Capitolo 13

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- Non posso ancora crederci. – mormorai scuotendo la testa mentre facevo colazione insieme alla mia amica.
– Nemmeno io. – disse lei.
– Non ti sembrava di aver già visto quella ragazza? – mi chiese subito dopo.
– Emmh... sì, credo che ci fosse anche lei l'altra sera al locale. – dissi, scavando nella mia mente. Mi ricordavo il suo vestito luccicante, ed i suoi capelli biondi raccolti in un coda.
– Deve essere qualcuna del giro di Marco, probabilmente è una modella. – disse lei ed io annuii.
– Ovviamente non è la sua ragazza, è solamente quella che si porta a letto quando si sente solo. – continuò.
– Marco Riva si sente solo? Io non mi sentirei sola circondata da così tanti soldi. – lo presi in giro.
– Em, sono seria. Tu pensi che Marco sia in un modo, ma in realtà è in un altro. Non farti ingannare da come si pone con te. – bisbigliò per paura che ci potesse sentire dalla sua camera.
– Questo l'avevo capito. – dissi, pensando a quante volte in una giornata lui sembrava cambiare radicalmente.
– E allora se l'hai capito perché non provi ad essere più gentile con lui? – mi chiese, alzandosi da tavola.
– Credimi, lo sono stata, e non è servito a niente. – dissi, alzandomi anche io e dando da mangiare a Spettro.

Lo salutai e presi la mia giacca. Prima di uscire con Marta per andare all'università, Marco entrò in cucina.

– Emma, lo devo chiamare Davide, allora? – mi chiese ancora assonnato.
Non ci aveva detto nemmeno "buongiorno", ma dopo la scena di quella notte me lo aspettavo. Avrebbe fatto il duro e l'offeso per tutto il giorno, come se fossimo state noi a comportarci male.

– Sì. – dissi sicura.
Lui annuì e prese il telefono.
– Di che sta parlando? Chi è Davide? – mi chiese Marta una volta uscite.
Le spiegai brevemente di cosa si trattava e lei mi guardò contenta, ed incredula.

– Emma Guerra, mi hai fatto una grande sorpresa! – mi abbracciò forte nel bel mezzo della metro.
– Sapevo che ne saresti stata felice. – ridacchiai.
– Spero che tu non l'abbia fatto per me. – mi guardò con sospetto.
– No, tranquilla. L'ho fatto per me. – le sorrisi.
– Bene, almeno la dieta che ti ho imposto in questi tre anni è servita a qualcosa. – rise.

Ero sempre stata magra e tonica di mio, ma Marta era molto fissata con il cibo sano e tutta quella filosofia lì, così lo ero diventata anche io. Dovevo dire che mi aveva reso più sicura di me stessa, mi sentivo più pulita e bella dentro, e quindi anche fuori. Prendermi cura del mio corpo era come una specie di terapia, per me. E speravo che lavorare con il signor Bianchi sarebbe stata la stessa cosa. Mi volevo sentire come una dea scesa in terra, ma rimanendo umile e quella che ero. Non credevo che bisognasse essere una modella per essere belle, assolutamente no. Ma mi volevo buttare in qualcosa, proprio come Marta. Sapevo che dopo che sarei diventata un medico non avrei avuto più la mia vita di prima, e quindi me la dovevo giocare bene. Non mi faceva impazzire l'idea di lavorare con Marco, e soprattutto di essere pubblicata sugli schermi davanti agli occhi di tutti. Ma stando a quanto aveva detto il signor Bianchi ero già famosa. Non seguivo Marco su Instagram, ovviamente, ma tutte le mie compagne di università mi facevano vedere i video che lui mi faceva mentre mi prendeva in giro ed io gli rispondevo a tono, e le mille foto che faceva a Spettro. La cosa che mi faceva quasi rabbia era che Marco Riva sembrava il ragazzo perfetto, dall'esterno, e tutti ci credevano. Se solo lo avessero visto ieri notte, chinato sul petto di quella ragazza come un drogato, un drogato di donne. E lei sembrava una bambola nelle sue mani, i suoi occhi da cerbiatto impaurito mi avevano fatto gelare il sangue nelle vene. Ma chi si credeva di essere? Il padrone del mondo? Non poteva comparsi le ragazze con i soldi che aveva, ma probabilmente credeva di poterlo fare. Avevo visto la speranza negli occhi di quella ragazza spegnersi quando Marco aveva detto che non stessero insieme. Ma evidentemente fino a quel momento lui le aveva fatto credere il contrario. A Marco piaceva ingannare le donne, e non solo giocarci come mi aveva detto Marta. Per questo sarei dovuta stare molto attenta.


Odi et amoWhere stories live. Discover now