29. Tempo

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COLPI DI SCENA COLPI DI SCENA COLPI DI SCENA
COLPI.DI.SCENA.
Sclerate con me!!!
A presto,
Charly

Tutti i crediti vanno a
IreneToccaceli



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Quando Louis si svegliò, la mattina successiva, si sentiva più solo che mai. Avrebbe voluto che Harry fosse lì con lui, a preparargli la colazione in pigiama, con l'odore del caffè sparso per la cucina. Si vestì in fretta, si lavò, fece colazione e uscì velocemente, per andare all'università. 

Al suo arrivo, le sue amiche tentarono di raccontargli cos'era successo la sera precedente, quando erano andate al cinema con alcuni ragazzi. Lui si sedette accanto a loro sui gradini e cercò di ascoltare, ma si sentiva distante mille miglia da quella vita fatta di feste e popolarità. Per la prima volta in assoluto, si sentì solo anche in mezzo al suo gruppo di amiche. 

Forse fu per questo che, quando Harry arrivò e gli fece un breve cenno in direzione del retro dell'università, lui annuì e si allontanò dalle amiche con una scusa. Mentre le lezioni iniziavano e tutti si dirigevano verso l'entrata, Louis s'incontrò con Harry dietro l'edificio. 

Lui aveva un'aria preoccupata. 

«Che succede?» chiese Louis. 

«Nadia è rimasta a casa oggi. Dice di non sentirsi bene.»

Louis trattenne il respiro. La paura si fece strada nel suo corpo. «Quanto tempo abbiamo?»

Il ragazzo si passò una mano fra i capelli corti. «Non lo so!» rispose frustrato. «Spero che resista altri tre giorni, ma non possiamo perdere tempo. Dobbiamo affrettare il passo, e cercare di arrivare in tempo.»

«Non possiamo evitare di cacciare per due giorni? Non moriremo certo di fame...» propose Louis, ma Harry scosse la testa. 

«Nadia riuscirà a resistere al veleno solo se continuerà a mangiare e bere regolarmente, e a riposarsi spesso. Non possiamo fare altro che sperare.»

Louis sentì le lacrime che gli pungevano gli occhi. Cercò di ricacciarle indietro, senza successo. Harry lo abbracciò senza dire nulla, cercando di fargli forza. 

«Se Nadia...» sussurrò Louis, tra le lacrime, «Se Nadia dovesse...»

«Shhh.» lo zittì dolcemente il ragazzo, accarezzandogli la schiena. «Non lo dire nemmeno. È forte, e noi faremo il possibile. Dobbiamo solo cercare di andare più veloci.»

Louis si sciolse dall'abbraccio, annuendo e asciugandosi le lacrime. 

Ce la faremo, pensò. 

Quel giorno, non riuscì a seguire neanche una lezione.   

Ora che il tempo stringeva, i giorni sembravano passare più velocemente. 

Nadia camminava lenta, tossiva e sudava. Mostrò ai ragazzi le venature nere che ormai occupavano tutta la gamba, e sorrise debolmente. 

Harry impiegò un'ora e mezza per catturare tre prede e diede la sua a Nadia, dicendo di non avere fame. Anche Louis mangiò solo metà della sua, lasciando con noncuranza il resto accanto alla ragazza e dicendo che l'avrebbe buttato via se qualcuno non l'avesse mangiato. 

Nadia divorò tutte le porzioni, ma la stanchezza non lasciò mai il suo volto. Insistette per fermarsi almeno tre volte e ogni volta aveva il fiatone. Al tramonto, Harry le chiese se ce la facesse a camminare un altro po', ma lei scosse la testa e disse che era troppo stanca. Dopo aver cenato, si mise subito a dormire e sparì prima del previsto. 

L'Altra Metà del Mondo / L.S.Where stories live. Discover now