Capitolo 22

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Lorenzo abitava su una casa singola con un bel giardino di dimensioni modeste un po' fuori dal centro città. Emanuele parcheggiò fuori dal cancello. Il padre di Lorenzo ci aspettava davanti alla porta.

-Papà scusa il ritardo, ma un cretino ha fatto una cretinata- scherzò Francesca, indicando con gli occhi Lorenzo.

-Siamo abituati- commentò il padre ridendo -Accomodatevi-.

Ci fece entrare tutti e poi richiuse la porta. Casa di Lorenzo era molto in ordine e pulita, finemente arredata. Mi piacevano i mobili in legno e gli ornamenti dell'ingresso, rendevano la casa accogliente. Ci togliemmo le scarpe e Lorenzo mi portò un paio di ciabatte. Sua madre ci raggiunse con il sorriso.

-Siete arrivati! Che bello!- strinse la mano a Emanuele, poi venne da me -Anna Valenti se non mi sbaglio, che sorpresa!- Fantastico! Iniziavamo bene! Chi sa quante cose orribili aveva raccontato Lorenzo di me in quella casa?

Mi prese la mano e mi guardò con occhio curioso, in contrasto con il sorriso della bocca.

-Mettetevi comodi che è pronto in tavola- disse il padre.

All'apparenza erano molto ospitali, ma io non mi fidavo. Temevo a entrare in sala da pranzo. Avevo una borsa piccola, avrei voluto tenerla con me, ma Lorenzo me la prese e la portò in salotto.

-Non devi avere paura- cercò di calmarmi.

-Non mi piacciono- ammisi quando in salotto nessuno ci poteva sentire ed eravamo soli.

-Sono solo curiosi di conoscerti. Tua madre mi faceva lo stesso effetto. Ma io ci tengo che vi conosciate. Poi sei abituata ad affrontare persone peggiori- mi abbracciò, mi diede un bacio sulle labbra e poi mi prese per mano e mi condusse in sala da pranzo.

I suoi genitori avevano addobbato il tavolo per una festa, tutto finemente curato con candele, bicchieri, calici per il vino e piatti in ceramica bianca. Era un'occasione importante. Io e Lorenzo prendemmo posto affiancati di fronte a Francesca ed Emanuele, mentre i capi famiglia a capotavola. Avevo la mamma di Lorenzo alla mia sinistra. Mi tremavano le mani, mi sentivo imbarazzata e goffa. Non ero vestita molto elegante, avevo solo dei pantaloni corti, una maglietta in tessuto floreale e dei sandali. Gli altri non erano molto diversi da me, però. Nonostante questo mi sentivo fuori posto.

La mamma di Lorenzo fece segno di servirci. Io non riuscivo a decidermi, così Lorenzo lo fece al posto mio. Mi riempì il piatto con un po' di pollo arrosto, patate e piselli.

-Tanto per rimanere in tema- mi disse a bassa voce. Doppio senso che io ero troppo intimidita da capire al volo.

-Allora Anna com'è andata la chiusura dell'anno scolastico?- mi chiese la madre.

-Bene- le risposi semplicemente.

-Promossa?-.

-Si, promossa-.

-Molto bene. Così non hai problemi per i campionati mondiali. Poi tu sei forte, sbaraglierai anche gli avversari americani- si ricordava che ero una delle più forti della squadra, infatti vincevo sempre anche i campionati nazionali e tutte le gare anche fuori dall'Italia.

-Spero- balbettai.

Lorenzo prese il pollo con le mani, tutti lo guardarono storto, era un'occasione formale, in più penso che temessero io mi sentissi ancora più in imbarazzo. In realtà mi divertiva vederlo così. Se non ci fossero stati i suoi genitori anche io avrei mangiato il pollo senza le posate.

-Abbiamo saputo dell'episodio della doccia, non dovrebbe essere stato facile sopportarlo- si rivolse a me il padre.

-Tesoro, non è momento di parlare di una cosa così brutta- lo ammonì la moglie.

Corri da meWhere stories live. Discover now