le lacrime gli scorrevano lungo le guance e sembravano non riuscire più a fermarsi, eppure non un singhiozzo gli uscì dalla gola. Non un gemito.

Harry dovette prenderlo su di peso e trascinarlo via, perché lui non collaborò, ma non oppose neanche resistenza. Si sentiva stanco, distrutto, affranto. Aveva lo stomaco chiuso e la fame che aveva sentito fino a quel momento gli era passata all'improvviso.

Si aspettava ancora di veder apparire Nadia, da un momento all'altro.

Harry lo portò in una piccola radura poco lontana. Là, li attendeva una casetta di legno, molto più piccola di quella dove avevano dormito finora, e posta tra due grandi alberi. Da uno dei due alberi scendeva una scaletta fatta di liane, mentre la casa aveva una pelliccia penzolante al posto della porta. Il ragazzo trascinò Louis all'interno. Il posto era un po' sporco e malmesso, ma per lo meno Louis poté sedersi a terra e rannicchiarsi in posizione fetale, con la testa tra le ginocchia.

«Louis.» chiamò Harry.

Lui non rispose.

«Louis, tirati su. Riprenditi.» gli disse in tono autorevole, cercando di farlo alzare.

«No!» urlò alla fine Louis. Le lacrime continuarono a scorrergli lungo il viso.

Harry si spazientì. «Smettila. È dura, lo so, ma non puoi lasciarti andare ora! Se non reagisci sei morto, Louis. Morto!»

Il ragazzo si alzò in piedi di scatto e affrontò Harry negli occhi. «Smettila di dire quella dannata parola!» gli urlò contro.

Harry lo osservò per un attimo con sguardo triste, poi sussurrò: «Se n'è andata, Louis. Prima lo accetterai e meglio sarà. Credimi, lo so.»

Louis non riusciva a comprendere come potesse essere così calmo, così controllato. Era appena morta una persona. Davanti a loro. E non una persona qualsiasi... ma Nadia, la ragazza con cui avevano passato tanto tempo, e affrontato pericoli più grandi di loro. E anche Joe se n'era andato.

«Chi sarà il prossimo?» chiese, quasi sottovoce.

Harry s'irrigidì. «Cosa?»

«Ho detto: chi sarà il prossimo?» Gli tremava la voce. «Tu o io?» Si abbracciò, come se avesse freddo. «Quanto passerà prima che uno di noi due muoia?»

Harry lo guardava senza dire nulla.

Louis sentì una forte rabbia invaderlo. Spinse con forza il ragazzo, sul petto. «Come fai a essere così calmo? Perché diavolo non piangi?» Continuò a spingerlo e provò a colpirlo, ma lui la schivò. «Cosa diavolo hai al posto del cuore? Piangi! Urla! Dimostrami che sei umano!» La sua voce si era fatta isterica e continuava a cercare di colpire il ragazzo, che restava in silenzio. «Perché sei così insensibile? Nadia è morta! È morta!»

L'Altra Metà del Mondo / L.S.Where stories live. Discover now