Cosa accumuna ogni favola mai raccontata?
Molti potrebbero dire; una principessa, un drago o magari un animale parlante, e alcuni vitano sempre sul castello di cristallo.
Ma è sbagliato, l'unica cosa che accomuna ogni singola favola mai raccontata ad ogni bambino sulla faccia della terra è il bisogno degli uomini di soccorrere la donzella in pericolo per diventare eroi.
Cenerentola? Il principe doveva salvare la povera orfana.
La bella addormentata? Lui doveva per forza baciarla o non sarebbe potuto diventare l'eroe.
Mulan? Il suo tipo di cui non ricordo il nome voleva proteggerla quando lei era una guerriera e sapeva difendersi benissimo da sola.
E non solo questa caratteristica accomuna le favole ma ritorna sempre nella realtà. Ogni uomo vuole essere l'eroe di una povera ragazza indifesa in cerca di aiuto.
Questa non è una favola, ma di certo abbiamo la reggia per iniziare.
Pareti rosso vermiglia con disegni che ricordano vagamente degli animali estinti o mai esistiti. Finestre alte e imponenti che sovrastano la stanza con i loro vetri chiari e riflettenti e con le loro tende in tessuti costosi e lussuosi.
Mattonelle lucidate ogni giorno per sembrare tanti piccoli specchi in cui le signore ingioiellate possono contemplarsi mentre aspettano.
Per coronare il tutto, uomini ben vestiti con i loro smoking scuri e le loro cravatte impersonali mentre tengono sotto braccio ragazze giovani e mogli trofeo che esibiscono in questo posto in cui il lusso è l'unica carta che ti permette l'ingresso.
Una musica jazz appena udibile coccola la stanza rendendo gli ospiti di buon umore e attirandoli verso la stanza principale dove una scritta luminosa li attende e li brama; casinò.
Sorrisi pronti per scommettere soldi, borse decorate con nomi delle grandi firme e costellate da diamanti vengono portate in quel mondo per essere svuotate insieme alle speranze di molti.
Abbasso lo sguardo sistemando il vestito affinché non si creino altre pieghe involontarie, osservo il tessuto rosso fuoco che fascia il mio seno lasciando intravedere la mia pelle abbronzata ma rimane morbido sui fianchi e sulle mie gambe creando una specie di abito principesco.
Osservo la mia acconciatura da una delle mattonelle, osservando i miei capelli biondi tirati indietro in una coda alta e a completare il tutto due orecchini oro a cerchio che penzolano dolcemente dalle mie orecchie valorizzando il mio volto ed i miei occhi verdi.
Qui non esiste la mediocrità. In questo piccolo ambiente formato da quattro mura non esiste linguaggio scurrile, non esistono gerghi dei sobborghi e non appena si varca quella porta, ogni cosa diventa di classe e preziosa. Una vera gabbia dorata.
"Cristo Santo, ti sposti che devo scommettere questi cazzo di dollari, Dio santo sempre in mezzo alle palle"
Velocemente mi sposto facendo passare l'uomo con al braccio quella che è evidentemente una escort sotto grandi influenze di sostanze. Sbuffo alzando gli occhi al cielo ricordando che purtroppo per quanto perfetto questo posto possa sembrare, in realtà è solo un covo di falsi perbenismi e moine esagerate.
Non appena sento il ticchettio di un paio di scarpe maschili alzo lo sguardo riconoscendo gli occhi verdi scuro e i ricci appena accennati e color grano sporco del croupier che cammina svelto ,per raggiungere il banco dietro di me dove i clienti possono ritirare le loro giacche e i loro beni.
Il ragazzo mi lancia un'occhiata ed immediatamente mi alzo seguendolo per poi appoggiarmi al banco dove lui comincia a sistemare dei numeri delle giacche guardando il computer, un computer che ha bisogno dello scontrino e della carta di ogni membro del casinò per poter estrarre il cappotto o la borsa in questione.
Osservo un'ultima volta il ragazzo mentre si sistema la camicia davanti a me e mi lancia un o sguardo appena accennato guardandosi attorno. Velocemente mi accascio sul bancone cominciando a singhiozzare piangendo e lamentandomi, sentendo le lacrime scorrere sulle mie guance e non fermandole creando un rossore sulle mie gote coperte dal blush.
