Capitolo 46

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Anna aveva corso per me, per venire da me. Lei mi voleva bene, Samuele mi disse che per correre in quel modo, lei che non era mai stata una scattista, in più con una caviglia ancora non del tutto guarita, avrebbe dovuto volerlo veramente ed era una chiara dimostrazione dei suoi sentimenti. Io non ero ancora molto sicuro. Si, mi voleva bene, ma fino a che punto? Desiderava tornare ad essere la mia ragazza oppure preferiva restare un'amica?

Così decisi di ricominciare con lei, dando la possibilità anche ad una buona amicizia. Non l'avrei lasciata, non avrei guardato nessun'altra finché non fossi stato certo di ciò che provavamo entrambi l'uno per l'altra. Io la volevo. Ma come aveva detto mia sorella, ora probabilmente ci sarebbe servito essere dei semplici amici per un periodo.

Quindi perché non ripartire come tutto era cominciato?

Dal giorno dopo la mia caduta riprendemmo a parlare come prima e io mi sentii così felice, come se tutto fosse al posto giusto. La vedevo sorridere in mia presenza e mangiava.

Per pranzo aveva la sua solita pasta e della frutta e mangiava tutto. Nell'arco di solo una settimana la vidi riprendere colore sul viso e anche un po' di peso. Ettore allora decise di riportarla in pista per più tempo. Inizialmente la fece correre ad andatura lenta per un giro poi sempre di più. La caviglia di Anna reggeva bene. E io ero felice perché la vedevo riprendere sicurezza in sé stessa. La verità era che io e lei funzionavamo meglio insieme che separati. Insieme rendevamo meglio in ogni cosa, separati restavamo nella media.

Nella mia famiglia non tardarono ad accorgersi che qualcosa nella mia vita era arrivato a rendermi di nuovo felice e quando mi chiesero se era per Anna, io non potei nascondere che avevamo ripreso a frequentarci come amici.

Tanto tutti sapevano che io la amavo e che il semplice restare amici non mi sarebbe bastato a lungo termine. Ma così io e Anna ci davamo il tempo di riprendere a conoscerci.

Ogni giorno con lei era sempre più bello, nonostante a scuola i professori tutti i giorni ci stressassero per via degli eminenti esami di maturità, io ero tranquillo. Con Anna al mio fianco avrei affrontato tutto. Persino Stefano, che venuto a sapere che io e Anna non stavamo più ufficialmente insieme, ritornò a farsi vedere.

Un giorno, durante la ricreazione, mentre io ero con Riccardo e altri due nostri compagni di classe, Stefano mi raggiunse accompagnato da alcune ragazze decisamente attraenti.

-Allora ho saputo che te e Anna vi siete lasciati, ma tranquillo, ho qualcuna da presentarti- mi disse con il suo solito occhio furbo.

-Non mi interessa- gli risposi secco. Riccardo rimase a fissare entrambi, non voleva che Anna venisse offesa.

-Hai già trovato qualcun'altra?- mi chiese ancora lui stupito dalla mia risposta.

-No, è sempre la stessa-.

-Vai dietro a una sfigata che non te la da, sei proprio caduto in basso- commentò sprezzante.

-Ehi non offendere la mia migliore amica, pezzo di stronzo- si intromise Riccardo furioso. Quando si trattava di Anna, si trasformava completamente.

-Ah, è la tua migliore amica? Cos'è la data a te e non a Lorenzo? Oppure si è accorta che le interessano le ragazze quanto a te interessano i ragazzi?- disse con cattiveria e se non fossimo stati a scuola probabilmente, vedendo il suo atteggiamento, gli avrebbe sputato addosso.

-Nessuno dei due motivi- rispose Riccardo a denti stretti mentre faticava a tenere sotto controllo la sua ira prima di giungere alla rissa.

-Ah allora ha messo i corni a Lorenzo? Caspita Lorenzo non sai nemmeno controllare una donna!- Stefano era sempre più maligno e le sue compari invece che temere ed essere schifate dal suo comportamento, sembravano invece attratte da un ragazzo come lui.

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