Capitolo 18

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- È sabato, è il nostro giorno. Se tu non sei invitata io non ci vado. – dissi a Marta mentre la seguivo per tutta casa.
– Assolutamente no, Emma! È la tua serata, la stampa non vede l'ora di conoscerti, e tutti vi vogliono vedere in pubblico, insieme. – disse quasi sgridandomi.
– È una stupida festa di beneficenza che in realtà viene usata dai ricchi per sbrigare i loro affari. Non posso lasciarti qui il sabato sera. – dissi, prendendola per le spalle per farla fermare un attimo.
– Appunto, e devi prendere l'occasione al volo. Le foto tue e di Marco sono ancora sulla bocca di tutti, devi cavalcare l'onda del successo prima che sia troppo tardi. – stavolta fu lei a prendermi per il braccio e a trascinarmi in camera mia. Aprì il mio armadio per cercare qualche vestito.

– L'onda del successo? Ma cosa me ne importa?! – ridacchiai.
– Beh ormai te ne deve importare, dottorina. – Marco entrò in camera mia e Spettro puntualmente iniziò a ringhiare. Lo calmai e feci sedere Marco sul letto vicino a me. Mi porse una scatola enorme e ben infiocchettata.

– E questo cos'è? – chiesi a bocca aperta.
Era un vestito lungo, dorato, e brillante. Era di alta moda, me ne accorsi anche solo vedendolo piegato nella scatola.
– È il vestito per stasera. – disse Marco come se fosse ovvio. Ma niente di tutto questo per me era ovvio, perché io non ero di quel mondo.
– Io non posso accettarlo. – dissi alzando le mani, per poi richiudere la scatola. Marco mi fermò, mettendo le sue mani sopra le mie.
– Forse non ci siamo capiti. Sì, è un regalo, ma questo lo devi accettare per forza. È da parte di Davide, è lui che si occupa di noi, e questo ti deve entrare bene in mente. Ho i soldi per fare una guerra, come diresti tu, ma anche a me ha mandato il completo che devo indossare, perché decide lui cosa indossiamo noi. E non perché ci voglia controllare, ma perché la moda è il suo regno e vuole che i modelli del suo team abbiano i vestiti migliori. Ci saranno fotografi, giornalisti, e soprattutto stilisti di fama internazionale e modelli con più esperienza di me. Quindi che ti piaccia o no, noi andremo a quella festa. Ho chiesto se potesse venire anche Marta ovviamente, ma Davide vuole che andiamo da soli, perché insieme, io e te, saremo sotto tutti i riflettori. – mi disse guardandomi bene gli occhi.
– Ma io non ho soldi da dare in beneficenza. Tutti gli invitati non dovrebbero donare qualcosa? Almeno, nei film fanno così... - dissi titubante.
– Certo, ma Davide ha donato i soldi per noi. E non sentirti in colpa, perché è anche questa una parte del suo lavoro. E non provare a trovare un'altra scusa per cui non dovresti venire perché altrimenti ti ammazzo sul serio. Ho già dovuto sudare per convincere Davide ad inviarti solo il vestito e non la truccatrice e la parrucchiera. Gli ho detto che a quello ci avresti pensato tu stessa e avresti fatto un bel lavoro. Quindi, fallo. Mettiti questo vestito e indossalo come dovrebbe essere indossato. Fai vedere quanto sia costoso e non nasconderti. Magari... lega i capelli in un coda, ti si vede più il viso così. E mettiti quell'ombretto marrone che richiama il colore dei tuoi occhi. – mi puntò il dico contro come se fosse un ordine.
Quando Marco era passato alla parte dei capelli e dell'ombretto io e Marta ci guardammo esterrefatte. Di certo non mi aspettavo che Marco Riva mi desse to dei consigli di bellezza.

– Sì, ha ragione. – ridacchiò la mia amica, approvando la coda e l'ombretto marrone.
– Sono agitata. – ammisi, sospirando.
– E non voglio lasciarti da sola a casa. – guardai Marta. Marco uscì dalla mia stanza scuotendo la testa.
– Ehi, è normale che ti senta tesa, so che pensi di essere fuori posto, di non c'entrare nulla con quella gente ma... hai deciso di buttarti in questa cosa e quindi ora ti butti. Non puoi accettare di fare degli scatti senza partecipare a questi eventi. È come se volessi diventare medico senza studiare tutti quegli anni. – Marta si sedette accanto a me e mi accarezzò la spalla. Io la guardai ancora in quel modo.
– E non devi preoccuparti per me, inviterò Tommaso. Non starò da sola. – mi sorrise e allora mi arresi.


Odi et amoWhere stories live. Discover now