Capitolo 19

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-Sai, questa ragazza voglio proprio conoscerla- era mia madre, a quanto pareva l'intera famiglia Longhi si era messa ad origliare.

-Ma quanto siete invadenti!- e richiusi la porta. Non potevo crederci. Mio padre non mi rimproverava, anzi era da giorni che mi dava persino appoggio. Da quando avevo Anna per la testa, ero migliorato in ogni cosa. La mia vita non era più la stessa, più tranquilla di prima, ma ogni cosa riuscivo ad assaporarla meglio e mi sembrava più avvincente e interessante. E strano, ma vero, avevo una ragazza fissa!

Andai a dormire carico di adrenalina con Anna tra i miei pensieri, un sogno così dolce, tenero e vivace che non chiusi occhio fino alle due di notte. Ogni istante senza Anna era una tortura, l'avrei tenuta sempre stretta tra le mie braccia, il suo calore confortava ogni angolo del mio corpo anche il più remoto e la sua mente intelligente e fuori dal comune aggiungeva pepe ad ogni cosa. Era un po esasperante, ma non monotona. Ero innamorato di quella ragazza. La sua assenza mi mozzava il respiro e i suoi occhi mi dopavano, oltre che mettere in movimento una parte del mio corpo che ormai dormiva con le altre ragazze. La volevo, la bramavo ed era mia.

L'allenamento il giorno dopo fu rilassante psicologicamente. Senza le ragazze a spettegolare l'aria che si respirava non era inquinata da pettegolezzi cattivi. Notai che i ragazzi della squadra si avvicinarono a parlare con Anna. Non credevo che la situazione mutasse così rapidamente. Loro le chiesero scusa, non avrebbero mai immaginato che le ragazze potessero arrivare a tanto. Si erano ricreduti e volevano imparare a conoscerla. Anna all'inizio si sorprese di tale gesto, ma era pur sempre un inizio per migliorare il suo umore quando praticava lo sport che amava. Rispose che gli faceva piacere e che sperava che il passato non si ripetesse più. Sembravano tutti pentiti, valeva la pena concedere una possibilità. Era sempre stata un'ottima atleta, ma non era mai apparsa felice di praticare quello sport, ora poteva cominciare a goderselo. Persino Giorgio fu contento del cambiamento. Durante quella settimana i ragazzi ricominciarono a conoscere Anna, lei non era per niente fredda e distaccata come avevano sempre creduto, era intelligente, dalla mente vivace e non pettegola e cattiva, mai una volta accennò alle ragazze, mai una volta la sentii parlare male di loro nonostante ormai tutti sapessero della vicenda della doccia. Era lei quella che avrebbe avuto tutti i motivi e il materiale per criticare malignamente le altre, ma non lo fece. Cosa che stupì tutti, persino me. Piuttosto che criticare le altre, ci divertivamo a scherzare con lei, era una ragazza divertente. Solo che ora non mi trovavo a gestire solo la mia gelosia nei confronti di Samuele, ma anche degli altri, per fortuna che la metà aveva già la ragazza. In spogliatoio sentivo che i miei compagni riempivano Anna di complimenti, altri dissero che ora se la sarebbero volentieri portata a letto. Questo era fuori discussione. Io ribattei che una ragazza così probabilmente era già impegnata, ma troppo riservata per rivelarlo. Solo che nessuno mi credette, anzi dopo le vicende della domenica avevano confermato che quel ragazzo potevo essere proprio io, altrimenti quello vero beccandomi ad abbracciarla, mi avrebbe già picchiato come minimo. Io risposi che il mio era un gesto da compagno di squadra, da amico, non da amante, infatti non l'avevo baciata. Ma ero ben poco credibile. Anche perché il mio viso al solo parlare di Anna si tingeva di rosso e Samuele mi prendeva persino in giro. Non volevo che sapessero della mia relazione con lei, in quel momento, preferivo che prima diventasse più seria e stabile, altrimenti se fosse finita male entro poco tempo avremmo rischiato entrambi di venire derisi.

Terminata la scuola, gli allenamenti si fecero ancora più intensi, in preparazione alle selezioni per i mondiali di Bressanone. Giorgio decise di allenare i più papabili la mattina, mentre al pomeriggio tutti gli altri. Le ragazze tornarono ma incrociavano Anna solo il giorno delle gare, i ragazzi parlavano con la mia ragazza come semplici compagni di squadra, ma nessuno osò andare oltre e questo per proteggerla dalle altre. Avevano intuito che io e lei probabilmente stavamo insieme, ma non fecero domande e non accennarono mai l'argomento.

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