Capitolo 39

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Qualcuno bussò alla porta. Io quasi non sentii, indossavo le cuffie e la musica era impostata ad alto volume. Mia sorella entrò con il sorriso stampato sulla faccia e le guance rosee. Era da un po' che non la vedevo così. Probabilmente era per via di Samuele. Era da una settimana che trascorreva il pomeriggio fuori rientrando per l'ora di cena. Inspiegabilmente i nostri genitori non le avevano fatto domande, come se loro, a differenza mia, conoscessero già il tipo che frequentava mia sorella. Forse ora si era decisa a dirmelo, non che a me importasse molto, se era proprio Samuele, ero ben felice per lei. Ma io non mi sentivo proprio in vena di festeggiare le storie d'amore altrui mentre la mia non esisteva più.

Alla sua vista mi sfilai le cuffie.

-Che c'è?- mi misi seduto e vidi che aveva chiuso la porta. Era una conversazione privata.

-Devo dirti la verità- iniziò.

Ero emozionato e spaventato. Quale verità? -Spicciati prima di farmi venire un colpo-.

-E' Anna-.

Mi bloccai, cosa? Ripresi in mano le cuffie e me le infilai di nuovo. Lei brutalmente me le tolse via.

-Ti ama- mi rivelò semplicemente mia sorella.

-Come lo sai?- ero sorpreso e non sapevo se l'idea che Anna mi amasse mi facesse piacere oppure mi venisse voglia di urlare.

-Io e Riccardo trascorriamo le giornate con lei, siamo stati noi a portarla a fare tecar terapia per la caviglia-.

-Ok, mi fa piacere, ma perché me lo stai dicendo? E come lo sai? Te lo ha detto esplicitamente oppure è una tua fantasia?-.

-Me lo ha detto lei, pensa continuamente a te, forse è ciò che la spinge a seguire le terapie oltre al fatto che arrendersi equivarrebbe a far vincere due volte le stronze. E tu conosci quanto è competitiva Anna, una vittoria forse te la concede, due proprio no-.

-Si è vero- sorrisi al pensiero di Anna ai mondiali, dove, mentre Samuele e io eravamo terrorizzati, lei al contrario era tutta intenzionata a scatenare l'inferno.

-Solo che ora preferisce non farsi vedere così- mi disse.

-E' una stronzata- e mi alzai in piedi. Dovevo dirglielo. Dovevo starle vicino nonostante lei fosse con il gesso a imprecare per ogni movimento brusco.

-No, fermo, altrimenti scopre che te l'ho detto- e mi agguantò per farmi sedere sul letto -Quello che ti ho detto è una confidenza. Ora calmati, per voi ci stiamo muovendo già in due, non fare stronzate o metti a repentaglio il piano-.

-Cos'è 007?-.

-No, ma ora che ci penso sembra una trama da Gossip Girl, anche se senza cattiveria, ma solo buon cuore-.

-Lei mi ama- e il solo pensiero mi fece cadere nel mondo delle nuvole con scene di sesso sfrenato.

-E tu?-.

-Certo, altrimenti non si sarebbe alzato- ero euforico e anche il membro in mezzo alle mie gambe non scherzava.

-Allora non guardare le altre e aspetta lei. Già la mia presenza le fa tornare sempre in mente te, siamo a buon punto. Pensa che ora siamo arrivate a guardarci Star Wars, domani cominciamo con il primo film-.

-Se non vuole ancora me, ok, stalle vicino tu. Ma dille che la penso continuamente, basta un suo cenno e io sarò da lei immediatamente-.

-Riferirò Cavaliere- e sorridemmo insieme.

-E Samuele?- visto che lei si era messa in mezzo nella mia vita sentimentale, volevo aggiornamenti anche sulla sua.

-Quando non sono con Anna, sto con lui. E' davvero triste senza l'atletica, ma è bloccato quanto te-.

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