Capitolo 24

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Non dormii la notte pensando che Lorenzo mi avesse presa in giro, tanto interessato a me all'inizio, tanto da farmi innamorare di lui. Ed ecco arrivare la bastonata! Non avrei mai dovuto fidarmi di lui. Non avrei dovuto ascoltare gli altri che mi consigliavano di accettarlo. Avrei dovuto pensare con la mia testa, i miei sensi non mi avevano mai deluso quando si trattava di non fidarmi di qualcuno. Dopo l'episodio di Asia si erano affinati ancora di più.

Mia mamma si stupì di vedermi a colazione prima della sua sveglia da generale che spalanca la porta e corre ad aprire la finestra. Le avevo tolto quella soddisfazione, alzandomi dal letto prima di lei.

-Hai due occhiaie pazzesche!- esclamò osservandomi meglio -I danni dell'amore- e rise.

Io non parlai, terminai a fatica la colazione. I cereali avevano fatto in tempo a creare poltiglia insieme al latte ora che io inforcai l'ultima cucchiaiata.

-Se vuoi ti presto il mio gel occhi anti borse e occhiaie?- mi propose la mamma.

-No, grazie, ho paura che coli con il sudore- l'ultima volta che mi ero spalmata una crema sul viso prima dell'attività fisica, ero quasi rimasta accecata dal colo della crema mischiata al sudore. Non ci tenevo a ripetere l'esperienza soprattutto in vista delle selezioni per i mondiali.

Mia mamma non insistette e andò al lavoro. Io mi preparai in fretta per l'allenamento, avrei dovuto raggiungere la pista in pullman visto che pioveva a dirotto. Il tempo era concorde al mio stato d'animo. Feci tutto il viaggio con le auricolari a medio volume, volevo estraniarmi dal resto del mondo. Lorenzo di solito mi scriveva un messaggio appena svegliato, quella mattina non ricevetti niente. Era finita, me lo sentivo. E lui era riuscito a farmi del male ancora.

Non sapevo nemmeno se mettere piede in palestra. Ma dovevo. Mi ci volle una grande forza di volontà per cambiarmi in spogliatoio e raggiungere la palestra.

Quando arrivai ero l'ultima. Mi salutarono tutti, solo Lorenzo rimase un po' in disparte. Mi osservava come studiandomi.

Giorgio organizzò la mattinata. Se il tempo migliorava, probabilmente avremmo corso in pista gli ultimi minuti. I tipici temporali estivi non duravano molto.

Di solito l'allenamento in palestra, oltre ad annoiarmi, mi infastidiva perché eravamo tutti più vicini e tutti conversavano di più, spesso era motivo per prendere in giro qualcuno. Quel giorno senza le ragazze parlammo di tutto e di più, i ragazzi si rivolgevano anche a me. Dopo un po' capii che non era giusto rovinarsi la giornata per colpa di Lorenzo, così decisi di parlare con tutti. Se lui si avvicinava a me bene, altrimenti avevo un intera squadra di giovani aitanti quanto lui. Samuele parlò con me diverse volte, fu quello con cui conversai di più.

Lorenzo mi osservava in continuazione, era nervoso. Non lo avevo mai visto così. Ogni tanto sembrava persino infastidito nel vedermi parlare con gli altri, ma non solo per gelosia, c'era dell'altro, dell'altro che non voleva dirmi.

Il temporale fuori si calmò per metà mattina, Giorgio uscì a vedere com'era la pista e quanto scaldava il sole. Il terreno si sarebbe asciugato in poco tempo, infatti l'ultima ora e mezza di allenamento uscimmo tutti. L'aria era delicatamente fresca, sarebbe stato piacevole muoversi con quella temperatura. La mia corsa fu un po più lenta del giorno prima, il mio corpo risentiva della notte insonne.

Giorgio mi diede un pezzo di cioccolata fondente. Ne portava sempre con sé, diede un pezzo anche a un altro mio compagno di squadra che accusava un po' di spossatezza. Lorenzo mi fulminò con lo sguardo quel momento. Cosa diavolo gli stava frullando per la testa?

Bevvi un sorso d'acqua e poi ripartii, la cioccolata mi aveva dato un scossa, ma non del tutto. Tanto che al termine dell'allenamento Giorgio mi disse che quel pomeriggio avrei dovuto rimanere a casa a riposarmi.

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