6. Imbarazzo

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Louis dovette inclinare leggermente il capo verso l'alto per incontrare gli occhi di Harry, ma non appena vide il suo sguardo si affrettò a superarlo.

Lui lo afferrò per il braccio. «Ehi.»

È un incubo. Questo è un incubo. Harry Styles mi sta parlando davanti a tutta la classe.

Gli studenti uscivano lanciando loro strane occhiate e Louis non sapeva come comportarsi.

«Cosa c'è?» gli rispose bruscamente, cercando di controllare il nervosismo.

Lui continuò a tenerlo per il braccio. «Dobbiamo parlare.»

Oddio. «E perché mai?»

Lui incatenò i suoi occhi verdi a quelli azzurri di lui, e abbassò la voce. «Perché devi sapere alcune cose dell'Altra Metà, prima di tornarci.»

Non riusciva a crederci. O Harry aveva fatto il suo stesso sogno... o Louis stava ancora sognando. In entrambi i casi, i mormorii della gente intorno a loro lo stavano mettendo in imbarazzo. Louis Tomlinson, il ragazzo più popolare dell'Università, che parlava con lo sfigato Harry Styles?

Era decisamente un incubo.

«Non so di cosa parli.» gli disse Louis e cercò di allontanarsi, ma lui strinse la presa.

«Okay,» acconsentì lui, «fai pure finta di non capire. Ma fammi spiegare alcune cose.»

Lui esitò un attimo, poi video le sue amiche guardarlo come se non lo riconoscessero. Stavano parlando tra di loro, probabilmente cercando di capire cosa ci facesse con Harry. Preso dalla rabbia, si avvicinò al ragazzo e portò la propria voce al livello di un sussurro. «Lasciami. Andare.» Strinse i denti così forte da farsi male. «E non rivolgermi mai più a me in pubblico, mi metti in imbarazzo.»

Harry gli rivolse uno sguardo sorpreso, poi l'emozione nei suoi occhi si trasformò in qualcosa di simile all'odio. «Come vuoi.» Gli lasciò andare il braccio. «Sono proprio curioso di vedere cosa indosserai, domani.»

E, detto questo, si allontanò con un lieve sorriso sulle labbra.

Louis si chiese cosa avesse voluto dire con quella frase, ma lasciò perdere. Raggiunse le sue amiche e disse loro che Harry gli aveva chiesto il numero, ma lui non glielo aveva dato.

«Bleah!» commentò Jennifer con una smorfia, «Harry Styles? Non è droga o alcol abbastanza potente da costringermi a dargli il mio numero.»

«Sarebbe anche carino, se non fosse così strambo.» disse Martha.

«E strambo.» aggiunse Christine.

«E autolesionista.» terminò Katherine.

«Beh, non mi sogno nemmeno di uscire con lui.» esclamò Louis. «Gli ho detto di non parlarmi mai più.»

«Bravo.» convennero le amiche.

Quella sera Louis cenò in fretta e si disse che il giorno seguente avrebbe saltato la corsa mattutina. Rimise la sveglia per le otto e si buttò sul letto, sfinito.

Si addormentò quasi subito.

***

Ancora prima di svegliarsi, Louis si accorse di non trovarsi più sul comodo letto in cui si era addormentato. Spalancò gli occhi di scatto e si tirò su a sedere. Si trovava nella casa di legno che aveva sognato la sera prima, ma non c'era nessuno a parte lui.

No, no, no. Non di nuovo.

Un rumore lo fece voltare verso la porta fatta di liane. Harry entrò portando in mano due frutti di un giallo acceso, più grandi del suo pugno. Non appena lo vide, sul suo volto si aprì un ghigno.

L'Altra Metà del Mondo / L.S.Where stories live. Discover now