Capitolo 32

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Quando rientrai a casa la prima cosa che feci fu sistemare la medaglia davanti a tutti gli altri miei trofei. Quella era la più importante. Mi era costata tanta fatica e in parte forse anche tante umiliazioni da parte delle mie compagne di squadra invidiose, ma ce l'avevo fatta, ora dovevo solo confermare di essermelo guadagnato.

Il giorno dopo il mio rientro, tornai in pista per gli allenamenti mattutini. Giorgio come al solito non ci volle dare la soddisfazione di essere fiero di noi. Anzi sembrava quasi che si fosse dimenticato la nostra competizione. Di solito si comportava così quando ottenevamo un risultato importante, era il suo modo per spronarci a non mollare, dirci che quella non sarebbe potuta essere la nostra unica occasione in una competizione internazionale, ma solo la prima di tante.

Come al solito non erano presenti le ragazze, io e Lorenzo ai mondiali non ci eravamo curati di nascondere la nostra storia davanti alla squadra che ci aveva fatto il tifo, quindi lui non esitò ad abbracciarmi e a baciarmi in ogni momento disponibile, tanto che ad un certo punto Giorgio ci rimproverò di non perdere tempo a fare gli sdolcinati.

Ma qualcosa si capì che era cambiato. Io, Lorenzo e Samuele, memori dei tempi totalizzati dagli atleti vittoriosi ai mondiali nelle nostre specialità, ci impegnammo a superare quei risultati. Per quel primo allenamento confermammo solo i nostri soliti tempi, ma da quelli successivi il cronometro segnava risultati migliori. Non volevamo fermarci, volevamo migliorare e non ci saremmo fermati.

La domenica non avremmo avuto gare, così Lorenzo colse l'occasione per organizzare una festa post campionati del mondo. Non mi piacque molto il suo programma, accettai la cena perché aveva scelto un locale con un'ottima pizza, ma non mi convinceva l'idea della discoteca e la presenza di tutta la squadra comprese le ragazze che non vedevo da un po', temevo che potessero creare problemi. Fortuna che Lorenzo ebbe il buon senso di invitare anche Riccardo e Marco, infatti alla festa potevano partecipare morosi e amici stretti dei quattro convocati in nazionale.

-Se non ci piace, ce la diamo a gambe, tanto siamo in due- mi disse Riccardo il venerdì sera al telefono.

-Ma se lascio Lorenzo da solo in mezzo a donne in cerca di pene, rischio di perderlo. Poi ci saranno anche le mie compagne di squadra, ho paura che proveranno a ferirmi. E poi tu non sei preoccupato per Marco?- mi sorprendeva la sua reazione, anche se mi sentivo esattamente come lui.

-I rapporti si basano sulla fiducia. In quanto alle tue compagne, io ti starò sempre vicino- mi rispose.

-Ok, grazie, mio fedele body guard. Ma sai cosa significa la discoteca per Lorenzo? Lì era dove lui rimorchiava- ero terrorizzata all'idea di vederlo tornare in discoteca.

-Ora ha te-.

-Si, ma chi mi dice che ritornando a frequentare quell'ambiente lui non cada alle vecchie abitudini?- ritornava la mia paranoia!

-Con chi fa il miglior sesso?-.

-Cosa ne so. Ora non mi dà tregua, sembra che andiamo avanti per ore, sono più stanca con lui che durante un allenamento!-.

-Appunto, se non stesse bene, concluderebbe subito-.

-E se invece va avanti tanto perché non sente nulla?-.

-Fidati che se a un uomo piace, cerca in tutti i modi di rallentare per godere più a lungo. Si è mai fermato perché voleva durare ancora di più?-.

-Si, veramente ormai lo fa sempre-.

-Quindi non farti seghe mentali e goditelo! E poi scusa dove troverebbe un'altra folle che lo fa in mezzo alla natura sotto le stelle?- glielo avevo raccontato la mattina dopo e ne era rimasto sorpreso, anche lui non mi avrebbe ritenuta capace di tanto.

Corri da meWhere stories live. Discover now