Capitolo 9

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Non riuscivo proprio a capire Lorenzo. Cosa gli stesse balenando per la testa. Si stava comportando in modo strano, come se l'overdose gli avesse direzionato il cervello verso di me. Non sapevo se essere contenta oppure spaventata. Insomma Lorenzo era un gran bel ragazzo, uno dei più belli della squadra, alto circa un metro e ottanta, fisico muscoloso, capelli corti, castani tendenti al crespo, occhi verdi e birichini. Era davvero bello, la maggior parte delle ragazze dell'atletica che lo incontrava, sbavava per lui. Aveva anche un bel modo di fare, appariva sempre molto gentile e socievole con le altre. Non poteva di certo venire dietro a una come me. L'unica che non doveva girare con un fazzoletto per asciugare le bave al suo passaggio. Ammetto che più di qualche volta avevo sognato di sbatterlo contro un muro e violentarlo, ma era solo immaginazione, mai realmente mi sarei messa con uno come lui. Il suo uccello aveva toccato più nidi di un vero uccello migratore. Mentre io non mi ero mai nemmeno guardata un porno in vita mia. Ero troppo casta e pura per uno come lui che richiedeva una certa esperienza.

Mi aveva rivelato delle cose appena un'ora prima che stentavo persino a crederci, sembrava la classica scena di un film in cui il ragazzo dichiara il suo amore alla donna del suo cuore. E non era per niente nel suo stile.

Dovevo concentrarmi sui libri, sulla chimica in particolare, ma il mio cervello invece che concentrarsi sui legami covalenti, proiettava altri tipi di legami decisamente più visibili ad occhio nudo. E che cavolo! Non era da me una cosa simile. Io ero sempre stata la classica secchiona, atleta con pochi grilli per la testa, che odiava i film romantici perché lontani dalla mia sfera personale e che quando vedeva la pizza non capiva più niente. Ora altro che pizza, pensavo a qualcosa di più piccante e non c'era verso di smuovermi. Provai allora a mettere le musica, ma le uniche canzoni che avevo voglia di ascoltare erano lenti sdolcinati che non mi permettevano di tornare con la mente sui libri.

-Anna!- mi chiamò mia mamma spalancando la porta. Feci un salto per lo spavento e una cuffietta schizzò via dal mio orecchio -Studi con la musica? Da quando?- mi osservava con un gran punto di domanda stampato su entrambi gli occhi.

-Beh, ecco, non riuscivo a tenermi concentrata- risposi balbettando. Era vero e di certo non potevo dirgli che in realtà stavo pensando alle doti fisiche di un particolare ragazzo che prima avrei preso a schiaffi al solo vederlo.

-Mh... Comunque è pronto- e tornò in cucina senza chiudere la porta.

Spensi la musica e andai a mangiare.

A tavola mio padre iniziò a farmi domande su come stava andando la preparazione e l'aria che tirava con il ritorno di Lorenzo, mentre mia mamma continuava a fissarmi in modo strano, era come se cercasse di tradurre le mie parole per scoprire cosa stavo realmente nascondendo. Sembrava mettere alla prova gli insegnamenti di anni di lettura di Agatha Christie.

-Tutto bene!- risposi a mio papà. Avevo fretta di mangiare per tornare a studiare e non andare a letto troppo tardi.

-Penso che Giorgio sia furioso per Lorenzo, insomma puntava su quel ragazzo. Secondo te può aver messo la testa a posto?- continuò mio padre. Più parlava di Lorenzo, più mi sentivo ribollire, più mia mamma sgranava gli occhi come un gatto concentrato sulla preda.

-Si è furioso. Non parlo mai con Lorenzo, quindi non posso sapere se è davvero cambiato- inventai.

-Come mai sei rientrata con mezz'ora di ritardo rispetto al tuo solito oggi?- mia mamma era decisamente più scaltra di me. "Cazzo!" pensai, qualsiasi cosa invento, lei ha l'allenamento per scoprirmi.

-Giorgio voleva parlarmi- inventai.

-Di cosa?- interrogatorio, mia mamma non era stupida.

-Della preparazione, ci tiene che io arrivi in forma ai mondiali-.

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