Epilogo

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La pista, la strada, le pagine del mio amore...

Arrivai alla gara carico come una molla pronta a compiere il balzo. Ero in forma e il cuore mi batteva nel petto a ritmo accelerato. Ero emozionato come se fosse la mia prima gara. Quella era la prima gara per Anna dopo la caduta e lei aveva più ragioni di me di essere emozionata e persino terrorizzata.

Era una giornata splendente di metà maggio, la temperatura era perfetta, ne troppo calda ne troppo fredda, senza vento forte a renderci difficile la corsa. Prometteva bene.

Anna mi raggiunse al cancello del centro sportivo insieme ai suoi genitori, Riccardo e Marco. Mi salutò con un sorriso, io la presi tra le braccia e la baciai con passione come se non l'avessi vista da giorni, in realtà il giorno prima avevamo fatto le capriole sul mio letto due volte e, caspita!, com'era migliorata!

Fu sua mamma a staccarci con un colpo di tosse e, quando mi voltai ad osservarla, il suo sguardo era divertito non infastidito. Ma aveva ragione, dovevamo andare a prepararci.

Presi Anna per mano e ci dirigemmo in spogliatoio. Quel giorno tutti la guardavano in modo diverso, la salutarono e le chiesero come stava. Non era mai successo. Forse avevano capito che l'atto di Asia e Giulia era stato un gesto di pura cattiveria, non di rivalità. Per rivalità si può "mandarsi a fanculo", arrivare al limite ad una gomitata, ma non pestare così un'avversaria.

Anna mi salutò per entrare in spogliatoio con le altre ragazze, tutte interessate a sapere come si sentiva da quella brutta caduta.

Ero contento per lei, finalmente riceveva le attenzioni che avrebbe sempre dovuto avere. Ero preoccupato lo stesso, tanto che mi cambiai più velocemente persino di Samuele.

Uscii e mi piazzai subito fuori in attesa di Anna anche se sapevo che lei se la prendeva sempre comoda. Samuele mi raggiunse dopo pochi minuti, mi fece un cenno con la mano e mi passò oltre. Comportamento insolito, mi voltai per seguire con lo sguardo dove stesse andando. Francesca. Si baciarono con passione. Alla faccia del Samuele riservato che conoscevo! Mia sorella gli aveva dato una bella svegliata! Ero contento per loro, erano una coppia molto affiatata e si completavano a vicenda: lei con lui era tornata "effervescente", spiritosa e persino rompi coglioni più di prima; lui invece era sempre felice, sempre a ridere, si vedeva che ci davano dentro ed erano pienamente soddisfatti.

Non feci in tempo a ritornare con lo sguardo verso lo spogliatoio, che Anna mi saltò in braccio.

-Come sta la caviglia, leprotta?- le chiesi dolcemente tenendola per il sedere, sempre bello sodo e tonico.

-Bene, non vedo l'ora di entrare in pista!- mi rispose e mi baciò in bocca senza esitazione. Il suo corpo era già bollente e il mio membro si scaldò con lei. Cazzo! -Amore, ma non sono pesante?-.

-No, leggera come una piuma- risi a denti stretti.

-Capisco che ti piace tenere le mani sul mio culo, ma dovremmo andare a scaldarci- tornò seria, anche se i suoi occhi dicevano tutt'altro, dotati di quella luce biricchina che mi invogliava ancora di più a portarla in macchina e darci dentro.

-No, tranquilla c'è ancora tempo- inventai una scusa. Se l'avessi messa giù, la protuberanza dei miei pantaloncini sarebbe diventata davvero evidente!

Le persone che ci passavano vicino ci salutavano incuriositi. Speravo solo non avessero intuito il vero motivo per cui io e Anna eravamo in quella posizione.

Lei, chi sa perché, intuì subito il problema e spostò una mano proprio lì.

-Amore, sai che non è momento!- rise maliziosa.

Corri da meWhere stories live. Discover now