Capitolo 15

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Stavo raccontando del servizio fotografico a Marta mentre uscivamo dall'università, ma ad un certo punto lei andò ad abbracciare un ragazzo, Tommaso.
Lo osservai meglio, visto che quella sera al locale non avevo avuto modo. Era alto e di bella presenza, i capelli color cioccolato proprio come gli occhi, un po' di barba ed un bel sorriso. Dopo che i due si staccarono mi avvicinai piano a loro.

– Emma, lui è Tommaso. – me lo presentò, e io gli porsi la mano.
– Piacere. – mi sorrise e me la strinse.
– Tu sei la sua amica super protettiva, giusto? – mi chiese.
– Cosa? – chiesi stranita. Chi gli dava tutta quella confidenza?
– Ahahah, sto scherzando! – rise lui, ed io accennai un sorriso. Lanciai uno sguardo a Marta che però non lo comprese.
– A Tommy piace molto scherzare. – ridacchiò la mia amica, mentre gli accarezzava la guancia.
– L'avevo capito. – dissi, guardandolo in modo diffidente.
Lui continuava a sorridermi, ed era bello, ma c'era qualcosa che mi faceva rabbrividire.
– E... cosa fai nella vita? – gli chiesi curiosa.
– Emmh... lavoro. – fece spallucce, credendo che quella risposta mi bastasse. Io annuii, aspettando che dicesse qualcos'altro.
– Em, rimandiamo l'interrogatorio a un'altra volta, okay? Adesso io e Tommy dobbiamo andare a pranzo. – gli prese la mano e fece intrecciare le loro dita.
– Okay. – mormorai, poco convinta.
Rimasi stranita anche dal fatto che Marta non me lo avesse detto prima, non sapevo che non sarebbe tornata a casa con me.
– Ci vediamo a casa. – mi mandò un bacio volante e Tommaso mi salutò con la mano. Io gli sorrisi e rimasi lì finché non li vidi sparire dietro l'angolo, e me ne andai a casa da sola, con mille domande in testa.


Tornai a casa e rimasi pietrificata appena entrai in cucina. Vidi Marco che maneggiava con pentole e carne cruda.

– Cosa fai? – chiesi sorpresa.
– Chiudi quella bocca, Guerra, che ti entrano le mosche. – mi disse cantilenando.
– Stai cucinando? – chiesi con un sorriso incredulo.
– Sì, sto facendo la cotoletta alla milanese. Per Marta. – mi fece un sorriso finto.
– Beh, peccato che Marta non c'è. Quindi la cotoletta la mangerò io. – mi sedetti a tavola con le gambe accavallate, seguendo ogni movimento di Marco versione cuoco.
– E dov'è? – chiese deluso.
– Dal suo fidanzatino Tommy. – mormorai schifata.
– Quindi fanno sul serio? – mi chiese con la fronte corrugata.
– Non lo so. – dissi pensierosa.
– L'ho conosciuto, è un bel ragazzo, su questo non posso dire niente. – alzai le mani e lui mi guardò male.
– Di sicuro non è più bello di me. – fece uno dei suoi sorrisi odiosi.
– Certo... comunque ho una strana sensazione. Non mi convince. – dissi, mordendomi un'unghia.
– Tu hai una strana sensazione da quando ha offerto il drink a Marta quella sera. – mi guardò come se fossi una pazza che si faceva i film mentali.
– Va bene, allora ne riparleremo quando vedrai anche tu il suo sorriso inquietante. – gli dissi.
– Senti, devi stare tranquilla. E soprattutto tieniti queste cose per te, Marta non ha bisogno anche delle tue ansie. - mi disse con tono rimproverante. Io sbuffai e mi appoggiai sul tavolo con il mento.
– Spostati, bambolina, il pranzo è pronto. – mi porse il piatto con un sorriso soddisfatto, e un profumino buonissimo invase le mie narici.
– Mi ci hai messo il veleno dentro? – gli chiesi prima di tagliare la carne.
– No, te l'ho detto. Quella doveva essere per Marta. – mi disse con un finto tono amorevole, e io gli feci una smorfia.


Stavo studiando, chiusa in camera mia e finalmente in santa pace. Dopo cinque minuti questa pace però si ruppe.

– Emma. – Marco entrò nella mia stanza di botto, e sembrava piuttosto allarmato.
– Lo sai che non mi devi disturbare quando sto studiando, altrimenti la dottorina non diventerà una dottorina. – gli feci cenno di andarsene.
– Spettro non sta bene. – disse, e gli lessi il panico negli occhi.
Mi alzai di scatto dalla sedia e andammo in salotto. Spettro era sul divano, appoggiato al bracciolo, con un musetto che non mi piaceva per niente.

Odi et amoWhere stories live. Discover now