Capitolo 11

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Finalmente il sabato, e finalmente Marta sarebbe venuta a correre con me. L'avevo dovuta trascinare via dalla sua scrivania perché voleva studiare a tutti i costi.

La tenevo d'occhio continuamente e la spronavo, ma era sabato e non volevo assolutamente andare a correre da sola di nuovo. Avevamo lasciato Marco a casa con Spettro, e sperai vivamente che non avessero fatto danni.

– Incontreremo Andrea oggi? – mi chiese la mia amica appena arrivammo al parco.
– Non credo, è un chirurgo, non ha orari fissi. La morte è sempre dietro l'angolo, e non credo che rinunci ad un intervento a cui non vede l'ora di assistere solo perché è sabato e deve andare a correre con il cane. – le dissi come se fosse ovvio.
– Non fai altro che ripetere che sia un chirurgo. Ti piace proprio questa cosa, eh? – ridacchiò lei.
– Beh sì, qual è il problema? – le chiesi.
– Niente, spero solo che tu non veda solamente in medico che è in lui. Perché sono sicura che ci sia molto di più in lui. – mi rispose.
– Certo, questo lo so, infatti sono pronta a conoscerlo meglio, ma il fatto che sia un chirurgo lo rende solamente più sexy. – ridacchiai e lei mi diede un colpetto, spintonandomi e superandomi. Io la raggiunsi in una manciata di secondi.

– Credo che anche tu dovresti trovare qualcuno. – le dissi con il fiatone.
– Io no, invece. Mi devo concentrare sullo studio, e di un ragazzo che mi incasini la vita posso farne a meno. – fece spallucce.
– Perché dici così? Non deve essere per forza un'esperienza negativa. – le dissi, cercando di farla pensare un po' in positivo.
– Scherzi? Devo ricordarti quante volte sei stata ad asciugarmi le lacrime la notte al posto di dormire? In questi tre anni tutte le volte che ho provato a stare con un ragazzo e ho messo in gioco il mio cuore, me lo sono fatta frantumare. – disse con tono arrabbiato.
– Certo che me lo ricordo, e se ti capitasse di nuovo ci stare male anche io, e questo lo sai. Ma secondo me non dovresti smettere di provare... - cercai di convincerla.
Trovare qualcuno che le desse amore oltre a me era ciò di cui aveva bisogno, era la svolta che ci voleva.

– Senti, per me non è facile. Come faccio a trovare uno che mi piace, che sia con la testa a posto, e che soprattutto sia davvero interessato a me?! Per te è facile parlare, Em. Hai sempre qualcuno che ti sbava dietro ma a te sembra che non te ne importi niente. È un miracolo che tu stia dando una chance ad Andrea, perché non fai altro che bidonare tutti quei poveretti che vorrebbero provarci con te. Non sei nemmeno grata di tutte le attenzioni che la gente ed i ragazzi ti riservino, tu neanche li vedi. Io invece sì, ed al posto tuo ne sarei grata. Ne sarei felice, tu invece non fai altro che lamentarti, mentre l'unica che si dovrebbe lamentare qui sono io. – mi disse con tono acido, e prese a correre un po' più distante da me. Mi misi le mani nei capelli e sbuffai. Che dovevo fare con lei?


Mentre Marta era sotto la doccia, ne approfittai per parlare di lei con Marco.
-vHai presente la svolta nella vita di Marta che stavamo cercando? – gli chiesi, e lui spostò tutta la sua attenzione su di me. Quando si trattava di lei era sempre attento.
– Uh-uh. – mormorò pensieroso.
– Bene, non so quale possa essere, ma ho bisogno che avvenga, e anche subito. – gli dissi determinata.
– Oggi è sabato, no? Stasera andiamo in un locale tutti e tre. Ci divertiremo. – mi sorrise in modo strano.
– Un locale? Credi che non ci abbia pensato? Ci serve qualcosa di più accurato. – gli dissi. – Emma, forse non mi sono spiegato. Vi porterò in un locale esclusivo, non viene frequentato da tutti. – disse dandosi delle arie. – Oh, vuoi dire che ci sono altri figli di papà come te? – gli chiesi mettendomi le mani sui fianchi.
– Voglio dire che sì, ci sono dei ragazzi con me che potrebbero piacerle, ma soprattutto c'è gente importante, del mondo dello spettacolo. In questo posto ci si diverte, ma si fanno affari contemporaneamente. – mi guardò come se fossi una stupida bambina ingenua.
– Marta ha bisogno di attenzioni, e modestamente io ne ricevo molta. Chi porto con me si trova sempre sotto i riflettori. – disse ancora con quel fare da perfetto pallone gonfiato.
– Beh, io sotto i riflettori non ci voglio stare, quindi andateci da soli. – dissi e feci per andarmene in bagno, ma lui mi prese per il polso.
– Marta ha bisogno anche di te, però. Quindi verrai anche tu. – sussurrò a pochi centimetri dal mio viso.
– Verrai dove? – Mila spuntò in cucina con un asciugamano in testa. Marco mi lasciò di scatto il polso e si allontanò da me.
– Stasera ci divertiamo. – le sorrise, e lei mi guardò con fare interrogativo.


Odi et amoWhere stories live. Discover now