Capitolo 30

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-Allora com'è stato?- la solita invadenza di Emma. Non mi aveva quasi dato il tempo di sedermi in tribuna che iniziò l'interrogatorio.

-Faticoso! Hai visto quella del Kenya sembrava volare, mi ha tolto il fiato starle dietro. Ero abituata a battere tutte le mie avversarie senza troppi problemi- il vero senso della domanda l'avevo colto, ma non potevo dirle certe cose.

-Si, quelli del Kenya sono davvero forti, la nazionale più competitiva, hanno ottenuto più medaglie degli altri finora. E io che pensavo che gli imbattibili fossero gli americani!- commentò Sara, ecco la sua precisione in quel momento era utile per arginare domande più precise riguardo la mia vita sentimentale.

-Tutta atletica e zero bellezza!- intervenne Emma.

-Non tutti, qualcuno non è male, poi dipende se ti interessano quelli di colore oppure no- disse Giada -I nostri però sono i più belli, lo ammetto-.

-Quello del lancio del peso ha dei muscoli da sogno- si aggiunse Beatrice, lasciando a bocca aperta tutte, lei che si perdeva in certi commenti era assai inusuale.

-Però anche la Bea sta cascando nelle redini dell'amore!- sorrise Sara e noi con lei. Anche se per me il più bello restava il mio Lorenzo. Guardai verso la sua direzione, stava scherzando con i nostri compagni di squadra seduti poco dietro di noi.

-Qualcuna si è già anche rotolata- esplose Emma guardando nella mia direzione, tutte mi osservarono e io mi sentii ribollire! -La ragione del suo ritardo-.

-Stavo dormendo- mi difesi.

-Fino all'ora di pranzo? Non sei abituata ad alzarti così tardi, non è nel tuo orologio biologico- ora la precisione di Sara rischiava di tradirmi.

-L'albergo era così silenzioso, che mi sono rilassata-inventai.

-Tra le braccia di qualcuno- disse Giada -Puoi mentire a noi, ma a tua madre non scappi-.

Mia madre!

-Cos'ha detto mia madre?- mia mamma una pettegola? Si non era una novità, ma non credevo spettegolasse anche con le mie compagne di scuola.

-Appoggiata dai genitori di Lorenzo- continuò Sara. Io annuii per farla arrivare al punto. Ora pure i genitori di Lorenzo si erano messi in mezzo?

-Che voi due lo avete appena fatto, insomma avevate le stanze libere, o almeno quella di Lorenzo era libera, Samuele è arrivato presto in pista!-.

Oh cazzo!

Io ero nel panico, come se la mia vita sentimentale fosse appena stata sbandierata ai quattro venti, mentre Lorenzo dietro di me si divertiva con i nostri compagni di squadra.

Approfittai del momento in cui tutte distolsero lo sguardo da me per vedere un'atleta del salto in alto che si stava preparando, estrassi il telefono dalla tasca e scrissi un veloce messaggio a Lorenzo:

"Lo sanno"

Sentii il suo cellulare squillare alle mie spalle, speravo che nessuno lo leggesse, ma a quanto pareva avevano distolto l'attenzione dal mio ragazzo per dirigerla verso la pista. Dopo pochi secondi mi arrivò la sua risposta.

"E allora? Lasciali parlare"

Forse lui era più abituato di me ad essere al centro dell'attenzione per scandali di tale portata, ma per me era imbarazzante. Un pensiero iniziò a ronzarmi in testa: e se lui si stava prendendo gioco di me, vantandosi di avermi portato a letto, di avermi tolto la verginità? Ero terrorizzata. Spensi il telefono. Non ci potevo pensare.

-Che dite se andiamo ad ammirare gli atleti da un'altra parte?- chiesi alle mie compagne.

Loro annuirono, ci alzammo e andammo verso la collinetta vicino alla pista. Ci sedemmo sull'erba al sole.

Corri da meWhere stories live. Discover now